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Ritratto in danza: intervista doppia a Giuliana e Giorgia

Guttoriello (ci raccontano sogni e passione per la danza)
 
 

Danzare vuol dire muovere il corpo in modo ritmico ed esprimere un’idea o un’emozione. La danza, tuttavia, assume un’ampia varietà di forme, dalla semplice attività sportiva all’arte formalizzata. A parlare con noi di danza e di tutte le sue sfumature sono le sorelle Giuliana e Giorgia Guttoriello.

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Come ti sei avvicinata alla danza, chi ti ha dato questa spinta?
Giuliana: È una lunga storia, guardavo le lezioni di danza con il pannolino seduta sull’enorme tavolo di legno della sala comunale che era dedicata allo studio della danza e della musica. Mia zia Gloria che aveva fondato l’associazione che si occupava della danza in quegli anni a Teano mi portava sempre con lei. Ho iniziato le mie vere e proprie lezioni a tre anni esatti.
Giorgia: Mia sorella maggiore, una seconda mamma per me studiava danza, ho iniziato un po' per emulazione ma poi ho scoperto una passione.
Ricordi le emozioni vissute nel tuo primo giorno di sala danza da allieva?
Giuliana: Si praticamente non toccavo con i piedi per terra, sapevo già cosa andavo a fare perché l’avevo visto per due anni seduta sempre su quel famoso tavolone da mini spettatrice e ora era il mio turno quindi diciamo che volavo non camminavo quel giorno.
Giorgia: Non conoscevo nessuno perché ero a Capua nella scuola dove studiava mia sorella in un altro paese senza nessuna amichetta e avevo tre anni e mezzo. Ero emozionata e un po' impaurita ma estremamente entusiasta.
Cosa significa per te danzare?
Giuliana: Vivere, non credo di conoscere una Giuliana senza danza, non è mai esistita e spero che mai esisterà.
Giorgia: Tutto ciò che sono e che sento, quando danzo spero sempre di trasmettere le mie emozioni a chi mi sta guardando, ballo per gli altri.
Ci puoi raccontare una curiosità, un aneddoto che ha lasciato un segno indelebile nel tuo percorso?
Giuliana: Avevo 6 anni e ricordo un esame che feci con 38,5 di febbre. Ricordo che mia mamma disse alla maestra: “mi sento una mamma snaturata, l’ho portata qui con la febbre ma non ho potuto fare niente e non ho avuto alternativa”. La mia maestra le rispose che nessuno può mai combattere con la passione e lo spirito di sacrificio di chi ama la danza, chi ama la danza ce l’ha dentro di sé e sua figlia ce l’ha. E vidi finalmente mia mamma sorridere e tranquillizzarsi. Da ballerina professionista ricordo che durante il tour di Notre Dame de Paris vidi su un ledwall di un grattacielo in Giappone la mia immagine ripresa dalla locandina. Fu una grande emozione e per questo a fine spettacolo sono stata più di 2 ore a firmare autografi.
Giorgia: Di segni ce ne sono stati tanti, tanti cambiamenti che vivevo di riflesso al percorso artistico di mia sorella. Il momento che mi ha fatto battere il cuore di più è atto il giorno del mio diploma di danza. Al di là del fatto in sé, lo spettacolo che mia sorella aveva ideato per me mi calzava a pennello e mi ha permesso di danzare esprimendo ogni singola parte del mio carattere. È stato lo spettacolo più profondo e luminoso che potessi fare.
C’è un’età per iniziare a fare danza e soprattutto si può iniziare da grande?
Giuliana: Artisticamente no, tecnicamente si perché chiaramente c’è bisogno di una capacità di apprendimento per cui nei primi anni del percorso scolastico quindi 6/7 anni è l’età più giusta per l’apprendimento e anche per cominciare a lavorare con consapevolezza sul proprio corpo. Prima è abbastanza difficile. Da grandi si può sempre incominciare per una propria passione, per soddisfazione personale, per una valvola di sfogo perché la danza ha tante sfaccettature e fa comunque bene.
