L'ASSOCIAZIONE
 
il Sidicino
 
Indice per autore
 
Indice Giampiero Di Marco
 
 

La statistica del Circondario di Teano nella relazione di

Gennaro de Quattro (del 1816) - (II parte)
 

Agricoltura

Sono gli abitanti del circondario di Teano quasi tutti agricoli. Nell'agricoltura è riposta la spettativa de' mezzi di sussistenza di ogni ceto di persona, ed a questo scopo sono dirette le fatiche ed i sudori de' travagliatori e de' proprietarij.
L'estensione territoriale del circondario di Teano a un di presso è di 7000 moggia. Gli abitanti sono in circa dicisiettemila. Delle predette 7000 moggia circa la metà è coltivabile, mentre l'altra va compresa fra l'incolto montuoso, e fra terreni querceti, castagneti e boscosi, oltre i locali che son pantanosi, sabiosi, pietrosi, tufacij ed inetti.
Della metà circa coltivabile in quest'anno 1816, buona porzione è rimasta oziosa, e non semenzata per la scarsezza de cereali e pel di loro prezzo alterato. Di suolo nobile adunque sottoposto all'azione del ferro calcolansi circa trentacinquemila moggia. I diversi rami della rurale economia si spaziano sopra ogni sorte di frumenti e marzatici, nonché prati artificiali, canapi, lini, piante ortensi, vigneti, oliveti, selve cedole e altro.
Il terreno destinato unicamente a frumenti e marzatici è di circa venticinque mila moggia, il resto per gli altri sunnotati rami. E' da notarsi che il suolo piano de vigneti ed uliveti è benanche adatto alla semina de cereali. Il terreno coltivabile conserva una mediocre ragione di divisione coloniale e i diversi rami si prestano de scambievoli sussidi. La coltivazione de' terreni per la maggior parte viene seguito coll'aratro, la minor parte colla zappa, e vanga e dove uopo il richiede, per es. i terreni argillosi, che sono pesanti, si muovono meglio cola vanga, i terreni marnosi e più nobili si trattano coll'aratro.
Per gli giardini e terreni ortalizij si usa la zappa e vanga. Gli strumenti soliti a praticarsi nel circondario non differiscono punto dalla generalità, che si usa in tutta la Provincia di Terra di Lavoro, che essendo cosa notoria, mi astengo a descriverli. Il sistema di letamare i terreni almeno ogni triennio è preferibile al riposo. Si suole a titolo di concimare i terreni, seminare in essi nel mese di settembre de' lupini, che cresciuti ed avvanzati fino al fiore, verso la fine di maggio dell'anno seguente, si tagliano rasente la terra la quale poi si fende col'aratro, e dentro de solchi si seppelliscono e si coprono.
È questi il migliore ingrasso. Il riposo del terreno in questo circondario è di un anno, e se più a lungo si tira, per causa dell'erbe spontanee, e prati naturali s'imboschisce, ed il terreno diventa duro, a rompere il quale non sempre vale l'aratro.
L'irrigazione si costuma solo ne giardini, e terreni ortalizi per lì quali hassi il commodo dell'acqua, anzi ne tempi estivi per l generale necessità dell'innaffiamento scarseggi l'acqua, i tutti gli altri terreni solo colle pioggie s'irrigano. La ragione è che in questo circondario non vi sono fiumi, solo de rivoli vi hanno e sono in sito molto inferiore a terreni coltivabili, per cui non riesce l'irrigazione.
Potrebbe nonostante succedere per mezzo di macchine idravoliche, ma niuno vi si accinge per la gran spesa vi occorre. Intanto la sola irrigazione de terreni ortalizi, che circondano la comune di Teano, di unita al letame che in essi à riposto, dà ne tempi caldi lo sviluppo del gas idrogeno acquoso ed ammoniacale capace ad infettare l'atmosfera. Non vi sono pubblici stabilimenti, o soccorsi ad oggetto di favorire la promozione e l'incoraggiamento all'Agricoltura. I giornalieri addetti al travaglio colonico ricevono la mercede da due a tre carlini al giorno senza vitto, col vitto la mità. I salariati ad anno da ducati ventiquattro a trenta col vitto, e ciò riguarda gl'uomini. Le donne poi ricevono per la loro fatiga da grana otto, a grana dodici al giorno. Molto poche sono quelle che vengono salariate ad anno, e ricavano la metà della mercede dati agl'uomini.

Coltivazione del frumento

Grano
L'ordinaria e commune specie del frumento è il triticum sativum. Le varietà di esso sono le seguenti, vs
1 Triticum sativum, altrimenti detto romanella
2 Triticum sativum hybernicum calyce submutico, carafella
3 Triticum polonicum, grano bianco
4 Triticum polonicum turgitum pumis fascie, grano turchino
Il farro manca nel circondario di Teano, ossia il triticum spelta.

