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Recensioni: "La pieve sull'argine" di Giulio De Monaco

 

Di Giulio De Monaco sono stato compagno di classe per i tre anni della scuola media: anni vissuti nel terrore di un professore di lettere che amava sollevarci tenendoci afferrati per entrambe le orecchie se solo sbagliavamo una declinazione latina o traducevamo male una frase. Ma se “quid quid est in nobis ingenii…et si ulla exercitatio dicendi” , per dirla con Cicerone, lo dobbiamo in massima parte, e Giulio sarà certamente d'accordo con me, a quel “placosus Orbilio”, incubo di Orazio, che per noi era il mai troppo compianto Professore Renato D'Alfonso. Fu lui che ci insegnò l'analisi logica e la “consecutio temporum” , fondamento di ogni saper scrivere. E Giulio deve averle imparate benissimo, tanto piacevoli e consequenziali sono i suoi scritti.
Premessa forse pleonastica, ma non disdicevole, per presentare l'ultimo lavoro della sua alacrità storica che questa volta valica i confini di Teano per abbracciare il vasto territorio che si distende verso la piana dei Mazzoni: ed anche qui è difficile distinguere se sappia usar meglio la penna o la macchina fotografica, tanto il libro è armonicamente ricco di immagini e di ricerca, di citazioni e di riferimenti dotti.
Un piacere da leggere e da gustare “La Pieve sull'argine”, dove l'ancestrale affezione per l'acqua si dipana lungo il corso del fiume Savone, che bagna gran parte del territorio che l'Autore descrive. Un fiume che molti di noi hanno amato come un essere vivente, come un punto di riferimento, pur paradossale per la sua essenza, espressione totale del “panta rei” .
Misurato forse più che negli altri suoi libri, Giulio descrive con maestria luoghi e costruzioni, paesaggi e personaggi richiamandoli alla memoria di coloro che li conoscono e presentandoli appassionato e partecipe a quanti li ignorano, negli uni e negli altri suscitando curiosità ed emozioni.
Dolce, sommesso, melodioso e accattivante lo stile; ricco e appassionante il contenuto.
Sapevamo anche prima di sfogliarlo che Giulio, con il suo ultimo libro, ci avrebbe fatto un ennesimo regalo di stile e di cultura.
Se veramente cercavi “una fluidità narrativa ed una levità espressiva” ci sei riuscito in pieno, ma hai trovato del pari una ricca profondità di argomenti.
Ancora bravo: aspettiamo il prossimo lavoro!

Claudio Gliottone
(da Il Sidicino - Anno VII 2010 - n. 11 Novembre)