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Facciamo qualcosa

 
prima che sia troppo tardi
 

Archiviato il risultato elettorale delle ultime regionali ed amministrative con le solite e più varie valutazioni circa i vincitori ed i vinti, mai chiaramente definiti a seconda dei molteplici punti di vista e di opportunità, bisogna considerare come da nessuna parte sia stato preso in seria considerazione il dato forse più importante: l'altissimo numero di astensioni dal voto.
Nel numero scorso avevamo in qualche modo previsto che l'astensionismo avrebbe vinto le elezioni (pensate che qualche sindaco è stato eletto in seconda battuta con la percentuale del 27 % degli aventi diritto al voto); ed avevamo accennato anche ai motivi che, secondo noi, generano ed alimentano il fenomeno. Alla base di tutto una pericolosa crescente sfiducia nella funzione del voto, già diverso nella modalità di espressione da regione a regione, per indicare da parte dell'elettorato scelte precise, volute e soprattutto da rispettare nel loro divenire. Votare per avere un Presidente del Consiglio mai candidato ed eletto, che prende decisioni annullate poi dalla Corte Costituzionale o dal Consiglio Europeo; per avere normative economiche che ci vengono imposte dall'Europa; per avere leggi modificabili a giudizio di parte (come la famosa Severino); per subire candidati che non possiamo scegliere a nostro piacimento, e via discorrendo, non credo sia la massima aspirazione di un cittadino partecipe e convinto della democrazia.
Ma il democratico e civile segnale “non chiedeteci di indicare scelte già poco libere che abbiamo ormai la certezza che verranno disattese”, pur evidente, non è stato affrontato con la doverosa responsabilità e si è continuato a parlare di 5 regioni a me e 2 a te, di 7 comuni a me e niente a te. Credo sia democraticamente pericoloso il non averlo fatto.
Come pericoloso diventa giorno per giorno l'afflusso senza regole di migranti: pare che tutto il Nord-Africa ed ora anche i paesi del Medio Oriente abbiano desiderio di riversarsi nel nostro continente. L'Europa, di fatto esistente solo nei trattati amministrativi e completamente inesistente nella visione politica, continua a non volere affrontare in maniera decisa il problema. Che non è solo umanitario immediato: non basta accogliere oggi. Potremo trovarci tutti assieme, compreso loro migranti, a subire gravi disastri domani se non penseremo alla reale sistemazione multietnica di tutto il continente, guidando e non subendo, regolando e non accettando passivamente, i flussi migratori che crescono a dismisura giorno per giorno.
I comportamenti egoistici di alcune nazioni non le mettono assolutamente al sicuro da queste pacifiche "invasioni”: il danno arrecato ad una nazione si ripercuoterà inevitabilmente su tutto il sistema, ma non solo perché siamo Unione. La Storia ci insegna che le più grandi organizzazioni umane, i più grandi imperi, come quello romano ad esempio, sono crollati di fronte alla impossibilità di gestire imponenti fenomeni migratori, che allora avvenivano per le più svariate cause di sopravvivenza, ma che certo non erano controllati e diretti da grandi organizzazioni malavitose come avviene per quelle attuali. Ben poca cosa, al confronto di questo pericolo, quello rappresentato dalle strategie militari di Putin e di Obama, che giocano ancora con i soldatini di piombo.
Due grossi problemi che attanagliano noi italiani e che si aggiungono agli altri tanti sempre esistenti, ma ingigantitisi negli ultimi anni. La delinquenza che dilaga nel pubblico e nel privato, le città invivibili per il sovraffollamento di persone senza dimora che bivaccano per strada e negli edifici pubblici, la disonestà ormai strutturale di chiunque occupi posti di potere, le difficoltà economiche sempre crescenti, l'inquinamento dei suoli e dell'aria a carattere stratosferico, le organizzazioni malavitose infiltrate dovunque, ma soprattutto la diffusa sensazione di impotenza democratica a scegliere e determinare la politica nazionale costituiscono ormai un pericolosissimo mix che potrebbe spingere verso soluzioni totalitarie. E sarebbe la fine!

Claudio Gliottone
(da Il Sidicino - Anno XII 2015 - n. 6 Giugno)