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Indice Claudio Gliottone
 
 

Cose così,... di fantasia! - 8

 

“Damianooo, Damianooo, ma ch'è re' tutta st'acqua nterra? Guarda che schifezza ch'è diventata sta' sacrestia. Damianooo, Damianoo! Acqua per terra, sapone e schiuma dappertutto, persino il fon e gli asciugamani bagnati sulla cassapanca dei paramenti. Ma chi c'è passato, nu terremoto?
Damianooo!
Il povero Cosimo mancava dalla sede da più di una settimana; era stato in predicazione per tutta la diocesi. Una settimana di fuoco ed avrebbe voluto finalmente farsi un bel bagno caldo ed una dormita di quattro o cinque giorni.
Ma non aveva fatto i conti con il buon Damiano.
- Eccomi qua, eccomi qua, ch'è successo, che e sta' pressa?
- Come che è successo! Questa sacrestia è una stalla, e tu dici che è successo? Ma che hai combinato, per farti una doccia hai nquacchiato miezo munno!
- No, nooo, Cosimì, non sono stato io, è stato un povero cristiano di Tuoro.
- Un povero cristiano di Tuoro? E che c' entra con la nostra sacrestia.
- Vedi, Cosimì, quello il poveruomo aveva tanta voglia di farsi una doccia: più che una voglia era una necessità, me ne sono accorto a …naso!
- E nun s'a puteva fa à casa soia, sta doccia!
- E no! Perché da quando si è insediata la nuova amministrazione comunale a casa sua l'acqua non arriva proprio! Hai capito, Cosimì?: quel povero cristo deve aspettare le undici di sera per sciacquarsi un po', e neanche tutte le sere.
- E va bene, ma sono cinquant'anni che a Casafredda, a Tuoro, a Pugliano l'acqua non arriva. Oramai c'hanno fatto il callo, anzi, il “cuozzo”. Che vuoi che sia!
Le cose importanti sono altre. L'importante è che il Sindaco abbia firmato “il protocollo di Kioto”, sottoscritto il trattato di Roma , sia in stretto contatto con Bruxelles, e qualche volta partecipi ad un Congresso dell'ONU.
Ma soprattutto è importante che Teano sia oggi “una città per la pace”!
- E perché, prima era una “città per la guerra”? ridacchiò Cosimo strizzando lo straccio con il quale aveva cominciato ad asciugare le pozzanghere d'acqua lasciate dall'improvvido tuorese.
- Ma tu che vuoi capire! Pensa che l'amministrazione comunale ha adottato addirittura una delibera ispirata dal Vicesegretario di Stato….
- ….americano?
- No, Teanese.
- Al servizio di George Bush?
- No, di Pasquale Pino! ...E viceversa.! Ma fammi finire.
Ebbene, seguendo questa delibera la Giunta comunale ha fatto apporre dei cartelli stradali….
- Ancora cartelli ? Ma allora è un vizio!
- No, no: è un ..vezzo! Ma questo è un cartello di delimitazione urbanistica, oltre il quale si entra in Teano, città per la pace!
- Perché, così c'è scritto su questi cartelli?
- Certo
- Scusami, Damià, io sarò pure fesso, ma che cacchio significa? A parte la ridicolaggine della cosa in sé e per sé, ma mi pare che Teano c'entri con la pace come Canicattì c'entri con la guerra.
Ora, Damià, tu su un biglietto da visita che ci scrivi?
- Ma ci scrivo “ Damiano, benemerito santo di Teano”.
- E fai bene, perché tu santo ci sei veramente, hai fatto qualche miracolo ed hai vinto un concorso. Così a Canne ci scrivono “della battaglia” perché ci combatterono Annibale ed i Romani, a Bassano ci scrivono “del Grappa” perché fu teatro di guerra durante la battaglia su quel massiccio alpino, a Ronchi ci scrivono “dei Legionari” perché di là partirono i legionari di D'annunzio alla conquista di Fiume, a Quarto ci scrivono “dei Mille” perché da li partirono i garibaldini, e via di seguito.
Ma Teano che cosa ha fatto per “la pace”? Vi è stata firmata qualche pace, come a Vienna, a Chateau-Cambresis, a Caltabbellotta, ad Aquisgrana?
O vi è nato qualche Premio Nobel per la pace?
- Ma che c' entra Cosimì, quella vuole essere una intenzione. Significa: “guarda, Bush, che se tu vuoi fare la guerra, Teano (lo ha deciso il Vicesegretario di Stato…teanese) è una città per la pace”.
- E sai che risata che si fa Bush. Ma perché Bagdad o Washington sono “città per la guerra”? Ti pare che li dobbiamo scrivere su un cartello stradale una intenzione o un sentimento che è comune a tutta l'umanità? Che fanno parte, per dirla con Kant, della “legge morale che è dentro di noi”?
Se sentiamo la necessità di ostentare queste intenzioni su un cartello vuol dire che stiamo messi proprio male.
- E' vero, Cosimì, e poi hanno rimosso quei cartelli dove c'era scritto “Teanum Sidicinum” che era la stessa cosa del “benemerito santo di Teano” scritto sotto un mio eventuale biglietto da visita - bofonchiò Cosimo portando gli asciugamani puliti.
- Esatto. Quello era un riferimento identificativo delle nostre radici di antica civiltà, di una gloria finita a …fetecchia nelle mani di qualche manovratore d'oggi: che era solo nostra. Una prerogativa che certamente non possiede la stragrande maggioranza delle città del mondo.
E allora vedi che grande danno ci hanno fatto con il loro insulso qualunquismo?
Hanno sostituito qualcosa di solo nostro con il nulla assoluto di tutti.
- Hai proprio ragione Cosimì. Ma mo' sai che faccio? Mò provo ad andare in sogno a qualche amministratore, che so, a D'Aiello, che è senz'altro una persona intelligente, o a Pinelli, che è uomo di cultura, e glielo dico chiatto chiatto:
“Ne' signori amministratori, perché non togliete quei vergognosi cartelli, ché ci fanno fare una brutta figura? Anzi anzi ci fanno proprio un poco schifo?”
Può darsi che a me me stann' à sentì.!
Bisogna sperare, a volte i miracoli accadono!.
Le ultime parole furono coperte dal rumore dell'acqua che scrosciava violenta, mentre una fitta nube di vapore cominciava ad invadere la piccola sacrestia. Ne aveva proprio bisogno,Cosimo, di quella doccia: per ristorarsi, e per non pensare ai fedeli di Casafredda e di Tuoro, per i quali una doccia calda, o calda dall'inizio alla fine, resta ancora un lontano miraggio.

Claudio Gliottone
(da Il Sidicino - Anno II 2005 - n. 2 Febbraio)