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Garibaldinerie

 
 

Il vecchio imperativo borbonico “festa, farina e forca!”, col passar del tempo, è, almeno a Teano, proporzionalmente cambiato nei suoi obiettivi: molta festa, poca farina e niente forca!
Sarà sicuramente un vantaggio per tutti, a giudicare dalle ben 165 manifestazioni, solo a tutt'oggi, direttamente o indirettamente organizzate, sponsorizzate o patrocinate dal Comune su tutto il territorio: una ogni due giomi, e non è ancora finito.
L'occasione più ghiotta è stata offerta dalla celebrazioni garibaldìne, più sentite in occasione del duecentesimo anniversario della nascita dell'Eroe dei due Mondi.
Gran bagno di folla, scuole mobilitate, concorsi di pittura, scenografica rappresentazione dell'incontro, soliti triti dibattiti, ospiti di professione...
Ma il più bel dono a tutta la città, la vera e propria ciliegina sulla torta, a coronamento di cento anni della nostra paesana storia nell'ltalia unita, è venuta per iniziativa di un grande regista cinematografico, Carlo Vanzina, e del suo staff di celebri attori, tra cui Diego Abatantuono e Michele Placido, i quali hanno voluto rendere omaggio a Teano nel loro ultimo film, uscito nelle sale proprio il 26 ottobre, dal titolo "2061".
Questa la trama: gli sceneggiatori immaginano l'Italia nel 2061 divisa come più di un secolo fa.
Un muro separa la Padania dall'Emilia, la Toscana è divisa tra feudi che si combattono, il centro è dominato dalla chiesa e il sud è un sultanato. E proprio dove l'ltalia fu unita, a Teano, i protagonisti del film trovano una montagna di rifiuti alta più di quattromila metri: è la novella “Munnezza d' an pezzo", (immondizia da un pezzo ndr) nome che ricorda la sciisticamente più celebre Cortina.
Sfottò, presa d'atto o futuristica previsione che sia, almeno ci restituisce il sigillo dell'unità italiana; se ne rallegri il Sindaco e la sua corte! Se ne rallegri meno l'Assessore delegato ai rifiuti.
Ma a qual prezzo: quello del degrado locale pubblicizzato in tutte le sale cinematografiche italiane.
Un ulteriore negativo giudizio nazionale che si aggiunge a quello racchiuso nell'articolo a tutta pagina de “La Repubblica”, pubblicato sul finire degli anni ottanta a firma di Vittorio Zucconi.
Tutto è rimasto come allora, anche il Sindaco!
Accorgersi dopo oltre cento anni della grande occasione che la Storia ci ha casualmente offerto non serve più; dovevamo essere il fiore all'occhiello dell'Italia nata nel 1860, siamo diventati motivo di sfottò per la probabile Italia del 2061, anche allora, probabilmente ad indicarne le infinite contraddizioni che ancora esistono e dividono il Nord dal Sud.
Ma saremo sempre noi a farlo; Vairano, Caianello, Caiazzo e le altre tante città che vorrebbero contenderci la proprietà dell'lncontro del 26 ottobre 1860, non sono nessuno: la montagna di “mondezza” alta quattromila metri e sulla quale sarà possibile sciare, nel 2061, ce la avremo solo noi!
E ditemi se è poco!

Claudio Gliottone
(da Il Sidicino - Anno IV 2007 - n. 11 Novembre)