Segala secole
Orzo
Specie Harnium Orzo. Varietà 1 Hordeum erasticum, orzo tempestivo. 2 Hordeum vulgaris, orzo volgare.

Biade
1 Avena sativa, biada. 2 Avena fatua, alabro.
Panicum
Panicum milium. Miglio. Panicum italicum.

Grano d'India o gran turco.
Specie Zea Mays, varietà che sono nel circondario vs 1 Zea mays semine flavorotundo, Granodindia a seme giallo tondo. 2 Zea mays semine albo subrotundo. Granodindia a seme bianco tondo.

Fava
Specie vicia faba, varietà, 1 fava pugliese grossa, 2 mezza fava. 3 fava piccola sessana.

Fasulo
Specie Phaseolus, varietà 1 Faggiuolo di Spagna bianco, 2 Faggiuolo di Spagna negriccio, 3 Faggiuolo colorato.
Altra specie Dolicas, varietà 1 Faggiuolo coll'occhio nero lucente, Phaseolus pelosus rubens, faggiuolo rosso, 3 dolicas sesquipedalis, a maccarone.

Lenticchia
1 Lenticchia varietà piccola, 2 Lenticchia grossa

Piselli
Specie Pisum sativum varietà1 Pisum sativum, cortice eduli, pisello a baccello tenero.
2 Pisum sativum humile, pisello basso.

Cece specie, Cicer arietinum, varietà 1 cece grosso riccio, 2 cece piccolo riccio.

Lupino
 Lupinus albus, lupino bianco.

