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Teano jazz 2014 Incontra... Un'esperienza fruttuosa

 
A rassegna conclusa, la XXII e la prima in forma itinerante, che ha coinvolto molti comuni dell'Alto Casertano, pur tra difficoltà organizzative, varie serate disturbate dalle piogge di una pazza estate, pretestuose e futili polemiche legate al finanziamento regionale e comunale, e momenti di grande coinvolgimento e di altissimo spessore musicale, si può tracciare un bilancio certamente positivo. Fatto di spettacoli, di alto profilo e rilevanza nazionale, e di beneauguranti sinergie tra Enti, Comunità, Amministrazioni, Associazioni, per la creazione di una rete territoriale, di un ambito omogeneo, per valorizzare un territorio ricco di storia e cultura e di un paesaggio straordinario e pressoché, fortunatamente, ancora incontaminato. Ne abbiamo ragionato con il Direttore Artistico, Antonio Feola, nella convinzione che questa formula “itinerante” della rassegna possa contribuire a una crescita culturale delle comunità interessate, facendole abbandonare una miope visione campanilistica e ragionare in termini collettivi, oltre che essere un forte stimolo propulsivo per allargare l'esperienza ad altri ambiti. Di seguito riportiamo un'ampia sintesi del suo intervento. (M.A.)
 

