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Indice Giampiero Di Marco
 
 

Descrizione della città di Teano

nelle carte del conte di Daun del XVIII secolo (I parte)
 

Nell'Archivio storico della città di Bratislava sono conservate le carte del conte di Daun, che per un periodo di tempo fu intestatario del feudo di Teano con il titolo di principe. Tra queste carte anche di recente è stata pubblicata una Descrizione della città di Teano, ma l'amico Salvi non ne ha fatto una disamina critica, limitandosi alla sola pubblicazione, con qualche svista del testo. Eppure qualche cosa occorre dirla per comprenderne appieno l'importanza (1)

Le carte riportano innanzitutto una relazione circa la consistenza delle Entrate del feudo di Teano, insieme a una Descrizione, questa abbastanza superficiale della città di Teano. Ritengo opportuno riportare innanzi tutto il testo corretto di questa Relazione.

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Descrizione della città di Teano, e suo Stato, e delle Rendite ed Entrade della Camera principale di Essa di S. E. Padrone S. Conte di Daun Principe e Signore di detto Stato.

La Città di Teano, anticamente detta de Sidicino, è antichissima vedendosi dall'antichità che la circondano, e dalla strada Appia, che vi sbocca da cinque parti del mondo, e formazione di dette antichità ad uso del Coliseo di Roma, e di quelle di Puzzoli detta colonia dei Romani e si vede notato in una lapide antica Civitas Theani stantio (sic) nobilissima Caesaris (2), è eminentissima per la serenità dell'Aria, acque famose e salutifere, con veduta del mare, dodici miglia lontano, e vicina alla città di Napoli miglie 28 con bonissima strada.
La detta città è situata in bonissimo sito un po' alta in luogo falso piano con strade carrozzabili, recinta con muraglie antiche, con cinque Porte principali, una detta di Napoli, l'altra del Vescovato, l'altra di Porta di sopra, l'altra di S. Lazaro, e l'altra di S. Maria la nova, vi sono Fontane e Formali con acquedotti da fuora, e vi sono molte sorgenze di acqua intorno detta città, anzi poco discosto d'essa vi è una sorgiva d'acqua salutifera detta delle Caldarelle, che è ferrigna, ed è buona a molti mali.
Vi è il Domo, seu Vescovato antico però, reformato alla moderna, dove risiede il Vescovo nella di cui Catedrale, provvista di un Capitolo di Canonici al numero di 23 con mantelletto e rocchetto con le sue dignità del Decano e Cantore.
In detta chiesa è il corpo del Glorioso S. Paride primo vescovo di detta città, che la ridusse alla fede cattolica nell'anno 342, dopo la nascita di nostro signore Giesucristo, essendo in quel tempo Gentili, con molti altri corpi de santi e fra gl'altri di S. Urbano, e S. Amasio, anche vescovi suoi successori e paesani di detta città, et il corpo di S. Reparata, con molte altre insigne Reliquie de Santi con statue d'argento in un decoroso luogo detto del Tesoro, oggi novamente reformato e fondato di nuovo in bellissima forma con gran spesa dal fu Vescovo di detta città monsignor Giuseppe del Pozzo.
Il Vescovo di detta città è suffraganeo dell'arcivescovo di Capua, però il primo di tutti li suffraganei, have una Diocese vastissima composta de 18 Terre tutte convicine, e contigue l'una all'altra.
Li fini di detta città sono la città di Calvi, la Torre di Francolisi, la città di Carinola, la città di Sessa, la Terra di Roccamonfina, la Terra di Caianiello, la Terra di Marzanello, la Terra della Pietra ed il Castello di Riardo.
In detta città vi sono due monasteri de signore Donne Moniche, tutti e due Benedettini, uno col Titolo di S. Maria de Foris de Nobili antichissimo et l'altro di S. Catarina de cittadini del secondo ceto di detta città, ambedue ricchissimi, e si governano dalle loro Abbatesse, che si creano ogni tre anni.
Vi sono quattro monasteri de Regolari, uno dentro la città de PP. Minori Conventuali di S. Francesco e 3 altri fuora, ma vicino la città, uno de PP. Reformati, seu Zoccolanti di S. Antonio de Padua, un altro de PP. Cappuccini detto di S. Reparata, e l'altro de Servi di Maria detto di Montelucno, ne quali si vive comodamente.
Vi sono tre chiese Collegiate, cioè una della SS.ma Annunciata col suo Ospedale e l'altra di S. Maria la nova, quali due chiese sono dell'Università e si governano da tre governatori, uno del primo ceto, l'altro del secondo, l'altro del terzo con li loro tesorieri. E l'altra del Monte de morti, che si governa dal Prefetto ed in tutte e tre vi sono dodici preti per ciascheduna, che officiano ogni giorno con il loro capo, e sotto sacristano, con stipendio, che li danno le medesime chiese anno per anno.
Nella detta chiesa della SS.ma A. G. P. vi è ancora un Monte de Pegni de poveri, dove s'impegna gratis e nel detto Monte de Morti vi è una Congregazione de 24 fratelli, che accompagnano tutti li morti di detta città gratis.
Vi sono dentro detta città sette parrocchie, una detta di S. Clemente, l'altra di S. Nicola, l'altra di S. Giovanni, l'altra di S. Maria Celestina, l'altra di S. Pietro, l'altra di S. Marco, l'altra di S. Cosmo e Damiano governate da loro parochi, quali hanno la cura dell'anime della sua parrocchia.
Vi sono ancora tre Congregazioni, una de Nobili e cittadini detta di S. Benedetto, e l'altre de popolani, una detta di S. Maria in dentro e l'altra di S. Maria delle Gratie. Vi sono ancora sei confraternite de secolari costrutte dentro le dette chiese, vestiti con vesti bianche, e muzzetto, ogni una con la sua insegna, stendardo e croce.
