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L'incanto di Urania

 
 
20 ottobre 2020 - Teano - Club Sidicino - Presentazione
del libro del Prof. Massimo Capaccioli
«Arminio Nobile e la misura del Cielo»
(foto di Mimmo Feola)
 

Anche se il diretto interessato sarà probabilmente l'ultimo a leggere questo mio scritto, nulla sapendone, non posso non segnalare ai miei pochi lettori il libro “L'incanto di Urania” edito per i tipi di Carrocci Editore e scritto dall'amico Massimo Capaccioli, astrofisico di fama internazionale, Professore all'università di Padova e poi di Napoli, dove è stato anche Direttore dell'Osservatorio Astronomico.
Mi preme farlo perché un libro che affronti argomenti scientifici, specie se “di nicchia”, può essere tecnicamente perfetto, esaustivo, dettagliato, preciso, anche scorrevole, ma difficilmente sarà “piacevole”. Il libro di Capaccioli è tutto questo, ma è soprattutto avvincente e “piacevole a leggersi”, tanto è coinvolgente la passione che lo pervade e lo stile che sovente travalica la fredda scienza per vivificarla con considerazioni filosofiche e storiche, anche contemporanee.
Conosco da anni lo stile oratorio e letterario di Massimo, ho assistito a tante sue conferenze, provocatoriamente su temi astronomici, ma spazianti poi in un vastissimo campo dello scibile letterario e persino artistico da avvincere ogni ascoltatore, elevandone sensibilità e sapienza: ed arricchite dalla proiezione di bellissime e coinvolgenti immagini scelte con dottrina e senso artistico da farne brillante esempio di tecnica della comunicazione. Ho letto con lo stesso trasporto un altro suo libro, edito nel 2018, “Arminio Nobile e la misura del cielo, ovvero le disavventure di un astronomo napoletano” che fu depredato del primariato di una sua scoperta ad opera di un suo collega, una cosa alla quale gli scienziati, non meno degli artisti, tengono molto: ed a ragione. Stesso stile avvincente, come nei numerosi articoli, sempre di materia, che pubblica su vari quotidiani nazionali, come “Il Mattino” o “Il Corriere della Sera”.
Ed allo stile di Massimo non manca certo un gradito “senso dell'humor”, da “toscanaccio doc” come mi piace definirlo, e ne fa uso leggero ed elegante ad ogni occasione propizia.
“Non è facile la via che va dalla terra alle stelle” è una riflessione di Seneca che l'Autore riporta; ma il nostro la sa percorrere con maestria e levità per portarci con passione dalla costruzione del cannocchiale, nella quale, tra gli altri, eccelse Galileo, fino alle più moderne tecniche astronomiche e relative scoperte planetarie. Ma sempre senza annoiare, pur nella spigolosità di alcuni argomenti.
Un libro da leggere, per scoprire la miriade di scienziati e, perché no, anche semplici curiosi, da Talete di Mileto agli esperti delle società spaziali, che hanno passato notti e notti a scrutare l'universo alla ricerca di nuovi corpi, e delle leggi che ne governano l'esistenza, magari anche con l'intento di trovare una “verità assoluta” che spieghi e giustifichi la nostra esistenza.
Approfittiamone per farlo, in quest'epoca buia della nostra “socialità”, perché è una occasione d'oro per migliorare almeno la nostra “individuale sensibilità”. E Dio solo sa di quanto ce n'è di bisogno, anche per migliorare la prima.

Claudio Gliottone
(da Il Sidicino - Anno XVII 2020 - n. 9 Novembre)