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"Libere elezioni o... Ludi cartacei?"

 
... a noi l'ardua sentenza
 

«Bisogna amare l'Italia con orgoglio di europei e con l'austera passione dell'esule in patria»
Piero Gobetti

Tra poco più di un mese si vota.
Chissà perché riponiamo sempre tanta fiducia in quelli che Mussolini boriosamente definiva “ludi cartacei” sottolineandone, dal suo punto di vista, la perfetta inutilità. Non siamo ovviamente d'accordo con lui, perché, le elezioni, sia pur molto lentamente, finiscono alla fine per esprimere tutti i mutamenti di pensiero e di necessità che nel tempo elabora- no i popoli, ed a generare gli opportuni adeguamenti o strumenti per metterli in pratica. È attraverso libere elezioni che, nella nostra storia moderna, si sono avvicendati i grandi movimenti di pensiero, liberalismo e socialismo, o i grandi mutamenti costituzionali, monarchia o repubblica, occidente o oriente, o si sono fatte scelte significative come il divorzio; ma sorge il legittimo dubbio che esse servano, o siano importanti, solo quando è importante la posta in gioco. E qui casca l'asino. E, a voler fare dello spirito, bisognerebbe proprio veterinariamente revisionarlo questo nostro asino perché casca spesso e volentieri.
Non siamo oggi di fronte a scelte esistenziali: non ci è stato consentito di farlo neanche quando la crisi del 2008 era prepotentemente alle porte. Non dobbiamo scegliere se stare dalla parte dell'America di Trump o del Corea di Kim Jong-un; non dobbiamo scegliere un nuovo assetto costituzionale; non dobbiamo scegliere, perché non sono nell'aria, orientamenti e sistemi politici radicali. E allora cosa accade?
Accade che trionfa la tutta nostra italica voglia di prenderci per i fondelli, e quindi tutti i partiti, che qualche anno fa volevamo fossero solo due e sono diventati 103, e tutti gli uomini, che hanno avuto una, spesse volte solo fortuita, visibilità, e che si sono auto creati leader a volte semplicemente cambiando qualche parola a quello che diceva un altro autoreferenziale leader, nella seria difficoltà di elaborare un programma di sviluppo, per i nostri tempi meno sociale e più economico, credibile, si affannano a proporci risibili promesse alle quali sperano che noi elettori, poveri mentecatti, dovremmo credere.
E la gara, peraltro già vissuta, si fa dura, per chi propone, ma non meno per deve scegliere: reddito di cittadinanza a tutti, mille euro al mese ai meno abbienti, via dall'Europa, no, meglio con l'Europa ma senza l'euro, chiudiamo le frontiere e via i migranti, no accogliamoli tutti, aboliamo la tarsu, via il canone rai, riduciamo le tasse ad una sola aliquota, abbassiamo l'iva, e via di questo passo. Spesso gli stessi ai quali è venuta fuori ieri, dal “sen fuggita”, una contradditoria promessa, accortisi della cacchiata, cercano , come i grillini, di porvi rimedio rimangiandosela. “...Che figura di ...m...” giusto per ripetere il tormentone di Emilio Fede.
Ora consideriamo due soli aspetti dei nostri tempi e della nostra cosiddetta “società civile”. Primo: quando si parlò, ma solo si parlò, della possibilità di costruire il famoso ponte di Messina, molto prima ancora che un solo ingegnere prendesse in mano un lapis per disegnare qualcosa al riguardo, si era già bella che costituita una società mafiosa destinata ad approfittare del progetto; secondo, non facciamo in tempo a tirar fuori dall'acqua i poveri migranti, che già centinaia di persone si sono accordate per sfruttarli, per derubare lo stato dei fondi loro destinati, per trasformare il loro “accoglimento” in fonte di ladrocinio. Alla luce di tanta congenita signorilità come si può pensare che di un reddito di cittadinanza (come lo chiamano i grillini) o di inclusione (come lo chiama Berlusconi) godranno solo e soltanto i veri bisognosi, giusto per fare un esempio? O che le tasse ad una aliquota del 24% le pagheranno veramente tutti?
“...a capa, ...a capa... a capa mia nunn'è bona” è un altro più colorito tor- mentone stavolta di un comico vero, di un grande uomo di spettacolo come Paolo Caiazzo!
Che dire dell'altra presa in giro di partecipazione popolare tramite web? A proposito pare che i “web-eti” siano in costante crescita. Lamentele di imbrogli, poca chiarezza e decisioni contrarie alla espressione di partecipa- zione, ne abbiamo viste a iosa.
Tra poco più di un mese si vota.
Regna sovrano il caos; chiunque, per così dire, vinca, dovrà per forza allearsi con un altro partito. Molti lo faranno dopo, cosicché io che ho vota- to A perché contrario a quello che dice B, mi troverò governato da A e B insieme. “Ludi cartacei”! Ossia, grazie alla nuova legge elettorale, emerita presa in giro del popolo sovrano. Ma, in fondo in fondo, al popolo sovrano piace essere preso in giro.
E lo sia!

Claudio Gliottone
(da Il Sidicino - Anno XV 2018 - n. 1 Gennaio)