In detta città dentro e fuora vi è il pubblico mercato d'ogni sorte di commestibili e di commerci e d'animali, che si fa il giorno di sabato, dove vi è un grande concorso de genti de luoghi convecini e de merci d'ogni sorte, et a 13 giugno d'ogni anno si fa la fiera in S. Antonio fuora le muraglie di detta città, et a cinque agosto la fiera del glorioso S. Paride, similmente di gran concorso, e in detta fiera di S. Paride si fa il Mastro di Fiera, seu Conestabile dal Padrone di detta città e di S. Reparata a 8 di ottobre.
Vi è il jus prohibendi di vendere il pane, vino e carne e sono appalti della detta città, oltre il jus del nizzo, tomolo, peso e misura che è del padrone, del quale jus sono franchi li cittadini e pagano solo li forastieri un grano per tomolo per ogni sorte di vettovaglie.
Vi è la gabella de porci, un grano per porco per li forastieri et è anche dell'Università.
Vi è il Palazzo principale del Padrone con giardino et acque che è un edificio antico, e molto magnifico per la situazione, disegno, modo et architettura che sta piantato, è così spazioso e commodo, che nella sala vi si può entrare comodamente con carrozza con tiro a 6 cavalli e voltarvi dentro, et questo fu edificato dall'olim principe di Stigliano de casa Carrafa et Gusman nel quale vi sono pitture del famoso e celebre pittore Bellisario ed il quarto di basso fondato tutto con lamie seu volte alla gotica.
Vicino a detto Palazzo vi è il Castello antico con quattro torri edificato dal fu Gran Capitano. Vi sono ancora belli edificii de case, e palazzi con giardini e fontane de nobili e cittadini d'essa di bonissime abbitazioni.
Vi sono quattro osterie per comodità de forastieri, vi sono botteghe e fundachi d'ogni sorte d'arte, e di bisognevole de vitto e d'altro. Vi sono quattro speziarie di medicina, e due manuali, tutte comode e ben fornite.
In detta città vi sono tre ceti di persone abitantino, cioè del primo ceto nobile, che sono le famiglie nobilissime, et antichissime decorate anche con titolo de marchesi, e baroni.
Il secondo ceto è detto de cittadini, persone civili et il terzo ceto detto de popolani, che sono persone artiste e d'esercizi servili e de fatighe.
Vi sono cinque dottori dell'una e dell'altra Legge, anche Ecclesiastici e Regolari. Vi sono sei notari Regii e pubblici e 3 medici e due chirurghi e persone d'ogni altr'arte e mercanzia. Poco discosto da detta città vi è un rivo d'acqua limpidissima detto il Sagone sopra il quale vi sono situati sette molini a saetta da macinar grano comodissimi alla città, e casali et altri luoghi convicini, e nel medesimo Sagone, seu corso d'acqua v'è la Ferriera del Padrone, dove si fabrica il ferro nuovo, con far venire la vena, seu ferrazzo da fuora, et il ferro, che si fabrica è migliore di tutte le ferriere del Regno e l'Arrendamento di detto ferro è del Regio, et il luogo e stigli del Padrone.
La detta città è circondata da diverse Massarie, orti e giardini populate tutte de frutti, verdume, et arbori fruttiferi d'ogni sorte et fra l'altri d'olive, che si fa gran quantità d'oglio e sono assai amene e deliziose con acque sorgenti, peschiere, fontane con acque sorgenti.
La detta città tiene contigui ad essa circum circa diecesette Casali che fanno un corpo con la medesma città nominati un o li Transi, Pugliano, S. Marco, S. Giuliano, Cappelle, Fontanella, Casamostra, Casi, Toro, Casafredda, Furnolo, Giuliani, Casale, Verzano, S. Maria a Verzano, Carbonara, e Magnano. E tanto la detta città, quanto tutti detti Casali secondo la numeratione antica formano ottocento fuochi, et il numero di seimila et cinquecento anime, però adesso sono più di detto numero.
In detta città si vive per Gabelle, e Tasse inter cives per li pagamenti che deve fare alla Regia Corte, e Fiscalarij et per il governo di detta città et Casali si formano ogn'anno nel primo di settembre diece sindaci cioè tre della città, uno del primo ceto, l'altro del secondo e l'altro del terzo e così ancora tutti gli altri officiali per il governo dell'Università, chiese et luoghi pii per Pubblico Parlamento, fra tutte le persone di detta città e Casali, cioè la città per li suoi Sindaci e officiali e li Casali per li loro, e tutti detti sindaci ed officiali si confirmano dal Padrone et per la confirma di quelli della città si hanno docati sei et per il sindaco del demanio tantum docati tre ogn'anno, servata la forma dei Capitoli di essa città.
Questa città di Tiano e suo Stato è posseduta dall'Eccellentissimo signor conte di Daun con titolo di principe, donatali, seu datali per mercede et gratia da sua Maestà Cattolica et Cesarea nostro invittissimo Imperador Regnante Carlo sesto d'Austria, devoluto detto stato a detto nostro imperadore per non averli voluto prestare l'obedienza la signora duchessa Medina Sidonia, che lo possedeva, come fu sorella de Prencipi di Stigliano antichi signori di detta città di casa Carafa e Gusman spagnoli e detto Eccellentissimo nostro Principe si ebbe il possesso nell'Anno 1709.
Il quale Eccellentissimo signor Conte di Daun nostro Principe vi possiede in detto stato di Teano li sottoscritti corpi ed effetti burgensatici e feudali e da quelli ne percepe ogn'anno l'infrascritte rendite ed entrade per mano dei suoi erarij, che da esso si creano ogn'anno dal primo di Settembre per tutto Agosto p.v.

