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S. Maria a Valogno (Sessa A.) - La Madonna del Mirteto

 
 
 
(foto di Mimmo Feola)
 

Durante l’escursione fotografica di sabato 16 febbraio ho fatto visita alla Madonna del Mirteto a S. Maria a Valogno, piccola frazione di Sessa Aurunca (CE), importante meta di molti pellegrini.
La storia tramanda che, intorno all’anno 1000, una pastorella sordomuta, mentre portava il suo gregge al pascolo, si accorse della mancanza di una capra. Preoccupata, andò a cercarla e la vide da lontano, iniziò a tirarle sassolini per richiamarla, ma la capretta era impassibile. Quando arrivò presso di essa, la vide, come impietrita, fissare una pianta di mirto. La pastorella, incuriosita dal comportamento della capretta, si avvicinò e guardando nella stessa direzione vide uscire dai ramoscelli del mirto un bagliore di luce che la investiva interamente. Presa da timore, elevò la sua preghiera alla Vergine, a cui era tanto devota, e venne pervasa da una intensa pace. Terminata l’estasi, vide sotto la pianta di mirto un quadro raffigurante la Vergine Assunta. Avvolta dallo stupore, istintivamente elevò ad alta voce una preghiera alla Madonna. Aveva miracolosamente riacquistato la voce. La pastorella, commossa ed in lacrime, si avvicinò, prese il quadro e con gioia lo portò in paese raccontando a tutti ciò che era accaduto. Il popolo di S. Maria a Valogno elevò preghiere alla Vergine e volle fare di quella data – era il 16 febbraio – una ricorrenza di festa. La notizia si sparse nel circondario e ben presto si videro pellegrini accorrere per domandare Grazie. Qualche anno più tardi, era 1139, il Papa Innocenzo II, il 23 luglio, si scontrò nel territorio di Galluccio con Ruggiero II il normanno. Sconfitto, si rifugiò con i suoi presso il parroco di S. Maria a Valogno. Tornato a Roma e grato della generosa ospitalità ricevuta, felice della forte e sincera devozione che il popolo del luogo nutriva per la Madonna, decise di premiare la parrocchia con una bolla papale che concedeva l’Indulgenza a tutti i fedeli che il 16 febbraio facevano visita al Santuario.

Mimmo Feola
(da Il Sidicino - Anno XVI 2019 - n. 2 Febbraio)