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La verità sullo Storico Incontro di Teano...

 

La storia risorgimentale dà molta enfasi all'Incontro del 26 ottobre 1860 tra Vittorio Emanuele II e Giuseppe Garibaldi perché segnò una tappa storica della nuova Italia. I Comandi degli eserciti non diedero, in quel momento, alcuna importanza al luogo dell'avvenimento, tanto meno la stampa diede particolare rilievo a quel che poi sarebbe stato ritenuto un grande evento storico. All'inizio dei primi anni del secolo scorso, in special modo ad ogni scadenza commemorativa, si ebbero molti lavori e spesi fiumi d'inchiostro sull'argomento da parte di storici locali, senza però apportare alcun contributo alla illustrazione di quel grande momento della storia nazionale. Il 26 ottobre 1860 termina la grande avventura de “I Mille”. Giuseppe Garibaldi consegna a Vittorio Emanuele II il Regno delle Due Sicilie e lo saluta “Re d'Italia”. L'Incontro avvenne nei pressi di Teano, senza troppe formalità, anzi, con molta freddezza fra lo stato maggiore del Re Vittorio e gli aiutanti di campo del Generale. Con la stretta di mano Garibaldi è liquidato.
Gli storici locali che scrissero dell'Incontro, partirono da preconcetti e da illazioni che alimentarono solo la polemica, pericolosissima arma, che li guidò con miopica visualità sul campo, molto ristretto, del campanile del proprio paese.
Ma dove ebbero ad incontrarsi i due Grandi scambiandosi il ben noto saluto? A Monte Croce o Santacroce Comune di Teano (1), a Taverna della Catena (2) presso Vairano Patenora o nel Comune di Caianello? (3) La disputa sul luogo dell'Incontro è lunga e complessa. Per pacificare gli animi dei cittadini dei tre Comuni che si contendevano l'avvenimento, nel 1891 fu costituito a Teano un comitato per studiare e individuare il luogo preciso dove Re Vittorio ed il Generale Garibaldi si erano incontrati. Le ricerche durarono vari anni, sia da parte di storici professionisti, sia dell'Ufficio Storico del Ministero della Guerra, ma soprattutto da storici locali. Nel primo centenario della nascita di Garibaldi nel 1907, le ricerche s'intensificarono e furono scritti libri, articoli, monografie e pubblicati molti diari delle imprese garibaldine.
L'avvocato Giuseppe Lonardo, uomo politico, con interessi nel Comune di Teano ed in quello di Caianello da cui proveniva, da uomo accorto e diplomatico affermò che l'Incontro avvenne nel Comune di Caianello, precisamente al “Quadrivio di Taverna Catena". Accanito sostenitore della sua tesi il Lonardo dello “Storico Incontro” ne fece uno dei suoi cavalli di battaglia che lo accompagnarono in tutti i comizi elettorali. Una brutta sorpresa, che non si sarebbe mai aspettato, dopo anni di infaticabile propaganda: “Taverna della Catena,” rivendicata da Vairano, rientrò a far parte del Comune di Vairano Patenora.
L'avvocato Luigi Palmieri e l'insegnante Vincenzo Boragine, teanesi, scrissero sull'argomento che stiamo trattando. L'uno con apprezzatissimi articoli su quotidiani, l'altro fu autore di un'ottima e interessante monografia, impegnato per vent'anni nella ricerca di accertamenti, audizioni di testimoni, verifica di documenti, d'informazioni ricevute da persone presenti all'incontro quali: il gen. Cialdini, Giuseppe Porta, i garibaldini Alberto Mario, il col. Giuseppe Missori, G. Cesare Abba e tanti altri ancora. Ambedue cercarono di dimostrare che l'Incontro si ebbe a Monte Croce o Santacroce nel territorio teanese presso la contrada Borgonuovo.
Di ben altro avviso il breve articolo dell'avvocato Pietro De Quattro pubblicato dal giornale di Teano “La Fiamma” del 26 agosto 1910. Questi asseriva che i due Grandi ebbero ad incontrarsi in un altro punto del territorio di Caianello, precisamente presso il Ponte della Pescara, a pochi metri dal confine col Comune di Teano. L'ispettore didattico Geremia affermò che l'Incontro era avvenuto nel territorio di Vairano. Un altro articolo di Francesco Cardente ci dà notizia che gli incontri furono due: il primo ufficioso a Presenzano, il secondo ufficiale a Teano. Seguono altri scritti: Guido Di Muccio, Giovanni Spaziano, Francesco Cribari, Carlo Antuono ed altri ancora. Sull'incontro di Teano, come si può notare, la letteratura è molto vasta e la vastità stessa degli scritti ci sorprende perché, essa, non si limita solo da essere accompagnata dalla ricca e paziente documentazione, da riproduzione di cartine topografiche e schizzi, da veri trattati specialistici su tattiche militari, ma si estende in riproduzione di lettere, fotografie, documenti vari e certificati notarili.