Collettiva della Rendita de corpi Feudali del Stato di Tiano (secondo la nota data dall'Auditore dell'Eccellentissimo signor Conte di Daun) (3).

Affitto delle Carceri                                                                   doc.  190
Affitto dell'osteria detta Torricella, Passo e Bagliva de forastieri
                                                                                                   doc. 1371
Affitto della Bagliva de cittadini, e sua Mastrodattia                         630
Affitto della Bagliva de cittadini del feudo dell'Infanti                        32
Affitto del Nizzo e Tomolo (4)                                                           480
Affitto della Mastrodattia civile, criminale e mista                            380
Affitto del Molino detto del Sorbo                                                        81
Affitto del Molino detto Boccalatrone                                                  70
Orto alla Taverna scassata                                                                     15
Orto alla Fontana                                                                                   16
Orto alla Porta del Vescovato                                                                40
Terra detta delle Cerase                                                                         56
Dal Peso, che prima vi stava unito il Scandaggio (5)                           57
Adoha del feudo dell'Infanti                                                         17. 4. 4
Adoha del feudo di Campofaro                                                      7. 1. 5
Adoha della Chiana                                                                     -  4 –
Adoha del feudo di Camerino                                                                1
Castagneto di Montecandido                                                                25
Dalle stalle sotto al Palazzo                                                                    3
Affitto d'un'altra stalla                                                                            2
Da Nicola Barattuccio per censo                                                  -   1. 10
Da Antonio Conti per censo                                                           - 3. 10
Da Angelo di Monaco                                                                             1
Terra della Rocchetta                                                                              3
Terra sita a S. Marie (S. Marco?)                                                           4
Licenze dell'Armi                                                                               130

In uno tutte le descritte Partite di Rendita fanno la somma di docati tremila seicento quattrodici. Tarì 2. Grana 9                                 3614. 2. 9.

