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Premio Internazionale Mario Luzi, c'è la menzione

speciale per Monica Lautieri
 
 

Anche una tesi di Antropologia dei Processi di Integrazione Sociale può aggiudicarsi una menzione speciale al premio intitolato a uno dei più importanti poeti italiani del Novecento. È capitato a Monica Lautieri che con la sua tesi di laurea, in ambito Politiche Sociali e Servizio Sociale, si è aggiudicata il prestigioso riconoscimento del Premio Internazionale Mario Luzi Edizione 2020. Organizzato ogni anno dalla fondazione dedicata al poeta, il riconoscimento è patrocinato da prestigiose istituzioni, quali l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, l’Unesco e la Conferenza Rettori delle Università Italiane (CRUI) ed è assegnato da una Giuria costituita da esperti tecnici designati e da una componente a carattere popolare. “Percorsi migratori tra Campania e Piemonte. Le nuove realtà produttive di Ciriè, San Maurizio Canavese e Caselle”, il nuovo volume monografico di Monica Lautieri è un appassionato affresco storico dalla fine della seconda guerra mondiale ai primi anni ’80 con le sue trasformazioni economiche, politiche e sociali, a cui ha dedicato e concentra da sempre le proprie ricerche. Aspetti che hanno attinenze pratiche con il nostro vissuto sociale ed economico.
“Uno degli aspetti più significativi degli anni ’50 del 900, dal punto di vista socio-economico, racconta Lautieri nell’introduzione, fu il grande movimento migratorio che spostò masse rurali, soprattutto meridionali, alla ricerca di nuove opportunità di lavoro, verso le regioni più industrializzate del settentrione o verso paesi esteri”. L’area che maggiormente ha interessato questa ricerca è prevalentemente il territorio di Ciriè e di San Maurizio Canavese, due centri nevralgici per la densa concentrazione di immigrati di origine meridionale, provenienti da Campania, Basilicata e Calabria.
“La particolarità di questa area del Canavese, continua la scrittrice, ricca di industrie non solo tessili e la posizione geografica favorevole rispetto alla «prima cintura torinese», hanno determinato un maggior impatto sulla popolazione residente che negli anni ’50 del ‘900, si è trovata in pochissimo tempo a dover fronteggiare l’emergenza casa e l’invasione dei ʻterroniʼ, più comunemente detti ʻnapuliʼ per sopperire alla mancanza di manodopera locale”.
Monica Lautieri vive a Tora e Piccilli ma ha vissuto a lungo in diverse città del nord. Qui ha abitato e lavorato in ambienti molto stimolanti, in aziende storiche di grande tradizione e cultura: Remmert di Torino, Tisarco in Valassina e altre in Veneto. Esperienze che hanno arricchito la sua preparazione e affinato il suo talento, e che l’hanno avviata a una brillante carriera, costruita con sacrifici, rigore e creatività. Poi, Monica ha dovuto compiere una scelta difficile: dopo nove anni di lavoro e di realizzazione individuale, ha lasciato tutto e da un giorno all’altro è tornata al suo paese, per assistere il padre gravemente malato. Nel corso della sua vita ha sempre lavorato con la parola, utilizzandola sia come strumento professionale che come chiave di lettura del suo io interiore e di quello dei personaggi letterari da lei creati per le sue opere. Nel 2014 viene pubblicata dalla Aletti Editore una sestina di componimenti nella raccolta “Africano”.
Il 2 giugno, finalmente un riconoscimento importante, è quinta finalista al premio internazionale “Salvatore Quasimodo”, per la sua monografia sul tessile “Industrie manifatturiere e mondo tessile nell’antica Provincia di Terra di Lavoro”.
“Scrivo ormai da diversi anni ma un’emozione così intensa non l’avevo certo mai provata. Questo riconoscimento è un’enorme soddisfazione per me. Il fatto che sia arrivato in un momento cupo per tutti fatto di restrizioni, confinamento, distanza dagli altri, rende tutto più speciale. Fiera di rappresentare il sud attraverso il mio racconto sui processi migratori dei migranti che hanno dovuto lasciare le loro case e le origini e delle interviste alle tessitrici campane che portavano nelle loro valige vuote solo la speranza di una vita migliore”, ha dichiarato Monica Lautieri per la segnalazione speciale della sua opera. Tenacia e orgoglio. Sono le due parole chiave con le quali potremmo riassumere l’attività di scrittrice di Monica Lautieri che è tornata in pista, a testimoniare che, per quanto duramente colpiti, si può e si deve ripartire.

Pietro De Biasio
(da Il Sidicino - Anno XVIII 2021 - n. 2 Febbraio)