Lavoro apprezzabile, duro e paziente, ma senza utilità pratica e senza risultati positivi. Lavoro che per mancanza di prove sicure, tangibili, inconfutabili si è sempre prestato ad essere contraddetto ed ha alimentato solo beghe di campanile e pettegolezzi paesani. Ci conforta però che al di sopra di questa immensa inutile mole di lavoro, maestosa e severa, si eleva la sentenza degli Uffici Storici Militari pubblicata in un Bollettino Ufficiale:
L'Incontro Del 26 Ottobre1860 Avvenne Presso Teano
E Così Bisogna Ritenerlo
Coloro che scrissero dell' “Incontro” si preoccuparono solo di ricercare sul territorio del proprio paese quei pochi metri quadrati di terreno sui quali poggiarono gli zoccoli dei cavalli di Vittorio Emanuele II e Giuseppe Garibaldi nel momento in cui si scambiarono il noto saluto, quasi come se un “Incontro Storico” della portata di quello del 26 ottobre 1860 può considerarsi un comune incontro tra amici che si vedono per caso, si sorridono, si stringono la mano e poi si lasciano per proseguire ognuno per la propria strada.
L'incontro di Teano merita ben altre considerazioni. Esso avvenne tra un Re che avanzava vittoriosamente dal nord e un grande Repubblicano, un Dittatore che, dopo aver conquistato un Regno, lo donava a Vittorio Emanuele pur di vedere realizzata l'Unità e l'Indipendenza della Patria. Orbene, se questi dati assegnano all'avvenimento un significato politico molto grande, bisogna allora tener presente che esso conservava la caratteristica di un incontro militare sul campo di battaglia e come tale, anzitutto, esigeva una consegna, sia pur formale, un rapporto sulla situazione locale, sulla guerra in atto, sulla rotta dell'esercito borbonico verso il Garigliano e quindi è logico ammettere che tra il Re ed il Dittatore vi sia stato un colloquio, una conversazione a quattr'occhi priva di testimoni.
La Storia ci conferma che questa circostanza vi fu e il colloquio avvenne precisamente su quel tratto di strada che il Re e il Dittatore, dopo il saluto, percorsero fianco a fianco, distanziati più di cinquanta metri dal resto delle armate. Quale fu l'oggetto di quella conversazione nei quindici minuti di colloquio? Noi non lo sappiamo né lo sapremo mai. Ciò detto è inconfutabile, storicamente documentato e mai contrastato, come contrastata fu mai la distanza di poche miglia percorse insieme, il tempo intercorso per raggiungere Teano in quindici-venti minuti e che il tratto di strada sia stato quello della provinciale Vairano Scalo – Teano.
Teano era la meta da raggiungere quale punto strategico per tagliare la rotta alle retroguardie borboniche verso il Garigliano, la battaglia che in quello stesso giorno fu combattuta a S. Giuliano di Teano, tra le truppe nazionali e le retroguardie borboniche, senza la presenza dei garibaldini, sono dati più che salienti e idonei a dimostrare che il tratto di strada indicato fu quello percorso insieme dai due Grandi e, su tanto furono d'accordo anche gli scrittori locali, perché quei tratti di terreno che essi, storici professionisti e dilettanti, si accanirono con una tenacia che non conosceva limiti a rintracciare, sono tutti situati lungo il percorso della strada provinciale Vairano Scalo – Teano.
Quindi non negando che a Taverna della Catena o al Ponte della Pescara o a Monte Croce i due Grandi si siano scambiati i convenevoli omaggi e considerando che un incontro come quello della portata del 26 ottobre 1860 esigeva un certo tempo, un certo luogo appartato, una certa materia da trattare a quattr'occhi, si è portati a concludere che il “Vero Incontro” avvenne solo sul tratto di strada che da Vairano Scalo mena a Teano. Riconoscendo ancora che questo tratto di strada attraversa per una piccolissima parte il territorio del Comune di Vairano Patenora e la restante parte il Comune di Caianello e quello di Teano, di cui la maggiore quota appartiene proprio a quest'ultimo, è d'obbligo convenire che la Storia assegnò bene l'indicazione:
“L'INCONTRO AVVENNE PRESSO TEANO”
In Contrada Masseria Cantina, poco prima del Ponte degli Svizzeri, quasi alle porte di Teano, l'Esercito Nazionale sfilò davanti al Re e a Garibaldi come a chiusura dell'Incontro e furono resi gli onori delle armi ai reparti armati. Chi conosce le località citate sa che esse sono alle porte di Teano. A Porta Roma infatti i due Grandi si separarono e mentre Vittorio Emanuele prendeva alloggio nel Palazzo dei Conti Caracciolo di S. Agapito, Garibaldi consumava la sua colazione in una stalla sul “Muraglione” in Via Mercato.
Garibaldi e le camicie rosse, dopo tante battaglie, rinunce, sacrifici e ideali traditi, uscirono di scena.