Dalla quale somma se ne devono dedurre non solo ducati duecento trentasei e grana 5 e mezzo, ma anche altri ducati cento e otto per il soldo di tre guardiani e ducati cinquanta per la provvisione dell'Erario e per ultimo ducati sessanta cinque per spese annuali delli due molini, osterie e carceri, che unite dette Partite fanno la somma di ducati quattrocento cinquantanove e grana 5 e undici/dodicesimi (cavalli), che dedotti dalli sopra detti 3614. 2. 9, restano docati tremila cento cinquanta cinque, tarì 2. Grana 3 e  e 1/12
                                                                                           3155. 2. 3. 1/12.

E volendosi dar parere del prezzo alla retroscritta Annualità feudale, avendo primieramente considerato, che la suddetta città di Tiano e suoi Casali è uno de cospicui Feudi, che si ha nella Provincia di Terra di Lavoro, quantità e qualità del suo vassallaggio, giurisdizione che sopra essi tiene delle prime e seconde cause e delle prime e seconde Appellazioni civili, criminali e miste ed anche delli delitti commessi extra territorium di detta città e suoi Casali, dal mero e misto imperio, gladii potestate, le quattro lettere arbitrarie, la potestà di componere li delitti in pene pecuniarie ed altre solite facoltà e prerogative concedute e solite concedersi à Baroni di simili feudi, considerato altresì la distanza che tiene dalla Capitale di Napoli, e da molte altre Terre e città circumvicine, Industrie che vi si possono fare (6). Apprezzo le rendite così descritte unitamente con la sua giurisdizione e Palazzo baronale alla ragione del due per cento.
Importa il suo Capitale docati centocinquantasettemila settecento sittantuno. Tareni 2 e grana dieci.                                157.771. 2. 10

Si possiedono di più annui docati millecentotrentacinque e grana 3 e ¼ di fiscali in feudum che considerato la sua qualità feudale, e che li medesimi non stanno sottoposti a verunna deterioratione e che il Padrone se l'esigge nel proprio feudo si valutano alla ragione del quattro per cento a detta ragione implica il suo Capitale docati ventottomila trecento settantacinque , tareni 3 e grana 15.                                                                28. 375. 3. 15

Vi è anco nel feudo suddetto la sua Ferriera, la quale da dieci anni  à questa parte ha reso docati mille in affitto l'anno, che considertato la qualità del suddetto corpo, la spesa annuale che vi occorre, ed alla diminutione della vendita alla quale sta sottoposta, si considera di vendita franca di spesa annui docati settecentocinquanta che dandosi il suo capitale alla ragione del quattro per cento importa docati diecedottomila settecentocinquanta.
                                                                                                       18.750
Rendita burgensatica

Dal giardino seu vigna                                                                   doc.   6
Dal bosco dell'Otola                                                                       1. 2. 10
Dal bosco di Pugliano                                                                          2. 3
Osteria alla piazza                                                                               100
Dalle due botteghe                                                                                  8
Da un'altra bottega                                                                              1. 1
Affitto della stanza della chianca                                                            6
Orto della Saetta                                                                                   50
Territorio della Ferriera                                                                        15
Dalla Terra detta a Parisi                                       5. 2. 10
Censo sopra una casa                                                                              5
Rendita della terra del Chiuppeto                                                           6
Censo della terra detta à Torrella                                                            8
Rendita del Palaziello                                                                            2
Censo del Boschetto                                                                      - 2. 10
Censo della casa a S. Pietro                                                               - 3 –
Censo delli territorij a Fontanella                                                      - 2 –
Censo della terra del Ponte                                                        - 2. 2. 1/2
Rendita dell'oglio dal territorio degli Scibbi                                        10
Avena dal territorio di Mayurisi                                                          45
Dalla terra di Scibbi                                                                            45
Dalle terre di S. Donato, Cavalorda e Capestrello                             206
Dalla terra di S. Croce                                                                        15
Dalla terra del Cavone                                                                         4
Dalla terra di S. Giuliano                                                                   21
Dalla terra di Mayurisi                                                               2
Dalla terra di Fontanella                                                             9
Dalla terra à Carrano                                                                10
Dalla terra alle Borche                                                                7. 2. 10
Dalla terra à Parisi                                                                       2. 2. 10
Dalla terra a Scibbi oltre del grano, in oglio                             12. 2. 10
Da Gio. Battista de Stasio per censo                                           3. 2. 10
Da Antonio de Nunzio per censo                                                  - 3. 10
Altri censi minuti                                                                        8-1. 1/2

