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Che fine hanno fatto i "...Fratelli d'Italia!"?

 

Ci è capitato tra le mani (ne riportiamo di seguito, per intero, la parte che ci interessa) il ritaglio di un giornale edito a Firenze, dal titolo “Il Diritto” Giornale della Democrazia Italiana, con un articolo di mercoledì 13 dicembre 1865.
Dall'incontro di Teano sono trascorsi appena cinque anni e quarantasei giorni e la nostra città torna agli onori della cronaca per un bell'esempio di amministrazione, tanto che il titolo del pezzo recita: “Il municipio di Teano modello a tutti i municipi d'Italia”.
La vicenda riguarda la possibilità di istituire in città “un centro di istruzione secondaria e tecnica” per “avviar bene i giovanetti negli studi classici che nei professionali”.
Viene inviato a far la proposta un regio ispettore, tale Smith, il quale pare nutrire delle perplessità sulla adesione del comune di Teano. Resta invece piacevolmente colpito dal fatto che “…incontanente il Consiglio non pure ( non solo, n.d.r. ) stabilì il sussidio annuale di lire 10.000 addimandato dall'ispettore, ma destinò lire 1.500 per le spese di primo stabilimento”.
L'importanza della istituzione viene recepita subito dal Consiglio Comunale che stanzia ben 1.500 lire in più alle richieste per accelerare i tempi di creazione del centro di istruzione.
Non siamo riusciti a risalire al Sindaco ed ai Consiglieri dell'epoca: continueremo la ricerca, ma siamo ben sicuri che non fossero neppure lontanamente parenti di tutti gli altri che si sono succeduti fino ai tempi nostri, tanto la insipienza amministrativa è andata nel tempo prendendo spazio nelle loro menti accrescendosi in progressione esponenziale.
E così alla caparbietà di quei primi consiglieri del neonato regno d'Italia a costruire è succeduta la medesima caparbietà a non difendere le cose costruite o addirittura a dismetterle.
Ancora oggi esistono a Teano vico 1° Ginnasio e vico 2° Ginnasio, probabilmente riferite a quella istituzione che poi nel tempo sparì, come sono sparite l'Istituto Professionale, la Tenenza dei Carabinieri, la brigata di Finanza, la Pretura, l'Ufficio del registro, e l'Ospedale, solo per citarne alcune.
Probabilmente i Consiglieri del 1865 avevano veramente a cuore il progresso della città, e certo non privilegiavano la loro possibilità di fare gli assessori o i presidenti del consiglio, mercanteggiando in maniera vergognosa il loro pacchetto di voti.
Ma i tempi evolvono e, sovente peggiorano: come è accaduto a noi.
In occasione del cento cinquantenario dell'Incontro il Sindaco e l' Assessore Pentella ebbero la brillante idea di pubblicare un altro “numero unico”, a somiglianza di quanto fatto nel 1960, e ce ne affidarono l'incarico. Ne venne fuori un bel lavoro, molto apprezzato dai pochissimi che hanno avuto la possibilità di vederlo e di venirne in possesso.
Infatti, benché ne fossero state stampate duemila e cinquecento copie, moltissimi concittadini non ne conoscono la esistenza, o non riescono a venirne in possesso nonostante le continue pressanti richieste rivolte alla amministrazione.
Perché accade questo? Perché i “…Fratelli d'Italia!” ( tale è il titolo del pamphlet ) sono improvvisamente spariti nel nulla?
Ci sembrava ovvio che andassero distribuiti subito, ed in maniera gratuita, per diffondere l'interesse verso tutto quanto riguardasse le celebrazioni dell'incontro, che pure, dobbiamo ammettere, ci è parso fossero state fatte in maniera intelligente e coinvolgente.
Nulla di tutto questo!
I testi, per la cui edizione ancora non è stata saldata la tipografia, pare vaghino da un ufficio all'altro nel burocratico proponimento di essere “assunti in carico”.
E quando lo saranno, cosa accadrà, ma, soprattutto quando accadrà?
Conoscono, i nostri avveduti amministratori, quel famoso detto che recita: passata festa, gabbato lo santo?
Il male è che non è stato gabbato solo “lo santo”, ma anche tutti i cittadini, il tipografo, gli autori del libro e quanti speravano di contribuire in maniera intelligente, colta e propositiva al futuro di questo paese in “progressivo regresso” fin dal giorno della tanto sbandierata Unità d'Italia della quale fu geografico compimento.
Ad peiora!

Claudio Gliottone
(da Il Sidicino - Anno VIII 2011 - n. 1 Gennaio)