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La Capria, Pascale e De Silva:

 
tre moschettieri del dubbio contro la retorica dell'entusiasmo di regime
 

Si è conclusa a Teano, il 26 maggio, la settimana annuale della cultura promossa dall'Amministrazione Comunale. Senza voler azzardare in questa sede un consuntivo generale della rassegna, mi preme spendere qualche parola sui due incontri più interessanti offerti dal suo calendario: le due “punte di eccellenza” (francamente impreviste), rappresentate dagli incontri con Raffaele La Capria di venerdì 20 maggio (chiesa di San Pietro in Aquariis) e l'incontro congiunto con Antonio Pascale e Diego De Silva, tenutosi domenica 22 (Masseria San Massimo).
La novità non risiede tanto, a mio avviso, nel prestigio degli ospiti intervenuti, quanto nella circostanza che si tratta di tre “romanzieri”, categoria pressoché “scabrosa” ed ignorata da tutti gli happening culturali promossi alle nostre latitudini da molti anni a questa parte. E nella ulteriore considerazione che si tratta di tre romanzieri “di taglia forte”, fedeli all'idea kunderiana del romanzo come arte del dubbio metodico e del disincanto, come virile “messa in prosa della vita” a scapito dell'illusione tutta adolescenziale (e molto italiana, a conti fatti), che la vita sia un componimento in versi di D'Annunzio o, peggio ancora, il testo di una canzone di San Remo.
Tre scrittori “duri e puri”, insomma, che fanno i conti (ognuno in modo diverso, ma con pari onestà intellettuale) con l'essenza delle cose, con la necessità corporativa di aderire al Vero piuttosto che al Bello (lo scrittore non può permettersi il contrario: il romanzo non è una fuga dal mondo, non è una poesia e nemmeno una canzone, ma un esperimento di verità). L'incontro con lo scrittore detiene in sé una valenza positiva che prescinde da ogni considerazione di carattere dietrologico (“l'hanno invitato per questo e per quest'altro motivo”), soprattutto in terre disabitate dalla letteratura come quella in cui viviamo.
Una terra non fecondata dal seme della scrittura si espone al rischio dell'oblio e dell'inaridimento. Quasi banale ricordare che la differenza tra civiltà e barbarie sta proprio nella preservazione delle testimonianze scritte. Che ne sarebbe delle Langhe senza Fenoglio, dell'Aspromonte senza Alvaro, di Trieste senza Svevo, di Ferrara senza Bassani, del basso Lazio senza Landolfi e Moravia?
Accontentiamoci di queste prime spore disseminate sul nostro territorio, quindi, e rallegriamoci del trend positivo che sta interessando la provincia di Caserta: per la prima volta nella storia una generazione di scrittori casertani si è affacciata alla ribalta delle cronache letterarie: Francesco Piccolo, Giuseppe Montesano, Antonio Pascale stanno contribuendo a fare di Caserta e del suo hinterland quasi un luogo della mente, aggirando con destrezza i pericoli dell'oleografia e dell'inutile vittimismo. Alla “falange” casertana si aggiungono giovani napoletani molto promettenti come Valeria Parrella, Leonardo Pica Ciamarra, lo stesso De Silva (col suo scandaglio impietoso immerso nel mondo dell'infanzia).
E La Capria? La Capria resta innanzitutto uno dei più importanti scrittori italiani del dopoguerra, e l'ultimo superstite di una generazione forse irripetibile per Napoli, che ha annoverato tra le sue file Luigi Compagnone, Domenico Rea, Anna Maria Ortese, Luigi Incoronato. Uno scrittore rigoroso e “impegnato”, che ha affrontato in tutte le sue opere il tema della Bellezza (del suo apparire incongruo e miracoloso, del vilipendio che spesso ne facciamo, della sua misteriosa fragilità), senza mai abbandonarsi a un lirismo accomodante. Posillipo, Capri, Positano ed Ischia sono stati da sempre i setting delle sue riflessioni narrative. E sentirgli lodare la “bellezza” della chiesetta di San Pietro, proprio all'inizio della conferenza, ci ha messo francamente un po' i brividi.
Un plauso, dunque, agli organizzatori dell'evento, ed un invito a estendere gli sforzi in vista delle edizioni successive. Senza tralasciare di coinvolgere le scuole, aggiungendo magari workshop letterari e corsi di scrittura creativa, visti i riscontri sorprendenti che iniziative di questo genere stanno ottenendo negli istituti superiori di tutta la penisola. Passando ormai anche per le vicine Avellino, Napoli, Benevento, Capua e Caiazzo.

Emiliano D'Angelo
(da Il Sidicino - Anno II 2005 - n. 5 Settembre)