In uno tutti li descritti corpi di rendita burgensatica fanno la somma d'annui ducati seicento ventinove, tareni 2 e grana 15 dalli quali dedottone ducati 15 per le spese annuali dell'osterie e botteghe restano annui ducati seicentoquattordici, tareni 2 e grana 15. Alla quale annualità se li da il suo capitale alla ragione del quattro per cento importa ducati quindecimila, trecento sessantatre, tareni 3 e grana 15.                                 15.363. 3. 15

In oltre vi sono annui ducati quattrocento settant'otto, tareni 2 e grana 4 e ¾ di fiscali burgensatici, che considerato como di sopra se li da il suo capitale alla ragione del quattro per cento senz'altra diminuzione in considerazione che il Barone esigge nel proprio feudo imporra il suo capitale ducati undecimila settecento undici e grana 18.
                                                                                    11.711. -. 18
Per le piante d'olive piantate et cresciute son adesso con molte spese el che ci cominciano a ponere il frutto secondo la stima fattane         2477.
                         Collettiva
Rendita Feudale, importa il capitale                         157.771. 2. 10
Fiscali in feudum                                                       28.375. 3. 15
Ferriera                                                                      18.750
Rendite burgensatiche                                                 15.363. 3. 15
Fiscali burgensatici                            11.711. -. 18 (corretto 9308.4)
Olivetti                                                                                    2477

In uno importa il suo Capitale ducati duecento ventinovemila seicento ventinove e tareni 4. (corretto in duecento trentaquattromila quattrocento quaratantanove et grana 18).
                                                     229.629. 4 (corretto 234.449. -. 18)

Nel foglio consignato dal sudetto Auditore nell'ultimo di esso, si vedono notate alcune spese ascendentino a ducati 3887. 2. 15, occorse nel Palazzo, carceri, osterie, molini, Balchiera, come altresì in piantare molti piedi di olive nelli territorij baronali, principiate dette spese a farsi dall'anno 1710, in anno 1711, sino all'anno 1721, delle quali non bisogna aversene ragione alcuna, a causa che si sono li medesimi spesi in augumento del feudo, seu corpo d'esso dalli quali se n'è ricavato mediante le suddette spese somma molto maggiore a proporzione della spesa, si anche che le medesime spese sono necessarie farsi da baroni nelli di loro feudi per il mantenimento de corpi, in riserba di quello è occorso in piantare li suddetti piedi d'olive, delle quali non se n'è ricavato frutto alcuno, importante la spesa di ducati 570. 2. 12. E se bene per patto del detto Auditore si sia presentato attestato firmato da tre esperti, li quali testificano et apprezzano le suddette piante d'olive in ducati 2477, non avendo però considerato che l'augumento sino alla detta somma, tra li ducati 570.2.12 di spesa, alla riferita delli 2477, porzione d'esso deve cedere al suolo, cariche si valutano dette piante d'olive in considerazione della suddetta spesa occorsa e mora del denaro in ducati mille e cinquanta.                                                                                        1050
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Nelle carte del fascicolo segue una traduzione di questa Relazione in lingua tedesca dell'epoca: Beschreibung der Stadt Teano, particolarmente ostica alla lettura, ma che sostanzialmente traduce letteralmente quanto già riportato. In verità vi sono due copie della Relazione in italiano che sono uguali e due relazioni diverse in tedesco di cui la prima è quella che inizia Beschreibung der stadt Thiano. La seconda inizia invece con Carolus Gother gnaden, konig von Castilien, Aragon etc. etc. indirizzata quindi al Re Carlo (VI), per grazia di Dio, re di Castiglia, Aragona etc. molto ostica da interpretare ma che penso sia una informativa inviata alla corte (7).
La prima questione da porsi è la seguente. Quando venne composta questa Relazione, e da chi venne stesa e perché?
Per quanto attiene la prima domanda la risposta è data dal testo stesso, perché nella Relazione si parla del luogo dove si conservano le reliquie nel duomo, detto: del Tesoro, oggi novamente reformato e fondato di nuovo in bellissima forma con gran spesa dal fu Vescovo di detta città monsignor Giuseppe del Pozzo.
Quindi la relazione è stata scritta in un tempo posteriore alla morte del vescovo Giuseppe Del Pozzo (1718-23), posteriore quindi almeno al 1723 (8).
Possiamo anche essere certi della identità di almeno uno degli estensori della Relazione, perché conosciamo il nome dell'Auditore del Principe, un austriaco che risiedeva in Teano all'epoca e forse abitava proprio nel palazzo la cui balconata presenta una splendida aquila austriaca in ferro battuto.

