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Liberi... AMO... Casamostra

 

“Non si può bluffare se c'è una civiltà teatrale, ed il teatro è una grande forza civile, il teatro toglie la vigliaccheria del vivere, toglie la paura del diverso, dell'altro, dell'ignoto, della vita, della morte”.
Così parlava Leo De Berardinis, regista e attore teatrale italiano. Le sue parole riecheggiano come una speranza per chi, ancora oggi, crede che il teatro (e, più in generale, l'arte nella sua molteplicità) debba essere un mezzo per riunire una cittadina, come anche una cultura popolare, dimenticata e abbandonata alle proprie rovine.
Come ogni anno il gruppo teatrale amatoriale dell'associazione culturale “I liberi: l'isola che c'è” mette in scena un pezzo di storia del teatro italiano e napoletano; quest'anno è stato riproposto l'atto unico “La bottiglieria del Rigoletto” (anche conosciuto come “Il non plus ultra della disperazione”) di Eduardo Scarpetta, accompagnato dalla rivisitazione teatrale di due monumenti della poesia popolare napoletana: Salvatore Di Giacomo e Raffaele Viviani, rispettivamente con “Lassamm fa' Dio” e “Mast'Errico”. Le due opere, espressione della civiltà napoletana a cavallo tra la fine del '800 e la prima meta del '900, si inseriscono perfettamente nel desiderato intento di rievocare il folklore, ma anche il dramma, di un popolo, da sempre più vicino alla subcultura, contadina e rurale, che al grande mondo dell'industria e dell'economia.
La rappresentazione culturale del 1 maggio, svoltasi a Casamostra di Teano per la festa in onore della Madonna della Pietà, dal titolo “Liberi… AMO... Casamostra”, vuole essere, in primis, un tentativo di avvicinare, a tutta la cittadinanza teanese, un mondo, misterioso e fantastico, ma, allo stesso tempo, semplice e reale, come quello del teatro. Altro obiettivo dell'associazione è quello di far capire quanta poca distanza ci possa essere tra Teano “centro” e la periferia delle frazioni e quanto si potrebbe fare se tutti insieme ci si adoperasse per portare la cultura e il divertimento. Dobbiamo essere uniti perché uniti si può migliorare, divisi si può solo sprofondare. Dal titolo si evince anche una sincera volontà di ringraziare la cittadinanza di Casamostra per l'ospitalità, la gentilezza e la collaboratività mostrata fino ad oggi. Il ringraziamento è doveroso perché, nel teatro, le spinte propulsive di ogni iniziativa sono, senza dubbio alcuno, l'entusiasmo e la partecipazione di chi è giù dal palco, di chi ci osserva, giudica e sostiene. Perché il teatro senza spettatori è come un libro mai letto o come una musica composta e mai suonata; il teatro sarebbe niente senza di voi.
Quindi un grazie a chi ci ha sostenuto, perché senza, non avremmo avuto il coraggio di andare avanti; un grazie a chi ci ha criticato, perché senza, non avremmo avuto la forza di migliorarci; un invito, infine, a chi non è mai stato in un teatro, a chi preferisce lo spettacolo finto, quanto o più del nostro, di tutte le trasmissioni-spazzatura (sitcom, reality, talent-show) che vanno in onda sulle nostre reti nazionali: fatevi avanti! Non rimarrete delusi.

Fabio De Gemmis
(da Il Sidicino - Anno X 2013 - n. 5 Maggio)