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L'eredità del 2013

 
Non c'è da stare molto allegri
 

Primo numero de “Il Sidicino” per il 2014.
Inizia per noi l'undicesimo anno di vita: un ricordo al co-fondatore scomparso, l'indimenticabile Guido Zarone, ed un saluto a tutti gli amici della Redazione che supportano con dedizione la nostra testata.
Il 2013 è già un lontano ricordo: poche le cose da rimpiangere, maggiori quelle da dimenticare.
A Teano nuovo quadro amministrativo, senz'ombra di dubbio diverso dai precedenti e foriero di buone speranze; e l'aver voltato pagina è già un buon sintomo di rinascita.
Anche a livello nazionale l'anno si apre con qualcosa di nuovo: una recessione della perenne conflittualità stupida e non costruttiva tra destra e sinistra. Proprio mentre scrivo aleggiano le prospettive di un accordo per riformare finalmente strutture vecchie di sessant'anni: con tutto il rispetto per la Costituzione che certamente non è la Bibbia, dettata dal Padreterno. Qualche adeguamento ai tempi potrebbe pure permetterselo, senza gli sbraiti di ottusi conservatori mascherati da riformisti.
Nei fatti non c'è decisione amministrativa che non susciti le rimostranze di qualcuno o di qualche parte. Non si è fatto in tempo a dire che il trasbordo del materiale chimico siriano, destinato alla distruzione molto lontano da noi, avverrà a Gioia Tauro, che subito sono iniziati i sit-in di protesta e i mal di pancia dei Sindaci. Tutto ciò mentre la TAV in costruzione continua a costare milioni di euro in più solo perché qualche centinaia di cretini continua a sabotare i lavori e a danneggiare le imprese interessate.
Già Demostene, nella sua lunga battaglia contro Filippo il Macedone, oltre duemila anni fa, dichiarava di “non poter fare politica con le mani libere e senza le pastoie non di rado paralizzanti dell'assemblea popolare” , come riporta Paolo Mieli nel suo ultimo libro “I conti con la Storia”.
Tutta la filosofia politica è volta alla ricerca di una convivenza la più perfetta tra individuo, società e stato: ma è solo la limitazione delle caratteristiche costituenti di ognuna di queste figure che può essere alla base di ogni auspicabile convivenza. Non si può pretendere tutto senza nulla dare, ma soprattutto, in regime di democrazia, i metodi di contrapposizione devono essere diversi, e bisogna dare a chi da noi stessi prescelto ad amministrarci tutte le facoltà di attuare, ma di attuarle seriamente, decisioni prese collegialmente. Altrimenti di democrazia continueremo a sciacquarci la bocca!
Nella patria del diritto la Corte Costituzionale impiega sei anni per accorgersi che la legge elettorale vigente, il cosiddetto “porcellum”, è anticostituzionale: e l'abbiamo usato due volte! Grande figura di mer… aviglia di fronte al mondo intero!
A proseguire imperturbabile, a dispetto dei dettami della destra o della sinistra, è solamente la nostra signora Burocrazia, mostruosa virago che tutto ingloba e rende ogni giorno più difficile, dal pagare le tasse a curarsi la salute o a intraprendere una attività lavorativa.
Anche grazie ad essa la provincia di Caserta (notizia riportata dal “Corriere del Mezzogiorno” di qualche giorno fa) garantisce il più basso livello di assistenza medica di tutta l'Italia!
Complice certo anche la politica, che continua a fare il bello e cattivo tempo anche in settori altamente professionali: vedi il caso del Ministro Di Girolamo, perfetta continuazione di quanto iniziato con De Mita all'epoca della istituzione del Servizio Sanitario Nazionale e continuato nel tempo anche da altri di diversa estrazione partitica.
La crisi economica non si sa bene se diminuisce, aumenta o resta stazionaria: le notizie si alternano nella più grande assenza di certezze.
Intanto il problema non riguarda i nostri due marò prigionieri in India a dispetto di ogni norma di diritto internazionale, e per i quali continuiamo a fare ben poco.
Ma l'importante è che si stabilisca se ai figli può esser dato il cognome del padre o della madre o di tutti e due o del primo che passa per strada.
Questa ed altra è l'eredità che il 2013 passa al 2014: non c'è da stare allegri.
Sed spes ultima dea!

Claudio Gliottone
(da Il Sidicino - Anno XI 2014 - n. 1 Gennaio)