(fine I parte)

NOTE
1 - L. SALVI, Restituzione alla città di una pagina di storia. Teano settecentesca dai documenti di Bratislava, <<Civiltà Aurunca>>, 49/50, pp. 79-86.
2 - È probabile che l'Auditore si sia fatto aiutare nella stesura della Relazione da un qualche prete della città. Questo mi sembra evidente dato l'interesse posto nell'elencare il numero dei canonici della Cattedrale e le dignità del mantelletto e rocchetto che se potevano interessare un canonico, di certo interessavano molto meno il conte Daun. Non credo che si tratti dei coltissimi canonici Lanfredi o De Quattro, ambedue viventi in un'epoca leggermente posteriore a quella del documento.
3 - I conti nel Regno di Napoli vengono riportati in ducati (1 ducato uguale dieci carlini), tarì (valore due carlini), grani (1 carlino sono dieci grana), e cavalli (un grano sono 12 cavalli).
4 - Il nizzo dobbiamo intenderlo come una tassa di occupazione di suolo pubblico nel mercato settimanale del sabato. Il tomolo era l'unità di misura per le granaglie e gli aridi (grano, saraceno, mais, fagioli, ceci e altro), che veniva usata per misurare le quantità vendute con una misura standard. Sottomultipli del tomo erano la mezzetta e il quarto. Per evitare imbrogli da parte del commerciante venditore, cittadino o forestiere, si usava questo tomolo fornito dagli ufficiali della città. Naturalmente anche con questo le discussioni non finivano mai, perché il tomolo si poteva dare a raso o abbunnante di accoppatura. Un classico wellerismo napoletano recita: so' gghiuto co' quarto fauzo e aggio truvate a scarsa misura.
5 - Anche in questo caso si tratta di unità di misura, quella del peso di base era il rotolo, circa 900 grammi nostri, che come sottounità aveva la libbra, l'oncia e il trappeso che ra utilizzato per l'oro. Il cantajo invece era di  circa 90 kg. Naturalmente queste misure avevano bisogno di una bilancia, a stadera. La nota ci informa che prima questa tassa era unita a quella dello scannaggio, cioè la tassa pagata per la macellazione di un bovino, suino o ovino.
6 - Con questa formula era recitato il potere del barone di esercitare il cosiddetto mero e mixto imperio, cioè la cessione da parte del sovrano del potere di poter giudicare, e comporre le liti e i delitti, quindi sia civili che penali dei vassalli. La formula continuando elencava la potestà di gladio. Cioè la potestà di condanna a morte ed esecuzione delle sentenze, con le quattro lettere arbitrarie, usque ad mortem inclusive. La cessione del potere risale al tempo degli angioini e le quattro lettere arbitrarie alla regina Giovanna II. La dinastia angioina con questa debolezza causò la recrudescenza delle ribellioni baronali con la perdita di prestigio della corona.
7 - Carlo VI d'Asburgo, Imperatore d'Austria (1685-1740).
8 - M. BROCCOLI, Teano Sidicino Antico e Moderno del decano Michele Broccoli, Napoli, Presso Pasquale Tizzano, 1823, p. III, Tomo II, pp. 96-99.

Giampiero Di Marco
(da Il Sidicino - Anno XIII 2016 - n.11 Novembre)