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Viaggio nel mondo delle giovani band teanesi: In-Pulse

 

Riprendiamo il nostro viaggio nel mondo delle giovani band teanesi. Questa volta spazio alla band In-Pulse.
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Da dove arriva e che cosa significa il vostro nome?
Il nostro nome deriva dall'ultimo disco live dei Pink Floyd “Pulse”. Abbiamo voluto dare un nome che rappresentasse, nel contempo, l'intenzione di riprodurre la musica dei Pink Floyd nella sua espressione più vera: quella “Live” e sottolineare l'idea di una pulsazione musicale profonda.
Quando e perché è nata la vostra band?
L'idea è nata da Christian Compagnone e da Gianfranco Altieri i quali, reduci da un'esperienza precedente in una tribute band mista in cui eseguivano anche brani dei Pink Floyd, hanno deciso di dedicarsi ad un progetto tutto floydiano. Abbiamo formato la band nel 2015 con l'obiettivo di dar vita ad un progetto che desse la possibilità al pubblico di rivivere lo spettacolo musicale dei PF nella sua veste più vera, sia dal punto di vista musicale che scenografica.
Chi fa parte della band?
Nel 2015 abbiamo iniziato con una formazione decisamente più ristretta rispetto a quella attuale, eravamo solo in 5: Christian Compagnone alla voce, Gianfranco Altieri alla chitarra, Marco De Maio alle tastiere, Paride Lerro al basso e Paolo Cirelli alla batteria. Ben presto, però, siamo cresciuti con altri due elementi fondamentali del gruppo: Leonardo Maria D'Alonza, nostro video editor ed Ernesto De Maio come responsabile tecnico. Attualmente siamo 10 elementi attivi sul palco: Pasquale Viola al basso, Paride Lerro ritornato alle chitarre, Laura Noviello e Paola Cerullo voci e cori e Carmine Campanile che ha sostituito Paolo Cirelli alla batteria. Inoltre ci siamo avvalsi, in molti concerti, della collaborazione del sassofonista Franco Petrella.
Avete un genere musicale di riferimento?
Ognuno di noi ha un bagaglio musicale molto diverso. Se parliamo di esperienze musicali, spaziamo dal pop-rock al jazz-blues, passando per il metal e la musica popolare; riguardo all'ascolto, invece, sicuramente questo progetto ha un solo punto di riferimento: i Pink Floyd e la musica progressive rock in genere.
Avete già registrato qualche brano?
Abbiamo tutte le registrazioni Live dei nostri concerti, che speriamo di poter proporre quanto prima al nostro pubblico. I lavori in studio sono già stati fatti dai Pink Floyd e sarebbe assurdo riproporlo, però l'idea di recuperare brani della band un po' dimenticati dal pubblico e riproporli in una chiave diversa è un discorso che abbiamo lasciato aperto.
Lavorate da soli come collettivo autogestito o vi segue qualcuno?
Attualmente lavoriamo in veste autogestita al 100%, però abbiamo delle collaborazioni con alcuni operatori del settore, ma nessuna esclusiva. È difficile trovare sintonia nel mercato attuale delle tribute band, perché la nostra proposta si inserisce in un ambito più vicino a quello dei festival, delle manifestazioni di settore, dei teatri e ci troviamo spesso a scontrarci con un management che lavora con l'approccio dello show da intrattenimento. Nel nostro caso non è così, noi proponiamo un evento musicale che richiede dei requisiti di fondo che spesso non vengono garantiti. Siamo alla ricerca di un'agenzia che comprenda il nostro intento e abbia voglia di puntare su di noi, con un progetto di ampio respiro, che miri a far crescere il nostro pubblico al di là dei nostri confini.
Come si può riassumere la vostra attività live fino a oggi?
La nostra attività inizia a Teano con il concerto all'Auditorium Diocesano, il 28/12/2016 e siamo fieri dopo 3 anni esatti di attività, di suonare lo stesso giorno, sabato 28/12/2019, al Teatro Bolivar di Napoli. Per noi è un grande risultato, che arriva solo dopo tre anni, seguito da un'altra grande tappa nel settembre 2018 a Scarborough in Inghilterra, dove abbiamo avuto l'onore di esibirci presso il Teatro cittadino di fronte a 400 persone ed ottenere grande apprezzamento da un pubblico che ha ascoltato i Pink Floyd all'epoca di Syd Barrett, quando si esibivano ancora nei locali della loro città. Il concerto in terra inglese è stato di sicuro una tappa fondamentale del nostro progetto. Oltre ad essere stata una grande sfida da cui siamo tornati vincitori, è stato e rimarrà di sicuro un'esperienza memorabile per tutta la band, a partire dai preparativi e dai vari accadimenti che lasciamo solo immaginare. Insomma, ci siamo divertiti e abbiamo dato il meglio di noi. Oltre ai Teatri, la nostra attività live ha dato grande importanza alle location storiche. Infatti abbiamo ideato una serie di spettacoli adatti ai teatri ed anfiteatri. Ricordiamo l'anfiteatro di Alife ed in particolare il teatro romano di Cassino, nell'ambito del Cassino Arte 2017, che possiamo dire sia stato il nostro primo vero riconoscimento. Speriamo quanto prima di poter proporre il nostro show anche qui a Teano, nella cornice del teatro romano. Sarebbe dovuto accadere già quest'anno, ma per problemi burocratici non è stato possibile.
Che cosa significa per voi la parola “successo”? Avete “un sogno nel cassetto”?
Rispondendo alla prima domanda, possiamo dire che il successo, se un giorno dovesse arrivare, speriamo sia per riconoscere il lavoro che abbiamo fatto. Il nostro sogno nel cassetto… poter suonare in un luogo unico, con un'atmosfera unica, la musica dei Pink Floyd e far sì che sia un evento unico ed irripetibile per noi e per il nostro pubblico. Che altro aggiungere? Gli In-Pulse dimostrano di avere grandi sogni e nessuna paura per il loro futuro artistico. Appuntamento qui per la prossima puntata del nostro viaggio.

Pietro De Biasio
(da Il Sidicino - Anno XVI 2019 - n. 12 Dicembre)