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La "U.S. E. Zupo Teano" compie 40 anni

 
1975 - XII torneo S. Paride - Zupo Teano. In piedi da sinistra: Vitale, Bertone, Squillace, Bacchin (serie A Torino), Abbatiello (magazziniere), Trabucco, (serie C Succivo), Rendina (Zupo Teano), Vannin (serie A Juventus), Giorgio, Iannacone (Zupo Teano), Fascitiello, Gravante (serie B Livorno), Brunetti (serie B Como). Accovacciati da sinistra: Mancini, Esposito (2° portiere Zupo Teano), Papale (portiere serie A Catania), D'Aversa (serie A Lane Rossi Vicenza), Di Preti (serie B Arezzo), Bussolin (serie A Brescia), Arrighi (serie B Varese).
 
1976 - XIII torneo S. Paride - Zupo Teano. In piedi da sinistra: Fascitiello, Ferraro (3° portiere Zupo Teano), Esposito (2° portiere Zupo Teano), Ghisetti (serie B Modena), Giorgio, Castronaro (serie A Genova), Trabucco (Succivo), Terraneo (portiere serie A Torino). Accovacciati da sinistra: Salvi (Zupo Teano), Rendina (Zupo Teano), Brunetti (serie B Como), Muraro (serie A Inter), Cappeletti (serie A Perugia), La Bura (nazionale under 21, serie A Atalanta), Bini (serie A Inter).
 

Una piccola premessa. Mi corre l'obbligo di ricordare i tanti amici, che nei modi più diversi, contribuirono, con il loro fattivo impegno a fare rinascere e dare gloria allo sport del calcio Sidicino. Ricordi di ordine sparso sfilano davanti agli occhi, come si stesse sfogliando un vecchio album di famiglia: artigiani, professionisti, esponenti della piccola borghesia locale, giovani atleti, ragazzi di strada, uomini sportivi giovani e meno giovani, in conclusione, un po' tutti quelli che concorsero, in varia misura, alla nascita dell'U. S. E. Zupo Teano. Il mio pensiero e il più vivo ringraziamento va anzitutto a coloro che ci hanno lasciato e che fattivamente e con gran sensibilità si adoprarono per la causa: Gianni De Spirito, Romolo De Maio, Luigi Minerva, Angelo Ferraro, Nicola Di Benedetto, Giuseppe Rendina, Paride Grieco, Paride Passero, Armando Stavolone, Antonio Cirelli, Paride Squillace, Luigi Maglione, Vincenzo Zupo, Pietro Faella, Nicola Cataldo, Giuseppe Vitale, ecc. Parimenti ringrazio tutti gli amici che ancora oggi seguono lo sport e la Zupo in particolare: Mario Fascitiello, ferroviere, il cugino altro Mario Fascitiello, Antonio Loffredo (il “marchese”), Cosimo Ruggiero, Paride D'Errico, Umberto Mancini, Giocondo Molinaro, Giuseppe Gentile, Vittorio Fascitiello, Michele Lerro. Un grazie particolare al magazziniere Giuseppe Abbatiello (Peppe u' crik ) che con la sua abilità e oculatezza seppe evitarci sprechi e dispersione di danaro.
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Siamo nel 1972. Da circa dieci anni, la “Zupo” non figura più nell'elenco delle squadre di calcio iscritte alla Lega Campana F. I. G. C.
La società è sciolta. I non pochi debiti accumulati verso la federazione, insolvenze verso i fornitori e giocatori avevano costretto il presidente, Rag. Antonio Palermiti, a dimettersi ancor prima che finisse il campionato in corso. Presidente e dirigenti erano stanchi, soprattutto, per i continui tafferugli che avvenivano a bordo campo durante le partite, in casa e fuori, tra le opposte tifoserie e che proseguivano per le strade cittadine fino a tarda sera. La Lega applicava multe salatissime e la Forza Pubblica diffidava la Società e la dirigenza. La gloriosa squadra di calcio: “La Sidicina” dell'anteguerra, sul vecchio campo sportivo di S. Antonio, era solo un caro ricordo e la grande “G.S. E. Zupo” cessava la sua attività nei primi anni '60. Dall'uscita di scena della “Zupo”, il calcio teanese era limitato a società della massima durata di un campionato. Solo l'amico Vincenzo Mastrostefano, con l'aiuto di poche persone, riuscì a formare un “Gruppo Sportivo” (G. S. Teano) e a partecipare per due o tre anni a campionati di terza e seconda categoria ottenendo, con discreti giovani calciatori, anche buoni risultati di classifica. Le spese, che superavano di gran lunga le entrate e la mancanza di contributi comunali, costrinsero anche il buon Vincenzo a sciogliere il gruppo. Altro paladino fu Zefiro Boragine che con le poche cose lasciategli da Vincenzo e con alcuni ragazzini riuscì a partecipare per diversi anni al campionato di Lega Giovanile, con grandi sacrifici economici personali, con la “Rinascita Teanese”.
