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Gli ultimi tre vescovi nei miei ricordi

 

Il teanese “generico medio” ha sempre avuto due importanti punti di riferimento: l'Ospedale e l'Episcopio. Come dire la cura del corpo e dello spirito!
Del primo è stato più volte fatto scempio e non è detto che sia finita qui.
Nell'episcopio il teanese ha sempre affettuosamente ricercato il suo Vescovo, il buon pastore di anime, ma anche, se non soprattutto, l'autorità costituita stabile e duratura, capace di soccorrerne anche il corpo nelle naturali esigenze di lavoro, di sviluppo sociale e, spesso e volentieri, di aiuto economico. Ed ha sempre avuto la fortuna di incontrare ottimi Pastori che hanno saputo in vari modi rispondere a queste esigenze.
Nella mia personale e laica storia ne ho conosciuto tre: Mons. Sperandeo, Mons. Cece e Mons. Tommasiello. Tre squisiti prelati, ma tre personaggi, pur nelle loro diversità caratteriali ed operative, tutti completamente integrati nel tessuto sociale.
Ricordo la grande bontà di Mons. Sperandeo, il suo essere disponibile ad ogni problema umano individuale e la grande capacità di essere al passo con i tempi, di intuire le necessità sociali del paese e di prodigarsi, sempre con grandi risultati, nel risolverle. Mi sembra di rivederlo quando, nell'affrontare io ed altri l'esame di catechismo, sapeva con estrema dolcezza, e senza contraddizione, essere particolarmente severo. Poi ci gratificava di un non altrettanto dolce buffetto sulla guancia e citava qualche massima in un latino che noi studenti, alle prime armi con la cultura classica, stentavamo a comprendere. Quante persone bisognose si sono rivolte a lui, in tempi tristi per tutti, ricevendone sempre gratificazione morale e materiale!
Prelato di grande spessore culturale ed umano, vantava amicizie importanti, in tempi in cui la politica si intrecciava forse come non mai con la religione, e le ha sempre messe al servizio di chi vi si rivolgeva per avere un lavoro, una sistemazione, o la soluzione a qualche problema; e lo faceva senza spirito di parte, pur rimanendo fino in fondo un uomo di Chiesa.
E del pari volgeva le sue amicizie per vantaggi di grande portata per l'intero paese: le Strutture della Curia furono sempre aperte a tutte le associazioni, a chiunque dimostrasse un impegno sociale.
Così si prodigò affinché, quando ancora non esisteva il Sistema Sanitario Nazionale, una sede della allora famosa “cassa mutua” (INAM) fosse aperta a Teano, con tutti gli ambulatori medici ed i servizi vari. E la ospitò in locali della curia, appositamente costruiti: un momento di grande progresso per il paese. Mi pare che sia stata l'ultima occasione in cui un Ente così importante sia stato insediato nel paese; tutti gli altri già cominciavano a sparire!
Non dimenticherò mai la grande disponibilità, ma soprattutto il suo stare al passo con i tempi, intuendone i positivi cambiamenti, dimostrata quando, giovani squattrinati ma pieni di tanta volontà, ci rivolgemmo a lui per creare una radio locale. Eravamo alla fine degli anni settanta, le radio erano di moda. Gliene parlammo: non esitò un istante a darci un aiuto economico ed il fitto, per una cifra irrisoria, dei locali da cui poter trasmettere. Aveva perfettamente compresa la grande utilità sociale che uno strumento siffatto poteva avere per il paese; e non ebbe remore di alcun genere. Fu uomo e Vescovo di grandissima generosità.
Il successore, Mons. Felice Cece, di ottima cultura, di una empatia più unica che rara, dal sorriso dolce e suadente, curò forse maggiormente la pastorale, ma lo avemmo con noi per poco tempo, destinato dopo pochi anni all'Arcivescovato di Sorrento. Ne ricordo soprattutto la cordiale semplicità e la volontà di incidere culturalmente. La costruzione dell'Auditorium risale alla sua volontà.
Il compianto Mons. Tommasiello fu figlio di altri tempi e modi: soprattutto di integrazione sociale intesa come battaglia civile, fino al punto da farla sovente prevalere sull'aspetto pastorale.
La sua attenzione era rivolta meno alle esigenze dei singoli e più a quelle della comunità; ed abbracciava i problemi facendosene portabandiera fino ai limiti istituzionali. Le battaglie per la riapertura dell'ospedale, contro la centrale elettrica in territorio di Sparanise, contro l'insediamento della raffineria della Q8 nei paesi della diocesi, la battaglia contro l'inquinamento.
Questa azione sociale lo allontanò dai singoli individui che non videro il lui, come erano abituati a fare con i predecessori, il buon padre a cui rivolgersi per problemi personali: il carattere del suo impegno era di portata più vasta e molti non vi si riconoscevano singolarmente.
Tre aspetti diversi di esser Vescovo; ognuno, per i suoi versi, positivo.
Non un giudizio, non avrei la minima autorità per esprimerne, ma solo il parere di un osservatore.
Potrei essermi sbagliato, ma sono certo di non farlo affermando che la personalità di un Vescovo, a Teano, è sentita con particolare trasporto ed aspettativa, perché ancora i teanesi sono bisognosi di guida spirituale e sociale. E questo è un bene.
A Mons. Aiello affidiamo il compito non facile di saperne contemperare le esigenze. E siamo certi che possiede tutte le qualità pastorali ed umane per farlo.
Un deferente saluto ed augurio.

Claudio Gliottone
(da Il Sidicino - Anno III 2006 - n. 7 Luglio)