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Cose che non meritiamo

 
Una preoccupante panoramica del momento attuale
 

La storia, nel suo cronologico elenco di avvenimenti e di personaggi da tramandare a futura memoria, tiene conto di una sola cosa: di ciò che si è realizzato. Nel bene o nel male, ma sempre di qualcosa che è accaduto o di qualcuno che ha realizzato qualcosa.
La peggiore iattura per chi viene scelto ed eletto a fare è il “non fare”!
Anche il male, forse soprattutto quello, fa storia; ma il non fare è nullità assoluta, è tempo sprecato, è ristagno civile.
Da almeno trent'anni, in politica non si fa nulla!
Assenza totale di progetti, di idee, di alternative, di costruzioni, di soppressioni, di cambiamenti, di proposte di cambiamenti. E non solo in Italia. E non solo in politica nazionale.
A destra come a sinistra: del ventennio berlusconiano si parla delle presunte malefatte di Silvio e ci si accanisce a scovare tresche o a smascherare comportamenti poco edificanti. Ma nessuno dice la cosa politicamente più grave: che in vent'anni non è stato fatto niente! Come niente è stato fatto dai governi che gli sono succeduti o che gli si sono alternati.
L'ultimo grande cambiamento in Italia risale forse all'introduzione del divorzio: poi solo normale amministrazione.
Un recentissimo ridicolo disegno di legge, sostenuto niente di meno che dal Capo dello Stato, ma poi abortito ad un evidente più attento esame, proponeva il reato di “negazionismo” riferito a chi avesse sostenuto che l' olocausto degli ebrei non era mai avvenuto; reato che sarebbe stato punito con pene fino a cinque anni di detenzione!!!
Cosa più assurda è difficile pensare, e per vari motivi: Primo perché si istaura un “reato di opinione”, fatto abominevole per ogni democrazia, secondo perché si riferisce ad avvenimenti di oltre sessant'anni fa, terzo perché per chi avesse il coraggio di negare il fatto scatterebbero subito le attenuanti di legge per “seminfermità mentale”!
Stendiamo un velo pietoso su quello che “non” avviene a livello regionale o comunale, almeno per noi.
A tutto questo si aggiunga un perverso, anche se forse non esplicitamente voluto, tentativo di sopraffazione del cittadino da parte dello Stato: partendo dal falso assioma, tutto di sinistra, che i cittadini italiani sono tutti evasori, saranno di nuovo controllati, come durante il governo Prodi, i nostri conti bancari e non potremo pagare in contanti spese per più di mille euro. Vero è che un imprenditore veronese, proprietario di grandi ricchezze, ha dichiarato al fisco per anni un reddito di soli quattro, dico quattro, euro al mese, ma almeno altri cinquanta milioni di cittadini non lo fanno!
Ed ancora il terrore di essere tutti, senza distinzione alcuna, sotto continua intercettazione telefonica: se lo hanno fatto col Capo dello Stato, figuriamoci con l'ultimo operatore ecologico di Canicattì! Non vi nego che mi viene sovente il desiderio di telefonare a qualche amico dicendogli che il carico di tritolo e la partita di cocaina arriveranno il giorno tot all'ora tot. Così giusto per sapere se il mio telefono è intercettato e vedere cosa farebbero i P.M.
E, assieme all'economia, se ne va quotidianamente a rotoli anche la morale: baby-prostitute gestite ed invogliate dalle madri, assessori e consiglieri regionali dalla concussione facile, usata per le cose più stupide, dal taglio di capelli, all'acquisto della lacca o del regalo per il matrimonio del figlio, o dalle connessioni malavitose molto più gravi, come l'ex gota regional-sanitario campano!
E questi rientrano tra gli eletti che hanno fatto: il male, ma lo hanno fatto. E passeranno alla storia!
Concludendo, non si può mascherare la ignavia politica con disegni di legge assurdi o con vessazioni economiche e sociali verso i cittadini; non si può più tirare a campare con una classe politica improvvisata e divenuta tale per la cooptazione offerta da una irragionevole legge elettorale; ma soprattutto non si può derogare più alla speranza che le cose cambino, e subito.
Altrimenti ci aspettano tempi ancora più bui.
E non li meritiamo!

Claudio Gliottone
(da Il Sidicino - Anno X 2013 - n. 11 Novembre)