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Caro Sindaco

 

Pubblichiamo con piacere la nota della nostra collaboratrice. A volte ci vuol poco a far qualcosa e nulla è mai talmente piccolo da non sortire, nel tempo, un apprezzabile risultato.
Era la strafottenza di un tempo quella che più ci indignava.

Caro Sindaco,
ho saputo che è stato lei, con alcuni suoi collaboratori, ad aver "illuminato" la scuola di Versano durante le vacanze natalizie sistemandola e tinteggiandola di colori vivaci.
I miei bambini al rientro sono rimasti a bocca aperta nell'entrare in una scuola che si potesse chiamare finalmente tale però non le nascondo che, passato il primo momento di stupore, ci siamo chiesti cosa potesse significare, per i cittadini, la figura di un Sindaco che , con pennellone e secchio di pittura, si mettesse in un giorno come la vigilia di Capodanno a tinteggiare una anonima scuola di paese.
Non le nascondo che a scuola sono venute fuori le cose più varie:
va bene, non va bene, un sindaco non dovrebbe fare queste cose, ma forse vuole dare l'esempio, io so che aveva fatto una promessa e ha voluto mantenerla, però doveva ordinare di fare non fare personalmente e via dicendo.
Ebbene oggi le posso confermare che il suo atteggiamento ha sortito effetti sorprendenti e ho avuto la conferma di come alcune azioni ne innescano altre in una sorta di reazione a catena.
Le faccio un piccolo esempio.
A Versano da quando abbiamo la scuola nuova siamo tutti diventati delle api industriose, compresi i bambini, nel partorire ideuzze per rendere la nostra scuola perfetta.
I bambini si controllano a vicenda che nessuno si appoggi alle pareti e si sono risentiti quando una maestra ha messo un chiodino per appendere un Crocifisso, temendo si potesse rovinare di nuovo il muro; il collaboratore ha sistemato e vivaddio anche il ripostiglio perché oramai "straddice" con tutto il resto e vorrebbe quasi quasi mettere qualche tendina ai vetri della sua auletta; nel frattempo i genitori hanno donato alla scuola una fotocopiatrice multifunzionale compresa di fax, sistemata poi insieme alla LIM, in un locale adibito a ufficio e le maestre continuano a ribadire ai bambini, in modo ancor più alacre, che bisogna rispettare l'ambiente in cui si vive tenendolo pulito.
Ad un tratto tutti si sentono responsabili della custodia di questo dono.
Qualcuno con la puzza sotto il naso, pieno della sua vanagloria, sicuramente mi dirà che sono cose scontate, che dovevano essere fatte senza aspettare che tinteggiassero.
Ebbene forse i fautori del pensiero forte non sanno che quando, nonostante i reiterati solleciti, ti fanno vivere per anni in una scuola dove ti piove addosso mentre si fa lezione rischiando di poter tenere in qualche aula una lezione di micologia senza dover andare a cercare campionari fuori dall'edificio o sei costretto ad attraversare il corridoio in apnea per le zaffate di miasmi che escono dai bagni o vedi muri che recano ancora i cuori trafitti di passioni nate tra i banchi della scuola i cui protagonisti però sono i genitori se non i nonni degli alunni di oggi, ebbene anche alla persona più animata di buona volontà prende il sopore.
Non inorridisca, possessore del pensiero forte!
Quattro maestrine che si sono appisolate, stanche di combattere dopo decenni di dinieghi, sono nulla al confronto di milioni di cittadini che hanno scelto il letargo, perciò ben venga qualcuno che ci svegli da questo insano sonno e agisca, in prima persona, per mettere in moto l'indotto del cambiamento.
Per questa ragione, caro Sindaco, io dico grazie a lei e alla sua squadra di assessori e consiglieri che ci avete materialmente pulito la scuola ma le sono grata soprattutto perché con la vostra condotta ci avete svegliato dal torpore e dal tedio e ci avete dato la prova che le cose possono cambiare se si vuole.
I sentieri poi si formano camminando.

Esterina De Rosa
(da Il Sidicino - Anno XI 2014 - n. 2 Febbraio)