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Apologia di Guido (1948 - 2009)

 

Venerabile Signor Sindaco,
mi permetta distoglierla qualche secondino dalle sue pressanti fatiche di retto governo, non me ne voglia.
A partire dal settembre dell'anno appena passato le sono piovute a cascata, e ancora non è finita, (a lei, al placido Presidente del C.C. dottor Giorgio e all'intero consesso civico) valanghe di “suppliche” dattiloscritte e protocollate per sottoporre alla sua svelta attenzione la possibilità di intitolare una via o una piazza allo scomparso Guido Zarone.
Tale repentina e inattesa morte, velata forse per sempre dalla cortina del mistero e dell'indeterminatezza, ha provocato smarrimento e costernazione in quanti lo conobbero: parenti, amici, conoscenti, clienti, colleghi, collaboratori, estimatori, aficionados, preti, elettori, reggicoda, compagni di viaggio e di partito (i resti di quella splendida, strana e per certi versi atipica consorteria che fu la D.C., ora diluitasi con comprensibile riluttanza in ogni dove).
Qualcuno ha fatto saggiamente osservare che in fin dei conti Guido non è che poi avesse fatto chissacché per meritare il privilegio di una targa toponomastica.
Peccato, perché lo scomparso agiva con signorile tatto, con un misto di pudica umiltà e una languida timidezza. Non amava “apparire”, come tanti pavoni e tucani elettorali che lei ben conosce e di cui è saggio e giusto tacere il nome .
La sua francescana discrezione arrivava al punto tale che promuoveva iniziative restando in un monastico anonimato, perfino in più di un'occasione fungendo da ghostwriter: in altri termini scriveva concedendo ad altri, meno provveduti, la prerogativa della firma.
Soprattutto, come tarda e scaltrita Penelope, tesseva la tela della diffusione della memoria di Teano e del suo territorio, coinvolgendo attivamente persone di tutte le età, di qualsiasi provenienza, di qualsiasi estrazione, di qualsiasi confessione politica e professione religiosa, senza sottili e preclusive distinzioni, con raffinata ed esperta amabilità.
Schiudeva così le frontiere spesso ostiche a un passato difficile e arduo da essere riconnesso e interpretato: vuoi per la spilorceria dei documenti e delle fonti di archivio, vuoi per gli enormi danni subiti dal patrimonio storico e architettonico a causa della forza dirompente della guerra e della stolta negligenza degli uomini.
Fu socio fondatore di ben due periodici teanesi, animatore provvidenziale del club Erchemperto, promotore di numerose iniziative dalle mille sfaccettature, ideatore e allestitore della raccolta lapidaria nella cripta di S.Paride infelicemente mai aggiornata e riattualizzata, consigliere legale e consulente storico di Mons. Sperandeo, nume tutelare del Gruppo Scout Teano1, della Proloco desimonesca, del circolo unità d'Italia, membro della società di storia patria, socio fondatore del gruppo archeologico sidicino, cavaliere di S. Gregorio Magno e del sacro militare ordine costantiniano di S. Giorgio (la cui data di istituzione risale al 1190 per volontà dell'Imperatore di Costantinopoli Isacco Angelo Comneno che volle, sull'esempio delle altre compagini cavalleresche fondare un ordine con lo scopo di difendere l'Impero), autore di illuminanti pubblicazioni, di cui alcune inedite (bibliografia di Teano, monografia storico-artistica sul convento e la chiesa di S. Antonio e qualche altra produzione ancora, che al momento mi sfugge).
Tra i suoi sogni occupava il primo posto l'istituzione non fittizia di un grande museo diocesano che col ricco lapidario del giardino vescovile, la cripta della cattedrale e diverse sale del seminario allestite con i più recenti criteri museali venisse a costituire un unicum per una lettura facile e interessante della storia di Teano e della diocesi. Si veniva in tal modo a tutelare e a proteggere tutti quegli oggetti e arredi sacri di valore artistico e documentale che non rivestivano più funzione liturgica e cultuale, sottraendoli così ai furti, alle svendite, al deterioramento.
Se un giorno accanto all'etruscologo, all'egittologo, al sinologo, allo yamatologo, al turcologo, al sumerologo, all'assiriologo sarà configurata e codificata in una categoria terminologica specialistica la qualifica di sidicinologo, ebbene tale titolo dovrà spettare retroattivamente e di forza al mai abbastanza compianto avv. Zarone.
Mi rendo conto, stimatissimo Sindaco Picierno, della complessa perniciosità dei problemi che ogni giorno affronta come padre, professionista e politico avveduto, ciononostante mi consenta di rammentarle in sordina con le parole del silenzio di prendere in seria considerazione la proposta non peregrina di cui sopra.
Tenendo desta e viva la memoria di Guido si terrà viva e desta la memoria di Teano, della sua versatile storia, della sua vitalità artistica e archeologica, della sua proiettiva potenzialità, come le Vestali che incessantemente alimentavano il sacro fuoco di Roma, senza sonno né distrazione.

Giulio De Monaco
(da Il Sidicino - Anno VII 2010 - n. 2 Febbraio)