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Indice Claudio Gliottone
 
 

Cose così,... di fantasia! - 4

 

Mancava poco all'alba, quel giorno. Il povero Cosimo continuava a rivoltarsi nelle sua nicchietta senza riuscire a trasformare in sonno quegli ultimi scampoli della notte, così dolci per chi sa di non doversi alzare in fretta e furia.
La cosa lo innervosiva ancora di più, visto che, vuoi per il caldo, vuoi per quel tanfo di cera sempre presente nella angusta chiesa, l'intera nottata non era stata delle più tranquille.
Come non bastasse, un insistente rumore di passi che si avvicinava sempre più lo scosse definitivamente; sollevò la testa ed aprì gli occhi appena in tempo per vedere aprirsi l'uscio ed una sagoma conosciuta attraversare il portale.
- Damià, sei tu?
- Scccc! Zitto, zitto! Dormi!
- Ma come “dormi!”? Ma ti pare questa l'ora di ritirarti? E poi con tutto il casino che stai facendo come faccio a chiuder occhio? Dove sei stato?
- Dove sei stato…dove sei stato! Sono stato a fare il mio dovere “assistenziale e patronale”!
Sono stato a farmi un giro per la città, per vedere se i nostri concittadini stanno bene, hanno bisogno di qualcosa, se sono organizzati bene. Lo dovremmo fare molto più spesso, noi santi di Teano per poter renderci conto dei reali bisogni quando vengono a chiederci qualche grazia.
- Certo, ma di notte cosa hai potuto mai vedere?
- Ho visto, Cosimì, ho visto!
E cominciò a stendersi su una panca, si passò la mano tra i capelli e se la pose sotto la nuca, sollevandola quel poco che bastasse per continuare a guardare Cosimo, oramai completamente sveglio.
- Innanzi tutto ho capito che a Teano non ci si può perdere. Ci sono tanti di quei cartelli stradali che ti dicono pure dove poter fare la pipì. Che bella cosa: nelle frazioni ci sono i cartelli che ti dicono dove sta la scuola elementare e dove sta quelle materna. E pensa, seppure stanno vicine o nello stesso edificio, ci stanno due cartelli distinti e separati! Che civiltà! E poi, c'è un fosso per strada?
Ci si mette subito un cartello che ti avverte “Fosso sulla strada”! Che bella cosa!
Pensa che ad un certo punto mi sono trovato di fronte ad un complesso residenziale con tante costruzioni quasi uguali, tutte sormontate da una croce, in un parco circondato da soli cipressi e tante luci e lumini. Ho pensato subito, che sbadato, che fosse una discoteca, un nigt-club,
Poi, per fortuna c'era un cartello anche lì: “CIMITERO”.
Hai capito, Cosimì, se non c'era il cartello io l'avevo preso per un locale da ballo!
Hai capito che cosa grande che hanno fatto con questi cartelli?
- Ho capito. Per rendere le cose chiare usano addirittura cartelli uguali, diciamo “gemelli”. E' così?
- Certo, sono “gemelli”, ma dicono cose diverse, sennò ne basterebbe uno solo!
- E tu proprio non pensi che i Teanesi farebbero volentieri a meno anche di quello?
- Certo. Ma noi facciamo parte del Parco di Roccamonfina ed è importante che ci siano i cartelli giusti al posto giusto, anche se in copia gemellare. Ed a questo ci hanno pensato i nostri amministratori che stanno spartendo tutto per il giusto.
- E poi… e poi cos'altro c'è di bello? incalzò Cosimo che ormai cominciava a divertirsi, forse perché pensava che le parole di Damiano volessero significare altre cose.
- E non hai visto quelli nel centro storico!
Sui palazzi appena restaurati cartelli di tutti i colori, rigorosamente in plastica. Così, se uno ha bisogno, ad esempio, ma solo ad esempio, di una “cornetteria” la trova subito subito.
Troppo bello, Cosimì, troppo bello.
E sottolineò queste ultime parole agitando le braccia davanti a sé come per raffigurare tutta una prospettiva di accelerato progresso, di illuminato futuro, di grandiosità sociale.
- Ma il più bello è la sicurezza che si respira in città. Adesso partiranno le “ronde ecologiche” che, affiancate da quelle della protezione civile, veglieranno sui campi e sui boschi, sulle case e sulle strade. Ci stiamo “militarizzando”, Cosimì, ci stiamo militarizzando.
Ma Cosimo, che lo conosceva bene, stentò a credere alla sua sincerità:
- Ma non è che alla fine avremo anche noi il nostro bravo Generale Pinochet?
- E certo! Noi ce l'abbiamo già il nostro Generale Pino-cè! Che ti credi, Cosimì!
- …Damià, ma stai parlanno o' vero, o me stai facenno fesso?
- Cosimì, ma i' so' nu santo! E te pare che nu santo po' fa' fesso a' nato santo?
Io sono contento. I Teanesi si divertono comm' a' pazzi; balli in tutte le piazze del centro e delle frazioni; concorsi di bellezza con miss comunali e “paracomunali”, spettacoli musicali. Tante belle cose nazional-popolari di cui il paese aveva proprio bisogno.
Ma tu pensa che la vecchia amministrazione aveva aperto una biblioteca, aveva valorizzato il Museo con attività promozionali, aveva allestito spettacoli di spessore culturale! Che faccia tosta!
Per fortuna i nuovi hanno cancellato tutto.
E poi questo nuovo spirito li rende produttivi; sapessi i teanesi come fanno carriera nei loro posti di lavoro, specie al comune!
Queste ultime parole le pronunciò con l'inequivocabile atteggiamento di chi si diverte, come dicono a Roma, a “coglionare” il prossimo.
Fu a questo punto che Cosimo brandì un pesante candelabro e lo scagliò contro l'amico con quanta forza aveva :
- Damià, …ma va ffà…!!!
Solo l'eterea inconsistenza fisica della santità evitò che Damiano si fraccasse il cranio!

Claudio Gliottone
(da Il Sidicino - Anno I 2004 - n. 10 Ottobre)