Note
(1) - Tesi del Boragine e del Palmieri: L'incontro avvenne a Monte Croce o Monte Santa Croce nei pressi della contrada Borgonuovo nel Comune di Teano. (Il prof. A. Broccoli il 23 giugno 1891 pubblicò uno scritto su <L'Araldo>: “Monte Croce o Santacroce si trova in Terra di Lavoro alla sommità dell'immenso cratere di Roccamonfina -1005 metri s. l. m.- Sulle ultime pendici di questo cratere, nel versante orientale S.S.E. che guarda lo stradale degli Abbruzzi - che da Venafro mena per Caianello, a Calvi – da Monte Croce, scendono giù al piano in linea quasi verticale verso Teano, si taglia nella linea di proiezione il Monte Atano a 626 m. s.m., per giungere a Monte Lucno che a 380 metri, rappresenta l'ultimo sforzo plutonico del sollevamento vulcanico di Roccamonfina). A Monte Croce, verso il 1750, Carlo III di Borbone, per avere la comodità di recarsi al bosco di Torcino, ordinò a don Carlo Di Marco, commissario di campagna, ufficio oggi tra un appaltatore e un ingegnere del Genio Civile, di aggiustare la strada proprio a Monte Croce, nei pressi di Borgonuovo dove c'era molta salita e i cavalli ne soffrivano.
(2) - Taverna Catena: fu fatta costruire verso il 1720 dal Duca Domenico Mariconda nel suo feudo, ad un miglio circa da Marzanello, sulla cima di una montagna nella zona di Patenara ai bordi della strada per Venafro. Nel 1860 era ancora luogo di transito obbligatorio per gli Abruzzi ed i viandanti dovevano sottostare al pagamento del pedaggio “ius del passo”, tassa gravosa e arbitraria nonostante fosse stata abolita con decreto del 16 aprile 1792. Nel regno di Napoli, nei momenti di maggiore anarchia i Baroni moltiplicarono i” passi “spostandoli addirittura da un punto all'altro dei loro feudi. Solo nel 1868 allor quando subentrò il Regno d'Italia fu varato un piano organico per la costruzione delle strade con le spese a carico delle province e dei comuni. La taverna era opportuna per una difesa e il gen. G. Salzano ne prese possesso il 23 ottobre 1860 scaglionando le sue truppe sulla strada di Teano e fece tagliare i pioppi per avere una visione chiara della strada che menava a Presenzano. Le foglie gialle dei pioppi, alle quali si riferisce il Mario, non sono a Taverna Catena ma in altro luogo.
(3) - Pietro De Quattro: L'avvocato Pietro De Quattro nacque a Magnano, frazione di Teano, il 31 dicembre 1853 ove morì il 18 ottobre 1943. Laureato in giurisprudenza alla Federico II, frequentò lo studio dell'Avv. Francesco Saverio Correra, zio materno, deputato e collaboratore alla redazione del codice civile del 1865. Anche il De Quattro scrisse dell'Incontro che era avvenuto però in un altro punto del Comune di Caianello, precisamente presso il Ponte della Pescara a pochi metri dal confine del Comune di Teano.

Pasquale Giorgio
(da Il Sidicino - Anno XIV 2017 - n. 10 Ottobre)

Valogno di Sessa Aurunca – Particolare del murale celebrativo del 150° ann. dell’Unità d’Italia
(foto di Mimmo Feola)