Giorgia: non precisamente dipende dalle attitudini personali. Da grandi invece si può se si hanno delle doti fisiche ed artistiche innate, oppure lo si può fare come hobby artistico che fa sempre bene.
Che cosa è importante a tuo parere quando si insegna la danza?
Giuliana: È importante la coerenza perché la danza è una disciplina, un’arte che va più che insegnata trasferita come l’educazione ai propri figli. Anche agli allievi quello che trasferisce si deve dire e mostrare con coerenza. Per avere coerenza bisogna conoscere cosa si dice e cosa si fa. Aggiungerei anche la creatività perché trasferire un messaggio, una tecnica o un’emozione è molto complicato perciò bisogna avere fantasia per cercare di arrivare all’obiettivo. Abbiamo davanti delle persone e non naturalmente degli oggetti per le quali bisognerebbe scovare la loro arte, ripeto la danza ha mille sfaccettature emotive e dobbiamo essere fantasiosi e creativi.
Giorgia: saper fare incuriosire ed appassionare i bambini ed i ragazzi ad un’arte che potrebbe sembrare noiosa e faticosa ma non lo è affatto.
Cosa insegna la danza oltre alla danza in sé?
Giuliana: La danza insegna il rispetto verso sé stessi, verso il proprio corpo e verso gli altri. Insegna ad ascoltare gli altri, tutti sempre. Insegna a confrontarsi e a mettersi in gioco.
Giorgia: disciplina, spirito di gruppo e rispetto per gli altri.
Quali sacrifici deve sopportare una ballerina?
Giuliana: per gli altri sono sacrifici per una ballerina non lo sono. Sono necessità e non sacrifici. Sicuramente da ragazzine ci sono le rinunce però tu non le senti come tali. Sono delle esigenze per nutrire la tua passione. Poi crescendo il sacrificio alla mia età potrebbe essere quello di mantenere il fisico adatto all’insegnamento e anche al danzare perché quando insegni ti devi mostrare e quindi mantenerti in forma. Ma anche questo non si può considerare un sacrificio perché quando una ballerina si ferma per motivazioni terze sta male perché il proprio fisico non è abituato a stare fermo. Dall’esterno sono tanti ma per una ballerina sono solo necessità.
Giorgia: le rinunce alla “normalità” di vita per perseguire nel proprio obiettivo.
Qual è il miglior pregio di tua sorella? E il peggior difetto?
Giuliana: Il miglior pregio è la bontà, lei è veramente buona. È una delle poche persone che posso definire con questo aggettivo in maniera oggettiva. È anche molto umile. Permalosa il suo difetto perché è molto esigente con sé stessa.
Giorgia: pregio: ti fa entrare nel suo mondo è un’altruista anche nella sua arte. Difetto: precisa ed estremamente esigente.
Proiezioni future: cosa farai nei prossimi anni?
Giuliana: Bellissima domanda perché racchiude il senso di vita di una ballerina che non smette mai di guardare avanti. Mi piacerebbe vedere le mie scuole crescere di talenti, di possibilità da dare ai nostri allievi e magari crescere anche nei numeri. Ho sempre sognato vedere Arti in movimento in più posti oltre il mio paese. Ho iniziato con Formia e chissà un giorno ne avrò altri. Mi piace continuare a trasferire questa famosa valigia che porto con me. A miei allievi dico sempre che la danza è come una valigia piena di esperienza e conoscenze di vario tipo non solo legate all’arte della danza.
Giorgia: vorrei insegnare danza senza mai smettere di impararla.

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L’amabilità di Giuliana e Giorgia, la loro profonda modestia, la loro indiscutibile capacità di comunicare emozioni coniugata ad una altrettanta indiscutibile capacità di ascolto hanno stemperato questa nostra chiacchierata. Sento doveroso ringraziare Giuliana e Giorgia per il tempo che hanno voluto dedicarmi, avendo sottratto una parte del loro “riposo”.

Pietro De Biasio
(da Il Sidicino - Anno XVIII 2021 - n. 1 Gennaio)