L'ASSOCIAZIONE
 
il Sidicino
 
Indice per autore
 
Indice Pietro De Biasio
 
 

Convegno sul pelatello teanese

 

Presso l'Istituto Alberghiero, organizzato dall'associazione "I Palazzuoli", si è svolto un convegno sul maiale nero casertano, ossia il "pelatello teanese".
Sono intervenuti: il dirigente scolastico prof. Di Franco, la dott.ssa Piancastelli, il sindaco ing. Picierno, il vice presidente del neo consorzio per la tutela del maiale nero casertano Ianniciello. il fiduciario Slow Food Santacroce, il prof. Trabucco e la massima autorità dell'enogastronomia italiana Luigi Veronelli. Nel suo indirizzo di saluto, il prof. Pompa dell'associazione promotrice dell'incontro, ha sottolineato la necessità della valorizzazione dei vini e dei prodotti tradizionali, attraverso la promozione per lo sviluppo economico del territorio.
Il "pelatello", o "maiale con gli orecchini" della tradizione loclae, scuro e senza setole è una razza rarissima e antichissima che rischia di scomparire definitivamente. Tracce di questa razza le troviamo nello Statuto della città di Modena del 1200 con un articolo che prescriveva ai proprietari l'utilizzo del guinzaglio per trasporto del suino, ma anche in importanti testi zootecnici del 1800. Nei primi passaggi del convegno è stato precisato che la razza è definita casertana, ma è in realtà specifica della zona di Teano. Quando, però, sono cambiati gli usi e i consumi delle abitudini alimentari, il maiale nero casertano con la sua ricca percentuale di grassi, ha rischiato di scomparire dalle nostre tavole. Ma per fortuna, sulle nostre colline, ci sono ancora famiglie contadine che producono salsicce, soppressate, coppe, salami e prosciutti allevando il maiale nero. Prodotti straordinari, ma introvabili, perché destinati esclusivamente al consumo familiare. Un altro elemento importante che ha inciso sulla quasi estinzione, è il sistema di allevamento allo stato brado caratteristico di questa razza che è crollato con l'introduzione delle colture intensive e di allevamenti più redditizi e facili da gestire. Occorrerebbe reintrodurre questa razza in opportuni ambiti agricoli dove abbiano la possibilità di pascolare liberamente e ricoverarsi allo stato brado. Con questa pratica, in sostanza, si permetterebbe al suino di vivere secondo il suo naturale e abituale istinto di sopravvivenza e riproduzione, con un controllo a distanza da parte dell'uomo. Con grande sforzo si sta cercando di recuperare questa tradizione e valorizzare il "pelatello" con la costituzione di un consorzio di allevatori che oltre ad assumersi la tutela dell'antica razza, ne garantiscano un più ampio consumo.

Pietro De Biasio
(da Il Sidicino - Anno I 2004 - n. 4 Aprile)