L'ASSOCIAZIONE
 
il Sidicino
 
Indice per autore
 
Indice Giulio De Monaco
 
 

Teano Jazz 2008 - Amici oltre il tempo

 

Nella bella cornice del Loggione del Museo Archeologico, grazie alla sapiente coesione dell'inestimabile Presidente Walter Guttoriello e compagni, anche quest'anno Teano è stata il punto di raccordo di fluidi musicali provenienti da tutto il mondo.
ln una notte degna dei fuochi d'artificio sul Po, in onore di San Giovanni Battista, come solo a Torino e a Furnolo nella leggendaria notte dell'Assunta sanno fare, il nostro carissimo e stimatissimo Walter ha portato sul palco con l'apporto di Tonino Feola sei grandiosi artisti riuniti per celebrare la memoria del cinquantesimo genetliaco della Bossa Nova. Proprio 50 anni fa con "Chega de Saudad", il capolavoro che segnò per sempre il panorama della musica brasiliana e mondiale, Antonio Carlos Jobim riuscì a coniugare la musica colta occidentale con la cultura, la sonorità, la passione della tradizione musicale carioca. Questo connubio pose la pietra d'angolo di un nuovo mondo, una nuova voce, la Bossa Nova. Col suo potere malinconico, la sua forza dirompente, la sua poesia, la sua capacità di portare a compimento espressivo i sentimenti, riuscendo a unire in un grande abbraccio popoli così diversi, dando altresì voce e cuore alla passionalità brasiliana.
La musica di Jobim, conosciuto semplicemente come O Mestre, riuscì a stimolare e a incuriosire molti grandi della musica jazz facendoli avvicinare a soluzioni armoniche di grande risalto.
E proprio in questo spirito di collaborazione e unione sonora, il concerto ha visto succedersi, rincorrersi, dialogare i sei artisti. Per celebrare la Bossa Nova e non per autocelebrarsi. Nessuno di loro ha rubato la scena, anzi. Come il caro amico e critico musicale di vaglia Olindo Fortino ha fatto notare si è trattato di un concerto, raffinato, vellutato, condotto sul filo di una stupefatta atemporalità. Non c'è stato un "prevalere" di uno strumentista sull'altro ma bensì un amalgama perfetto, cementato da un'amicizia pluriennale e da una gioiosità oggi sconosciuta.
Eddie Gomez, bassista e compositore, apre il concerto in trio con Helio Alvez al piano e Da Fonseca alla batteria con un magistrale "Don Pascual", facendo volare le note del suo basso caricando di sonorità il brano. “Passarim" porta sul palco il flicorno ovattato di Claudio Rodìti, prontamente seguito dalla melodia di "Chega de Saudade", testo del poeta Vinicius de Moraes, vigorosamente supportata dalla voce caldo-roca di Maucha Adnet e dalla mitica chitarra di Toninho Horta.
Duettando con la tromba di Roditi e con quel mago di Horta, Maucha conduce il pubblico sulle onde sonore di quelle canzoni che sono ormai un patrimonio universale, fino alla polifonia frenetica di tutta la banda che offre "Surf Board" e alla chitarra in stile bossa-jazz di Toninho Horta di “Broken Kiss". ln un raggiante e iridato idioma brasiliano la serata in onore di Jobim conduce a un grandioso finale con
"Desafinado", "Agua de Marco" e "Garota de Ipanema".