Intanto nascevano squadrette di calcio rionali, con dirigenti improvvisati, che in occasione della festa patronale, organizzavano il cosiddetto “Torneo S. Paride”. Il 6 agosto del '72 vide vincitrice “La Folgore”, una bella squadretta con giocatori che fungevano anche da organizzatori, dirigenti ed allenatori. In una di quelle afosissime giornate, tra la prima e la seconda decade di agosto, fui invitato dal compianto amico Gianni De Spirito ad una riunione alle ore 15.00 presso la sede dell' ACLI. Trovai lì una quarantina di persone: alcuni amici, altri ex dirigenti sportivi e giovani che conoscevo solo di vista. Il prof. Luigi Minerva eletto Presidente dell'assemblea, passò subito la parola a Gianni De Spirito. “Creare una società sportiva lungimirante e una grande squadra - esordì Gianni - è lo scopo di molti di noi qui presenti…” e continuò ancora per una decina di minuti concludendo: “Il tempo a disposizione è pochissimo per cui bisogna stabilire ora la quota sociale e i nominativi dei soci fondatori”. L'entusiasmo dei presenti era al settimo cielo e solo due o tre persone abbandonarono la seduta. Io assistetti da ospite senza mai proferire parola, tuttavia dichiarai la mia adesione.
Essendo stato in passato socio e poi consigliere della vecchia Zupo sapevo delle difficoltà cui si sarebbe andato incontro. Tra me e me pensavo che l'ora e il caldo stagionale facevano vaneggiare Gianni e compagni. Dopo il primo invito volutamente non partecipai più agli incontri, che si susseguirono quasi quotidianamente, convinto che nel giro di pochi giorni sarebbe finito l'entusiasmo e la società. Gianni, coriaceo, continuava ad invitarmi e tenermi aggiornato degli sviluppi. Il pomeriggio del giorno dopo ferragosto mi telefonò il Direttore Didattico Luigi Maglione invitandomi a casa sua intorno alle ore venti. Li trovai il figliastro Angelo Ferraro, allora magistrato a Thiene in provincia di Verona, Armando Stavolone, l'onnipresente Gianni e il notaio Enrico Cestari. Fu il notaio, con il quale ci vedevamo quasi ogni sera al Circolo dell'Unione, a dirmi che Gianni era stato incaricato da un gruppo di cittadini a redigere lo statuto di una nascente Società Sportiva. Capii subito che l'invito fattomi nascondeva l'obbligo a collaborare. Lo Statuto fu presentato al pubblico domenica 20 agosto alle ore 10 presso il Cinema Teatro Garibaldi, gentilmente messo a disposizione dai fratelli Imerio e Augusto Boragine. La sala era gremita di cittadini, moltissima folla calcava lo spazio antistante la sala, e ancora fuori del cinema occupava parte di Via Nicola Gigli. Appena dopo la lettura dello Statuto, l'assemblea, seduta stante, decise di procedere all'elezione del Consiglio Direttivo con l'obbligo di almeno due liste di canditati scelti tra i Soci Fondatori; il voto segreto; un'ora di tempo per la presentazione delle liste; di estendere la votazione a tutti i presenti che volessero partecipare; di dare ampio mandato, al consiglio eletto, per la scelta del nome della Società e della Squadra. La lista n°2 ottenne la maggioranza assoluta, ma rinunciarono all'incarico, assicurando la loro collaborazione esterna: Armando Stavolone, Luigi Minerva, Vincenzo Zupo, Paride Squillace e Antonio Cirelli. L'assemblea decise allora di fare entrare nel consiglio direttivo i primi cinque più votati della lista n°1 e cioè: Cosimo Ruggiero, Paride Grieco, Pietro Faella, Nicola Cataldo, Giuseppe Vitale. Gli eletti, tra i quali il sottoscritto, furono convocati per le ore 18 presso la sede ACLI per eleggere il presidente e il consiglio direttivo. Gianni, come al solito, prese la parola e senza avermi prima consultato mi propose come Presidente. Votarono a favore, per alzata di mano, tutti i diciotto presenti e a nulla valse il mio netto rifiuto.
