L'ASSOCIAZIONE
 
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Indice Claudio Gliottone
 
 

Non parliamo al conducente, ma ai controllori

 
Non vi dispiaccia qualche amichevole consiglio
 

Quando il grande statista George Clemenceau, detto “Il Tigre”, che già aveva retto il governo della Francia dal 1906 al 1909, in piena guerra mondiale fu nuovamente chiamato al comando della nazione, pronunziò la famosa frase: “Torno perché la guerra è una cosa troppo seria per lasciarla fare ai generali!”
Aveva riaffermato un riconosciuto primato della politica, valido nella antica Grecia come nelle nazioni che agli inizi dello scorso secolo stavano dando vita a quella che il papa Benedetto XV aveva a ragione definito “una inutile strage”.
Aveva tutta l'autorità per farlo, perché se è vero che generale non ci si improvvisa è altrettanto vero che politici non si nasce, ma ci si diventa dopo lungo e tenace tirocinio.
Avevamo preso l'impegno di “non parlare al guidatore” per almeno un anno; ma gli avvenimenti sempre meno “politici” e sempre più “terra terra” che travolgono il mondo amministrativo locale non ci trattengono dal parlare ai bigliettai, ai controllori, ed a tutti i passeggeri del bus.
L'inesperienza, certo, ma talvolta anche la mala fede fine a se stessa, stanno offrendo all'opinione pubblica un deleterio quadro di lotta senza quartiere basata sul pettegolezzo eretto a diritto, sulla disinformazione eletta ad arma di offesa, sul parlare per parlare pur di sentirsi importanti, nel trionfo improduttivo e vaneggiante della speciosità e della presunzione.
Non la elaborazione di programmi, non la loro trasparente proposizione, non il loro sostegno a spada tratta, non il confronto su tematiche sociali sembrano animare il dibattito consiliare, ma il pettegolezzo sul comportamento di questo o quell'assessore, la ricerca spasmodica di implicazioni legali (la lotta a Berlusconi insegna!), la cervellotica quanto gratuita denunzia di ipotetici comportamenti interessati.
Chissà perché ad affasciare ogni opposizione è sempre la distribuzione delle prebende alle associazioni o la nomina degli scrutatori!
Ma pensate davvero che la opposizione si faccia chiedendosi perché tale associazione ha avuto dieci e quell'altra quindici? Credete davvero che questa sia la “novità amministrativa” che voi, come quelli della maggioranza, tenevate tanto a sostenere in un paese mortificato da anni di immobilismo e che eravate certi di interpretare? Ma pensate davvero che c'era bisogno di voi per continuare a parlare di cose dette e ridette, fatte e rifatte? Credete davvero che twitter o facebok servano a capire i problemi della gente e ad illuminare le vostre scelte o le vostre opposizioni?
La democrazia è fatta di proposizione e di contrapposizione, e non è assolutamente codificato che la prima debba essere fatta contro i sostenitori della seconda, ma neppur lontanamente che questi ultimi debbano sostenerla, la contrapposizione, a tutti i costi, sovente contro la logica, scendendo in dispute da mercato.
Chi ha maturato esperienza politica lo sa bene.
Forse è soprattutto dalla inconsapevolezza di quanto su esposto che nascono gli atteggiamenti assunti in consiglio comunale, e non solo, dalle parti in causa. Siete tutti nuovi della vita amministrativa, sono passati solo sei mesi dal vostro insediamento, non siete organizzati in partiti a base partecipativa: è tutto comprensibile.
Per questo ci auguriamo che col tempo acquistiate tutti una maggiore serenità ed una robusta capacità di discernere tra cose serie e pettegolezzi, tra collaborazione e remar contro per il puro gusto di farlo, tra quel che può servire al paese e quel che no.
Quando al discorso politico si sostituisce ad ogni piè sospinto la minaccia di denuncia all'autorità giudiziaria, (come se questa non fosse già eccessivamente invadente, almeno nelle alte sfere) vagheggiando imbrogli ed interessi privati ad ogni apertura di bocca, allora il dibattito politico è morto e sotterrato, senza speranza di resurrezione. E questo è il male peggiore.
Quando di discute se l'assessore è bello e è buono, se è intelligente o imbranato, quando si vuol vedere in ogni sua azione un interesse privato, ma soprattutto quando a guidare questi comportamenti si inserisce qualche maneggione più o meno occulto che ha (questo sì) interessi propri, allora ci si incammina su una strada pericolosissima, fatta di destabilizzazione e di “cupio dissolvi” ed i danni per il paese diventano immensi.
È esattamente quello che a Teano è già accaduto nel 1993, col successivo commissariamento e col il ristagno amministrativo di almeno un anno e il relativo danno economico per tutta la comunità.
Per questo aspetto abbiamo già dato, e non vogliamo che accada mai più.
Sappiate farne fruttuosa esperienza e usate la testa, ognuno la propria, di fronte alle necessità di un paese che ha bisogno di riemergere dai danni enormi provocati dalla ignavia e dalla strafottenza degli anni passati.
La opposizione ha la identica dignità della maggioranza: cercate di non perderla, né gli uni, né gli altri.

Nell'approssimarsi del nuovo anno auguri sinceri a tutti, e per tutto.

Claudio Gliottone
(da Il Sidicino - Anno X 2013 - n. 12 Dicembre)