Nel circondario di Teano eccetto di pochi proprietari, e coloni che usano un affinamento, ad attenzione a ben apparecchiare il terreno, e pulire i frumenti delle zizzanie, per istituire un buona seminaggione. La generalità poi precipita le operazioni in questo interessante ramo di sussistenza, d'onde avviene poi che si raccolgano scarse, e pessime derrate di cereali. I grani di Teano e sue pertinenze son conosciuti per la loro qualità che abbonda di sacina, e segale e zizzanie. Nella commune di Pietravairano e Pietramelara sono di migliore condizione. Nelle piane di S. Donato, di Carrano e di Majorise, che sono vicine pertinenze di Teano, essendo terreni migliori producono de' grani alquanto buoni.
Per la generalità poi posso dire, che riguardo al seme da gittarsi a terra, si crivella e si pulisce dalle zizzanie. Non si costuma il liscivio di calce o di cenere, che utile sarebbe a rendere il grano scevero dalla filiggine. Si apparecchiano i terreni prima della seminaggione del grano nel seguente modo, cioè dopo recisi i prati nel mese di maggio, si rompe in seguito il terreno coll'aratro, il che succede per lo più dopo la mettà di maggio e dura fino 10 e 12 giugno. Nel mese di agosto si straversa, nel mese di settembre si formano i solchi, seu porche, volgarmente dette. In ottobre si spacca il ciglio delle porche, e si semina. Fassi la semina in questo circondario col gittare a mano il grano, orzo, e bjada senza far uso di seminatojo. Dopo ciò vi si passa sopra con l'erpice, detto da contadini mangano. Per seminare un moggio di terreno, sia ottimo, sia mediocre, o cattivo bastano tre quarti di tomolo di grano qualora è buono e scevero da zizzanie, se poi queste vi fossero ne bisogna un tomolo. Di orzo ci vuole un tomolo e quarto, e di avena un tomolo e mezzo da gittarsi su di un moggio di terreno. Per i marzatici poi in febbraio si rompe il terreno coll'aratro e propriamente quello dove nell'anno antecedente si è fatta la messe del grano. Nel mese di marzo si straversa, indi si forman le porche seu solchi a più larga distanza di quello si costuma per lo grano, poscia si spaccano le porche, seu cigli de solchi, ed in aprile si semenzano i marzatici a dito, e vi si passa sopra l'erpice. Rari sono quei coloni che li gittano a mano. Ad un moggio di terreno basta mezzo quarto di tomolo di granone, di faggioli e di altri legumi, eccettoche la fava, la quale si semina in ottobre o novembre ed esige la stessa preparazione di terreno. I seminati sarchiansi in gennaio, e febbraio un sola volta, e si tolgono l'erbe spontanee. Vengono poi i marzatici nella fine di maggio accigliati, che volgarmente si dice accannare con zappa. Si recide la messe ordinariamente nel circondario ne' principii di giugno per l'orzo, che arriva prima del grano, verso i 12 o 15 di giugno. Siegue la messe del grano e dell'avena.
Per la fine di giugno a un di presso termina la messe. Si trebbiano i grani, le biade ed i legumi, con bovi, con cavalle e con asini, e dopo il travaglio degli animali suddetti vien battuta la paglia da uomini e donne, affine di fare uscire il residuo de' granelli del frumento dalle spighe. Nelle picciole messi la trebbiatura fassi dagli uomini e donne. I mali a' quali va soggetto il grano in erba è la ruggine, che deriva d una pianta parassita, che invade l'intera pianta del grano, salvo che il seme. Soglion questi mali venir dietro stagioni nebbiose, ed umide, ad ovviare i quali si rende inutile di falciare quel tratto di terreno che ne viene occupato. L'altro male del grano in genere si appella in questo circondario macra, fuliggine o carbone, che investe le spighe e le risolve in polvere, il che è differente dal grano buffo, volgarmente detto buffone, ch'è contaggioso.
Il rimedio per il primo anzidetto male è la falce locale di un dato tratto di terreno, per il secondo male si pratica il crivello, e dove questo non giunge, si suole buttare il grano nell'acqua per far venire a galla il buffone una con altre zizzanie, indi si pone a seccare, e deve subito macinarsi, giacchè non può riporsi in magazzini essendo soggetto alla fermentazione, ed al guasto. Da qual origine derivano questi mali non ancora ne siamo a giorno. Negli anni alquanto ubertosi ogni moggio di terreno seminato a grano, compensando l'uno per l'altro a medio tra il buono e cattivo terreno, è da tre tomoli fino a otto. Negli anni poi infertili talvolta è dalle due a quattro. Nel passato anno 1815 in taluni terreni ottimi non oltrepassò li tre tomoli a moggio. Ne' terreni mediocri li due, negl'infimi appena si ricavò la semenza.
Non si sa precisamente il quantitativo del grano e altri cereali che vengono semenzati in tutta l'estensione territoriale coltivabile del circondario, ma per un calcolo approssimativo puol essere di circa sedicimila tomoli, ed il prodotto medio, tra l'annata fertile ed infertile, fra i terreni ottimi, mediocri ed infimi in unum puol essere di circa novantamila tomoli.
Il prodotto de' frumenti del circondario non solo basterebbe alle popolazioni che lo compongono, ma sarebbe di molto superante se non se ne facesse negoziato e commercio.
Vi sono tanti proprietari e negozianti che le riposte derrate de' frumenti o proprie o comprate le vendono, o in pubblico mercato in dove concorrono de' compratori di altri circondari e lontani paesi, o ne fanno carricamento a beneficio di altri negozianti fuori circondario, nel qual caso tantevolte manca, sebbene per poco tempo a' bisogni della bassa popolazione, che vive alla giornata, ed è soggetta a comprare il pane della pubblica panizzazione. In questo anno 1816, per l'annona non fatta, e per la sterile ricolta del 1815, vi è mancanza di grano, ed a stento si tira innanzi.
Così puranche deve intendersi pel resto de' cereali e leguminosi. La spesa totale ch'esigge un moggio di terra seminato a grano, sia ottimo, sia mediocre, compresa la rata dell'affitto del terreno, le fatighe di coltura, la semenza che vi si gitta, la spesa della messe, trebbiatura e fino all'immissione d'esso nel magazzino, è di circa docati cinque, calcolando però ad un prezzo medio il valore del grano. Puole bensì variare tale spesa nell'annate nelle quali il prezzo del grano è tenue, e si rende quella minore, se poi è alterato maggiore addiviene. Bisogna riguardare ben'anche all'uopo sudetto, un prezzo medio dell'affitto del terreno, e de' lavori, altrimenti può crescere o decrescere. Nel circondario di Teano non vi è coltura di riso.

Fieno
L'erbe che costituiscono i fieni sono d'ordinario i prati artificiali, e naturali. I prati artificiali si coltivano nel seguente modo: videlicet
In ottobre si gittano i semi del prato a mano sulla terra che è stata prima erpicata, e si coprono appena di terra coll'aratro. Nel mese di maggio si falcia a mano e si lasciano seccare in de campi, indi se ne formano de' fasci ritorti e ripiegati e si rimettono ne fienili. I prati artificiali contengono delle avene spontanee, e sative, l'orzo selvaggio, l'orzo volgare e altro. I prati naturali che per lo più nascono in luoghi alquanto pantanosi, contengono tante piante indiggene e spontanee come per esempio tra le leguminose i trifogli, il pratense, l'arvense, l'agrario, il meliloto, l'xxx di capo, la circinnata, l'hadyzarum, onobruchis, l'onodidi, i latiri, le veccie, le graminaccie, le pastorine, le festuche, i bromi, il loglio, i laguri, i carici.