Eletto il direttivo, furono distribuiti gli incarichi a tutti i consiglieri. Infondo non mi dispiaceva del tutto ma la responsabilità alla quale andavo incontro era enorme e mi sentivo incapace e pauroso. Per poter partecipare al campionato si doveva lavorare moltissimo ed il tempo a disposizione era molto limitato. Fu nominato direttore sportivo Giuseppe Gentile affiancato da Armando Stavolone; allenatore provvisorio Romolo De Maio (carica poi definitiva); l'incarico a due consiglieri risolse problemi di tafferugli. Ad Umberto Mancini addetto agli arbitri, e ad interim accompagnatore della Lega Giovanile, fu affiancato il tifoso più esagitato, e manesco, Ciro Giardino. La lega giovanile fu affidata a Massimo Stavolone. Come addetti alla biglietteria e all'ingresso furono responsabilizzati altri due turbolenti soci: Michele Cangiano, detto “Michele a cappella”, e Umberto Montuori (il sordo-muto). Il dott. Vicario Verniero nominato medico sociale. Il 21 agosto con Gianni e Mario Fascitiello, il ferroviere, così distinto da non confonderlo dall'omonimo cugino anche lui socio e cassiere della società ci recammo a Napoli presso la Lega Regionale. Fummo informati delle modalità e termini di iscrizione. L'ultimo giorno valido era il 15 settembre e unitamente alla domanda di ammissione bisognava accludere la ricevuta di versamento della quota d'iscrizione; nome della Società e della squadra; colori sociali; l'ubicazione e il nome del campo sportivo. In poco più di due settimane tutto era pronto.
La raccolta fondi aveva superato ogni previsione. Una prima squadra allenata da De Maio ed una seconda da Donato Gallo erano pronte per la competizione, mancava solo il beneplacito della Lega. Con Mario Fascitiello (ferroviere), che per quattro anni mi fu sempre vicino mettendo a disposizione la sua auto e il carburante, rifiutando ogni forma di contributo anche mio personale, l'11 settembre dal Comitato Regionale dove eravamo a colloquio avemmo una brutta sorpresa. Il nome della Società, che avevamo deciso fosse G.S. E. Zupo non poteva essere usato, come non potevano essere usati G.S. Teano, U. S. Teano ecc. a meno ché non si fossero onorati i debiti accumulati nel tempo dalle predette Società. Arrivati a Teano a mani vuote, convocato d'urgenza il consiglio il problema fu presto risolto. Il Presidente della Lega, Massimo Bongiorno di Salerno, era stato carissimo amico degli anni universitari di Armando Stavolone per cui l'indomani questi l'avrebbe contattato e fissato un appuntamento prima del 15. Il 13 settembre ci recammo dal Presidente ed ottenemmo che la Società si chiamasse “U.S. E. Zupo Teano”, fu aggiunto Teano che non figurava nella U. S. E. Zupo e G. S. E. Zupo. Come nuova Società, però, potevamo partecipare solo al campionato di Lega Giovanile. Dopo lunga discussione e compromessi, il Presidente contravvenendo ad ogni disposizione, salvo ricorsi di altre Società, ci concesse l'iscrizione alla seconda categoria. Colori sociali dichiarati furono: maglia rosso-verde a strisce verticali; 2^ maglia: bianca con banda trasversale rosso-verde; 3^ maglia rossa con larga banda orizzontale bianco-verde. Altro problema, l'inizio del campionato era alle porte quando giunse una comunicazione che il campo (il glorioso “Bonaventura Medori” oggi sede dell'Auditorium diocesano e di un complesso edilizio) non era idoneo e quindi avremmo dovuto giocare su campo neutro. Una corsa a Caserta a Via Mazzini per la consegna di un prosciutto di maiale nero della famosa razza teanese ci fece tornare a Teano con un miracolo in tasca. Bastò chiudere qualche buco nella rete di recinzione e spostare di quattro-cinque metri più dietro una delle due porte e in tre giorni ci fu notificata l'agibilità. Intanto supportati dalla stampa, dal corrispondente de “Il Mattino” il vice sindaco di Teano, Cav. Gennaro De Biasio, seguito dal corrispondente de ”Il Roma” dopo, con articoli quasi quotidiani, riuscimmo in poco tempo a distinguerci per l'organizzazione della Società e per l'ambizioso programma calcistico in tutta la provincia. Tutta Teano era in fermento. Un articolo sul Mattino dal titolo altisonante: “Rinverdiscono gli allori del passato” che tracciava a doppie linee un'ambiziosa e seria Società, un programma calcistico molto vasto e nomi di calciatori conosciuti quasi in tutta la provincia, faceva sognare i teanesi.
