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Sonorità in una notte indiana targata Teano-Jazz

 

Ancora una volta non si può non elogiare la sapiente maestria con cui il comitato organizzatore anche quest’anno ha saputo trovare una punta di diamante del panorama della musica contemporanea. Cinque alla ribalta, cinque personalità, che si fondono sul palco così come coniugano due musicalità apparentemente inconciliabili. Oriente e occidente hanno saputo trovare un mezzo universale per dialogare. Trilok Gurtu e l’Arkè String Quartett si sono presentati sul palco di Teano Jazz Festival 2007 e sono riusciti a incantare il pubblico con una serie di elaborate e sapienti melodie. davanti ai nostri occhi e ancor più attraverso la nostra anima sono riusciti a comunicarci come due culture possano incontrarsi, due patrimoni antichi (quello della musica tradizionale indiana e il classico quartetto di archi occidentale) creano un nuovo linguaggio.
Il quintetto ha catturato il pubblico con un susseguirsi di virtuosismi fondati sulla tradizione, intrisi di varietà e vivacità ritmica. Il suono delle percussioni classiche indiane, abilmente riproposte in chiave moderna, scaturiva dalla poliedrica abilità di Trilok, inginocchiato sulla gamba sinistra alla maniera indiana, quasi in ossequio, dagli strumenti che accarezza, percuote e fa vibrare ponendosi in deciso contrappunto agli archi del quartetto.
La forza del canto e del ritmo sia indiani che mediterranei fluiva dalla voce, dagli strumenti ad arco e a fiato etnici attraverso le improvvisazioni, l’intensità ritmica e il virtuosismo di Arkè. La complessità ritmica del celebre percussionista indiano, con le sue vocalizzazioni sillabiche utilizzate per indicare i diversi moduli ritmici, e la moderna rivisitazione del quartetto d’archi, col contrabbasso al posto del violoncello, hanno generato un’atmosfera lirica che si alternava a momenti ritmicamente travolgenti in un gioco di influenze latine e indiane sfrenatamente etno-jazz.
La storia di questo esuberante connubio è relativamente recente. Del gennaio 2007 la pubblicazione dell’album Archeology.
Trilok Gurtu è nato a Bombay nel 1951 da una famiglia in cui la musica era quotidianità. Il nonno era un noto suonatore di sitar e la madre Shobba una delle più famose cantanti indiane che lo iniziò, all’età di 5 anni, allo studio della tabla. In seguito fu affascinato dalla musica occidentale, jazz, pop, ecc. e studiò la batteria, iniziando a collaborare con alcuni dei più grandi jazzisti del mondo. Trasferitosi in Germania, dopo un intenso e duraturo soggiorno in Italia, iniziò a comporre riuscendo a integrare abilmente le sonorità indiane con quella occidentali
L’Arkè String Quartett è nato nel 1996 per proporre una nuova concezione del quartetto d’archi che avesse un tipo di sonorità originale. Danno un uso espressivo molto personale delle potenzialità degli strumenti ad arco. Di estrazione decisamente classica, la integrano con strumenti a corda etnici e la voce utilizzando anche strumenti ad arco elettrici. Compositori e arrangiatori dei brani che propongono, fanno confluire nella loro produzione molteplici linguaggi musicali.

Giulio De Monaco
(da Il Sidicino - Anno IV 2007 - n. 8 Agosto)