Piante ortensi
All'intorno del comune di Teano esistono delle molte tenute di terreni ortalizi e giardini, come pure ne' villaggi, e ne' paesi del circondario, sebbene in minor numero, ed essenzialmente questi terreni contengono delle piante che somministrano cibo e alimento. Son trattati coll'aratro ma più colla zappa e vanga, e sono concimati col letame, ed irrigati dall'acqua.
Le piante ortensi sono: Cavolo, Brassica: brassica capitata precox, cavolo cappuccio, brassica serotina, virzo, brassica botrytis, cavolofiore, brassica vulgaris italica, broccoli neri, brassica oleracea italica viridis, broccoli verdi e puzzolani, brassica crispa, brassica rasa, rapa a broccoli.
Lattuga, Lactuca sativa, capitata, lattuga a cappuccio, lactuca crispa, lattuga riccia.
Scarola Endivia, varietà crispa, liscia, a foglie larghe, Endivia major, Cicoria selvaggia, Cichoria intubus.
Bieta, beta vulgaris, bieta a foglie molle, beta vulgaris radice rubra.
Radice, raphanus sativus, rafanello, varietà bianco, rosso.
Pastinaca, pastinaca sativa.
Spinaci, spincia oleracea.
Cocozza, cucurbita pepo estiva, cocozza nostrale, cucurbita pepo hyberna, cocozza spagnuola. 
Cocomero, o melone, cucurbita cetrullus, mellone d'acqua, cucumis melo, melone di pane, cucumis sativo, cetrulo.
Pomodoro, solanum sycopersicon, pomodoro ordinario.
Melognana, Solnum melongena.
Carcioffo, cynara scolymus inermis.
Peperone, capsicum annuum, peparuolo, capsicum grossum rosso, giallo. Capsicum fruticens, rosso, diavoletto, volgarmente detto pepe di Salerno.
Finocchio, anethum foeniculum, finocchio lungo dolce, che poi si mangia a caroselle, quando non è spiegato ancora l'umbrella de fiori.
Accio o selleri, apium graveolens.
Ruchetta, brassica cruca.
Cipolla e Aglio, allium caepa, cipolla forte, bianca, o dolce rossastra. Allium sativum aglio comune. Allium porrum, porro.
Patata. Solanum tuberosum.
Fraule, fragrasia vesca.
Rispetto poi alle piante officinali che appartengonsi alla medicina, senza essere coltivate, sono della classe della diandria, didinamia, della poliandria, monadelfia, delle quale mi astengo a favellarne che in verità non hanno quelle fisiche attribuzioni atte a giovare l'humanità languente. Non vi sono piante che riguardano l'arte tintoria.

Piante che danno materia da filo.
Nel circondario di Teano non vi è coltivazione di cotone, e di conseguenza non vi è da rispondere alle domande su di esso. Bensì il canape e lino si coltivano, ed eccone il modo. Il lino si semina ed esigge migliore e più esatto apparecchio del terreno, con togliersi ogni, e qualunque erba spontanea, e tuttociò che sia di eterogenio.
Il canape si semina in aprile. L'apparecchio del terreno per l'uno e per l'altro fassi con zappa e vanga. Ad un moggio di terreno basta un tomolo e mezzo di semenza di lino. Di seme di canape è sufficiente un tomolo e quarto per ciascun moggio. Il lino poi si deve nettare in aprile dall'erbe spontanee, come l'ogli, veccie ed altro. Il canape non riscuote governo alcuno. Il lino si scava nella fine di maggio e si pone a seccare.
Il canape si scava in agosto e si pone sciolto a seccare sul terreno, e divenuto secco, si liga, si affascia, e si ripone nelle tenute d'acqua per la macerazione. Siffatta macerazione de canapi, o di lino, reca insalubrità d'aria e perciò deve farsi in luoghi lontani dall'abitato.
Il lino deve stare tre giorni dentro l'acqua, il canape sette, in otto giorni. Si estraggono poi dall'acqua e dopo seccato succedono mano mano la gramolazione, spatolazzione, cardatura, ed il dippiù che occorre per la filatura. L'uso che si fa del canape, e lino è quello delle telerie e di altro, siccome si dirà nella Sezione V.

                                                                                                         (Fine II parte)

Giampiero Di Marco
(da Il Sidicino - Anno XIII 2016 - n. 4 Aprile)

Mulino in località Boccaladroni

 

La fiera di Sant’Antonio agli inizi del ‘900 - Archivio D’Amico