Il resto è storia. L'anno 1973 la Zupo vinse tre titoli con tre squadre militanti in campionati diversi. La prima squadra inoltre vinse la Coppa Provinciale allo Stadio Pinto di Caserta contro l'altra finalista “Palmiero Caserta” dopo aver eliminato in semifinale, la settimana precedente sul campo della Maddalonese, la fortissima squadra del “Real Zinzi” di Marcianise. Lo stadio era gremito di teanesi che per tutti i novanta minuti incitarono la squadra alla vittoria con trombette, tamburelle e cantando: “La Zupo è forte e vincerà”. Fu un giorno indimenticabile per la Società, per la dirigenza, per i calciatori e soprattutto per i teanesi. Al ritorno da Caserta fummo accolti in Piazza della Vittoria da un tripudio di folla delirante con fiori e spumante. La Lega giovanile vinse largamente il proprio girone, con Martino Amendola capocannoniere del campionato, e arrivò alle finali provinciali dove fu sconfitta solo dalla gloriosa “Sammaritana”. Lo stesso anno organizzammo il Torneo S. Paride invitando a partecipare tre comuni vicini. Profittando della conoscenza di un Capitano Cappellano della Caserma Addestramento Reclute Atleti di Cassino, riuscii ad avere il permesso di utilizzare, per le partite della nostra squadra, quattro o cinque calciatori professionisti di serie A.
In tre anni i rapporti col Cappellano si intensificarono fino a potere usufruire di tredici-quattordici calciatori della serie A e B. Teanesi e soprattutto moltissimi forestieri affollavano il campo e con i proventi annuali del torneo riuscimmo a pagare le iscrizioni ai campionati. Il 1974 fummo promossi al campionato di promozione ma la mancanza di un campo sportivo idoneo alla serie superiore ci costrinse a ripetere l'iscrizione alla 1^ categoria. L'avvocato Michele Accinni, presidente del CONI di Caserta, in una delle riunioni mi chiamò in disparte per farmi vedere un progetto di stadio, che giaceva in un cassetto dell'Ufficio di presidenza, redatto dal Ing. Bruno Masucci per conto del sindaco del Comune di Teano Arch. Paride Lerro, progetto finanziato a fondo perduto e concesso dall'Ente già da due anni. Il Presidente Accinni mi pregò di sollecitare l'Amministrazione Comunale di procedere alla espropriazione del terreno, già vincolato a tale destinazione, in località S. Parillo. Recatomi con Gianni in Comune avemmo la più ampia assicurazione che la pratica era in ordine di esecuzione. Ci fu dato anche copia del progetto che fu da noi pubblicizzato con l'esposizione nella vetrina della carto-libreria del Comm. Salvatore Acciardi al Corso V. Emanuele. Nel 1976 conquistammo l'ennesima promozione ma costretti a fare il passo del gambero e perso ogni mordente, con l'intero consiglio che per quattro anni mi era stato vicino e collaborato attivamente, decidemmo di dimetterci e di passare la mano al prof. Paride Squillace e al nuovo Consiglio.

Pasquale Giorgio
(da Il Sidicino - Anno IX 2012 - n. 8 Agosto)