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Coraggio, il meglio è passato!

 

La frase, molto indicativa delle nostre condizioni locali e nazionali, è di Ennio Flaiano, famoso giornalista e scrittore pescarese scomparso nel 1972.
Ci ha fatto sorridere la delibera-esposto adottata da “l'intero Consiglio Comunale” di Teano nella quale si invocava la verifica della idoneità statica e funzionale degli ospedali di tutta la provincia, ritenendo, di sicuro in maniera giusta, che l'unico a possederne i requisiti sia quello locale. Anzi quello che prima era l'ospedale locale!
Ci sono tornati in mente i capricci dei bambini quando, persa una partita con gli amichetti, invocano l'intervento della mamma gridando stizziti: “mammaaa, lo vedi a Pino, imbrogliaaaa!” (sic). E la mamma cerca di rabbonirli, ma la partita resta perduta, con o senza presunti o reali brogli.
È a dir poco infantile quella delibera, voluta forse dalla opposizione nella vana speranza di un passo indietro nella valutazione regionale, ma avallata dalla maggioranza che simili argomentazioni avrebbe dovuto porre con forza e determinazione in evidenza al tempo giusto.
Avremmo con più dignità preferito tacere, tanto le cose non cambieranno.
L'ex-ospedale di Teano, “pio nosocomio” la cui fondazione risale al 1600, diverrà un efficiente… “ospedale di comunità”! E che vor dì?
Vor dì che “l'Ospedale di Comunità (cito testualmente le linee guida della Federazione dei Medici di Medicina Generale Fimmg) è una struttura gestita dai medici di medicina generale (MMG) per i loro pazienti che consente l'assistenza alla persona e l'esecuzione di procedure clinico - assistenziali a media e bassa medicalizzazione per la gestione appropriata di patologie cronico degenerative, momentaneamente scompensate o riacutizzate, che necessitano di monitoraggio, associate a condizioni di rischio sociale variabile. È fortemente integrato con il Distretto di cui potenzia la rete assistenziale territoriale in quelle situazioni in cui il ricovero ospedaliero appaia ad alto tasso di inappropriatezza e non rappresenti un miglioramento nella qualità della assistenza alla persona”.
Ora che le cose vi sono sicuramente più chiare ci piace informarvi che l'O. di C. si divide in tre categorie: il Modello Rurale (sarebbe il nostro, e già il termine mi offende come professionista e come cittadino), con un numero di posti letto da cinque a otto, eccezionalmente a quindici; il Modello Metropolitano con un numero di posti letto fino ad alcune decine; il Modello Misto nel quale collaborano Medici di base, Ospedalieri e Specialisti.
In soldoni, ed il termine è appropriato perché l'obiettivo maggiore rimane il risparmio economico, dopo che un signore ha ricevuto una ospedalizzazione per patologia acuta (un infarto, una polmonite, un intervento chirurgico…) viene inviato all'Ospedale di Comunità, dove riceve assistenza terapeutica e infermieristica, ed assistenza medica da parte del suo medico curante, che accederà in ospedale secondo modalità e retribuzioni da patteggiare di volta in volta con l'amministrazione del Distretto. Altrettanto si potrà fare con un signore che abbia oltre 77 anni e presenti patologie cerebrovascolari, oncologiche terminali, dell'apparato digerente, metaboliche (diabete e anemia), o necessiti di riabilitazione postchirurgica o ortopedica.
La degenza non deve superare i 30 giorni e il ricovero è limitato solo ai residenti nei comuni dove ci siano medici di base che hanno aderito all'iniziativa.
In relazione alla citate linee guida della Fmmg vi risparmio, perché ho grande stima di voi lettori, il pistolotto riguardante “l'equipe territoriale” che dovrà compiere “l'intervento biopsicosociale, che si ispira all'approccio olistico nei confronti dell'individuo malato attuando una medicina centrata sul paziente, a differenza della medicina centrata sulla patologia”.
Quello che avremo, cari concittadini, sarà nient'altro che una via di mezzo tra un cronicario ed un ricovero di mendicità, e lo avremo al posto di un glorioso ospedale dove fino a qualche anno fa erano presenti e funzionanti reparti di ginecologia, pediatria, ortopedia, medicina, rianimazione, chirurgia, cardiologia, con tutti i necessari servizi annessi.
Abbiam voglia a gridare “mammaaa, lo vedi a quelloooo”!
Coraggio, il meglio è passato: e non solo nel campo dell'assistenza medica.
Che Dio, e solo Lui, ci preservi la salute!

Claudio Gliottone
(da Il Sidicino - Anno VIII 2011 - n. 3 Marzo)