Doverosa premessa:
“Teano Jazz 2014 incontra …” è un evento finanziato dall'Assessorato al Turismo e ai Beni Culturali della Regione Campania (con il cofinanziamento dell'Unione Europea POR-FESR Campania 2007/2013 Misura 1.12) e organizzata dal Comune di Teano in collaborazione con l'Associazione Teano Musica presieduta da Walter Guttoriello.
Il Progetto, presentato in risposta ad un bando regionale dal titolo “La scoperta della Campania”, è stato esaminato dalle commissioni regionali preposte, approvato e ammesso a finanziamento con Decreto Dirigenziale n. 142 del 3 aprile 2014. Il finanziamento in questione, è utile precisarlo, può essere utilizzato solo ed esclusivamente per le finalità previste dal bando (nel caso specifico la promozione del territorio attraverso manifestazioni culturali che ne valorizzino le ricchezze archeologiche, architettoniche e paesaggistiche) e non per altre attività.
Tanto puntualizzato, si può entrare nel merito dell'evento.
La manifestazione, svoltasi dal 17 al 27 di luglio, è stata una iniziativa rilevante sotto l'aspetto artistico ma ha rappresentato anche e, soprattutto, un valido strumento di promozione del territorio, come del resto chiedeva il bando al quale si è partecipato. Un territorio quello dell'Alto Casertano omogeneo, con una sua precisa identità e per molti aspetti integro. “Teano Jazz 2014 incontra…” ha aperto una strada che potrà essere percorsa nel prossimo futuro anche per tante altre iniziative. L'aspetto nuovo e fondamentale è stato il coinvolgimento di 12 comuni su un progetto comune che ha rappresentato anche un nuovo modo di confrontarsi e di collaborare. Nel caso specifico è stata una iniziativa di carattere turistico-culturale ma la cosa potrà ripetersi anche per altre attività.
La manifestazione specie nella fase preparatoria, in particolare a livello locale, ha vissuto momenti di grande travaglio come se all'improvviso si fossero concentrate tutte le negatività, in un contesto divenuto ancora più difficile e ostile rispetto agli anni precedenti, verso una rassegna che non potrà interessare tutti ma che negli anni è diventata un “brand”, un marchio che ci invidia l'intera Regione e di cui andiamo giustamente orgogliosi in quanto crediamo che rappresenti una ricchezza, un valore aggiunto per il territorio in cui viviamo.
A tutt'oggi non si riesce a comprendere la ratio di tale assurda ostilità, mentre se ne capisce chiaramente la perversione, volta unicamente alla distruzione di quanto negli anni si è riusciti a costruire con grandi sacrifici.
Comunque, sia l'associazione Teano Musica che l'Amministrazione Comunale guidata dall'ing. Nicola Di Benedetto, non hanno ceduto al clima avverso, alle cattiverie e alle maldicenze e insieme si è riusciti, a realizzare questa XXII edizione.
Il bilancio, è bene sottolinearlo, è sotto vari aspetti ampiamente positivo. Sotto il profilo artistico poche sono le rassegne di settore che possono vantare una tale ricchezza di offerta con una programmazione così ampia e variegata nella quale hanno avuto spazio moltissimi artisti (soprattutto campani e romani) che hanno presentato tantissimi progetti, per gran parte innovativi. Il cartellone ha visto poi la presenza di importanti icone del mondo del jazz internazionale che non trovano facilmente spazio e attenzione in tanti altri festival italiani, per gran parte omologati e ripetitivi nelle proposte.
La rassegna ha rappresentato anche un modo di porsi diverso delle varie amministrazioni nei confronti di una novità assoluta rappresentata dal “Teano Jazz itinerante” e si è avuto modo di constatare quanto vario sia il nostro territorio. Alcune amministrazioni hanno risposto alla grande alle sollecitazioni del festival, altre meno vuoi per inesperienza (era pur sempre una prima volta), vuoi per problematiche contingenti, altre ancora hanno avuto qualche difficoltà in più perché insediatesi da poco tempo, viste le recenti elezioni comunali, ma certamente tutte hanno contribuito alla buona riuscita della manifestazione.
In fase di ideazione della rassegna sono state fatte delle scelte ben precise, in primis quella di rendere fruibile la manifestazione a tutti, senza frapporre ostacoli di sorta (ingresso libero per tutti tranne che per i tre concerti finali a Teano). In tale ottica di coinvolgimento, soprattutto per i non addetti ai lavori, la scelta della presenza della brass band (con due tipologie stilistiche diverse) in tutte le località toccate dalla rassegna.
Durante lo svolgimento del festival c'è stata anche una piacevole novità rispetto agli altri anni. A dispetto di quanto si diceva prima del clima ostile ecc, abbiamo notato che si sono avvicinati all'organizzazione alcuni giovani, cui va il nostro apprezzamento sincero per il contributo fornito, che si sono mostrati molto interessati all'iniziativa e anche ai suoi meccanismi organizzativi più delicati. Parliamo di una macchina organizzativa complessa e sempre più impegnativa che viene gestita ancora a livello artigianale e nella quale l'elemento passione, determinazione a raggiungere gli obbiettivi prefissati e credibilità nell'idea, giocano un ruolo fondamentale.
La manifestazione rappresenta essenzialmente la possibilità di una speranza per i nostri territori, la possibilità di uno spazio di poesia, la possibilità di gioia autentica in quanti colgono il messaggio sotteso a tale iniziativa e partecipano senza pregiudizi e prevenzioni di sorta. Per quanto ci riguarda noi lotteremo come abbiamo sempre fatto per tener viva la fiammella del festival che i tanti detrattori non riusciranno a spegnere.
Non posso a questo punto che soffermarmi da appassionato, quale fondamentalmente sono, su quanto poi è accaduto durante i concerti. Tutti di alto livello ma alcune serate sono state veramente memorabili ed emozionanti.
Una serata indimenticabile è stata quella del 21 luglio a Piedimonte Matese con il progetto di Gianluca Petrella, il Bidone, rivisitazione in chiave originale delle colonne sonore di Nino Rota. Era da tempo che non si vedeva in giro una formazione così forte, così potente in un progetto dalla energia straripante che premia ancora una volta la creatività di Gianluca Petrella, uno dei migliori musicisti del panorama nazionale e internazionale. Il pubblico, attento, ha apprezzato un concerto di grandissima qualità con musicisti di prim'ordine.
Altro concerto da ricordare, quello del Nuevo Tango Ensamble, svoltosi il 23 luglio a Riardo all'interno della splendida cornice del castello medievale. Qui come anche in altre località ha giocato un ruolo fondamentale il luogo, veramente incantevole e suggestivo, da fiaba, con il piccolo palco disposto proprio ai piedi di una delle torri che, prepotente, si stagliava verso il cielo. I tre musicisti pugliesi hanno catturato l'attenzione del pubblico sin dalle prime note ed è stato tutto un crescendo tra applausi e virtuosismi dei musicisti tutti degni di nota, con un cenno particolare per il bandeonista Gianni Iorio.
Senza trascurare il notevole concerto funky del grande trombonista Fred Wesley (per anni tra i più stretti collaboratori di James Brown) tenutosi il 24 luglio in piazza Nicola Amore a Roccamonfina (che meritava sicuramente un pubblico più numeroso) veniamo ai tre concerti di cartello tenutisi a Teano in chiusura del festival.
Il 25 si è esibito Paolo Fresu con il suo classico quintetto che ha presentato il suo ultimo lavoro discografico, pubblicato in occasione dei 30 anni di attività del gruppo. Grande pubblico, buon concerto anche se un po' di maniera, ma si tratta sempre di un grandissimo musicista dimostratosi, in questa occasione, anche grande istrione.
La sera successiva è stata la volta del grande David Murray che ci ha regalato un saggio spettacolare della sua musica, tra standard, brani originali e un grande omaggio reso ad Albert Ayler (Flowers for Albert). Il concerto è stato una sorta di piccola storia del jazz tra fulminee improvvisazioni free alternate a ballad cariche di pathos e a spettacolari virtuosismi al clarinetto basso, di cui Murray è uno specialista. Il tutto pervaso da sonorità blues connaturate alla cultura e al modo di suonare dei musicisti nero - americani. Murray ha un suono molto ben riconoscibile, profondo, morbido e cupo, con ampio vibrato, che richiama da vicino le sonorità dei sassofonisti degli anni '40 . Suono così particolare che è il risultato di una passione profonda vissuta intensamente e di una vita intera dedicata alla musica, ai concerti, ad esperienze varie, dal free dei primordi alla importante esperienza vissuta con la musica e con i musicisti cubani e tanto altro ancora. Cose di cui Murray ha ampiamente parlato in piazza Umberto, dopo il concerto, seduto tranquillamente a sorseggiare qualche bibita e qualche whisky. Questo ha rappresentato un altro momento esaltante della serata. Per quanti amano questo mondo e i suoi interpreti, vivere questi momenti di vicinanza con personaggi così importanti è qualcosa di impagabile.
L'ultima serata del festival, il 27 luglio, ha visto l'esibizione di un altro mostro sacro del mondo del jazz. Un personaggio che stranamente non viene invitato spesso nei festival italiani ma che a noi sta particolarmente a cuore. Si tratta di Charles Lloyd che vive in un mondo musicale fortemente impregnato di spiritualità e di cultura e filosofie orientali verso le quali il musicista americano è fortemente debitore. Il concerto ha toccato vertici poetici molto elevati anche per la bravura del gruppo, nel quale si distingueva in particolare il pianista Gerald Clayton, ed è stato il giusto modo per chiudere in bellezza la XXII edizione del festival.

Antonio Feola
(da Il Sidicino - Anno XI 2014 - n. 9 Settembre)