"A bossa nova é a minha maior referência musical desde a adolescência, que junto com o jazz fez naturalmente sofisticar e enriquecer a minha musica. O querido idolo e amigo Tom Jobim sempre será o maior compositor popular brasileiro de todos os tempos". (La bossanova è il mio maggiore riferimento sin dall'adolescenza che insieme al jazz ha naturalmente contribuito ad arricchire e rendere la mia musica più sofisticata. Il caro idolo e amico Tom Jobim sarà sempre il più grande compositore popolare brasiliano di tutti i tempi). Con queste parole Toninho Horta de Melo, chitarrista e compositore mineiro, termine che identifica in Brasile i nativi dello stato del Minas Gerais, racconta il suo amore per questa musica che lo ha da sempre affascinato e catturato. Di famiglia molto numerosa, nacque a Belo Horizonte nel dicembre 1948. Fu suo fratello Paulo a condurlo su questa mirabile strada quando il giovanissimo Antonio lo seguiva nelle sue serate. La madre suonava il Bandolim, sulla scia di suo padre, e in questa famiglia di appassionati di musica Toninho crebbe e aprendeu. A 10 anni cominciò a suonare il violino, un Del Vecchio, e questo gli fece trascurare la scuola, anche perché seguiva sempre più spesso il fratello Paulo. Iniziò a comporre e quindi passò alla chitarra. Fu con la sua partecipazione al disco di Milton Nascimento, “Clube da Esquina" che il pubblico si accorse di lui. Negli anni seguenti registra con la divina Elis Regina, Gal Costa, Nana Caymmi, Joyce, Edu Lobo e molti altri. Il suo primo album come solista, "Terra dos Pássaros”, è del 1980 e consacra la sua abilità come compositore. Uno dei suoi ultimi lavori è un tributo a Tom Jobim, "From Ton to Tom", dove non imita Jobim ma lo reinventa pur rispettandolo, dando prova del grande amore che lo lega al maestro. ll suo universo di musica dove l'architettura armonica è completata da accordi e sonorità esotiche che si fondono con un'atmosfera onirica fino ad aprire lo scrigno di un abbraccio oceanico. ll grande abbraccio di un mineiro di buon sangue. Non è facile descriverne il linguaggio, sempre leggero, limpido, caldo e vibrante, semplice e complesso al tempo stesso. Toninho si fa apprezzare per la sua dolcezza, la sua umanità e il suo senso dell'umorismo, come ha saputo manifestare anche a fine spettacolo, disponibile a incontrare il pubblico e a scambiare pareri e
sorrisi con tutti.
Claudio Roditi è un notevole trombettista di Rio de Janeiro noto nel mondo del jazz internazionale per le lunghe collaborazioni coi gruppi di Paquito De Rivera e Dizzy Gillespie, è musicista capace di combinare felicemente elementi post-bop con la concezione ritmica brasiliana in uno stile che unisce potenza e lirismo.
Maucha Adnet, carioca, fu corista di Jobim negli ultimi anni della sua vita, ha collaborato con lui e il suo gruppo “Banda Nova" dal 1984 al 1994. Ha abitato per diversi anni a New York, esibendosi regolarmente con un proprio gruppo e collaborando con moltissimi artisti di prima importanza come Eliane Elias, Wynton Marsalis e la Lincoln Center Jazz Orchestra.
Duduka De Fonseca è tra i più considerati batteristi/percussionisti brasiliani del mondo, maestro dei diversi ritmi brasiliani. Il Carioca, ha sviluppato uno stile innovativo e personale, apprezzato dai più grandi musicisti internazionali che è riuscito a spingere in nuove direzioni.
Helio Alves, pianista e compositore brasiliano, da quando si trasferisce a New York nel 1994 inizia a lavorare con notevoli jazzisti di primo piano, tra cui proprio Carlo Roditi. Dal 1995 collabora col leggendario Joe Henderson, suonando in tutti i maggiori jazz festival del mondo e nel pluripremiato CD "Joe Henderson's Big Band" (Verve).
Non va scordato il tocco eccellente di Eddie Gomez, Portoricano, uno dei più straordinari contrabbassisti della storia del jazz, che impreziosisce ulteriormente questa già eccezionale band.
Cento di queste notti e un grande grazie a Walter e ai suoi impagabili collaboratori.

Giulio De Monaco
(da Il Sidicino - Anno V 2008 - n. 8 Agosto)