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La mano tosta di Santa Reparata

 

Sono diverse le città europee che hanno Chiese dedicate a S. Reparata: tra tutte essa è patrona di Teano, Nizza e Firenze. Ma solo Teano ne possiede la reliquia.
A Teano la Santa è compatrona della città insieme a S. Paride. Il racconto della traslazione del corpo di S. Reparata, vergine e martire cristiana di Cesarea, approdato fortunosamente e come al solito in quei tempi sulla costa campana, fu, su richiesta di Sicone, duca longobardo di Benevento, trasportato con un carro trainato da buoi dalla costa di Traetto (attualmente Marina di Minturno) verso Benevento grazie alla fama che la santa aveva in forza dei tanti miracoli avuti per intercessione della stessa ed al desiderio di possedere il corpo. Fortunosamente, caso strano, i buoi arrivati a Teano non vollero andare più avanti e come conseguenza Sicone, per esaudire il desiderio della figlia Paga, rinunciò a far proseguire il trasporto e costruì a Teano, all'incirca nell'830, un convento in cui insediò come badessa la figlia ed il corpo della Santa come importantissima reliquia.
Considerata l'importanza della Santa e del suo protettore longobardo, S. Reparata fu nominata compatrona di Teano insieme a S. Paride e da allora le sue reliquie riposano tranquille nella teca conservata bella chiesa e convento che ancora esiste, essendo sopravvissuto attraverso i secoli a varie vicende che varrà la pena raccontare in altra occasione.
Chiarita la storia dell'arrivo del corpo della Santa a Teano ed ivi conservato, resta una curiosità erudita ma anche interessante per i Teanesi cultori di storia patria: cercare di capire come mai anche Nizza e Firenze abbiano la stessa protettrice.
A Nizza il corpo della Santa arrivò anche lì via mare (a quei tempi i corpi dei santi martiri erano soliti viaggiare in piccole barche e spesso fisicamente duplicandosi per accontentare il maggior numero di fedeli) e grazie ai molti miracoli fu nominata protettrice di quella città.
Diverso il caso di Firenze, dove la chiesa in onore di S. Reparata fu costruita là dove oggi si trova il Duomo di S. Maria del Fiore per festeggiare la vittoria avvenuta il giorno 8 ottobre 406, festa di S. Reparata, quando i fiorentini riuscirono a respingere l'assedio degli Ostrogoti di Radalgiso.
Fin qui la storia della Santa e dei suoi lunghi viaggi via mare, ma riguardo a Firenze credo sia interessante far conoscere ai concittadini curiosi la vicenda raccontata da Matteo Villani nella sua “Storia di Firenze” riguardo alla Santa, al suo corpo ed al desiderio dei Fiorentini di avere per lo meno una parte di reliquia da conservare nella loro bella chiesa.
Racconta il Villani che gli ambasciatori del comune di Firenze, presenti all'incoronazione di Luigi di Taranto a Re di Napoli il 25 maggio 1352, chiesero al re la grazia di avere “alcuna parte del corpo della vergine S. Reparata ch'è in Teano, per onorare la sua reliquia nella nobile chiesa cattedrale della nostra città ch'è edificata a suo nome”.
Avendo a tanto acconsentito re Luigi e la Regina, e gli ordini del re non si discutono ma si eseguono, dopo varie traversie finalmente si convenne che “il braccio destro di quella santa si procacciasse d'avere per modo che i terrazzani non se n'avvedessero (furbi questi fiorentini) e di così averlo con industria e con grande sollecitudine”.
Gli ambasciatori, naturalmente soddisfatti e contenti per essere riusciti ad ottenere la reliquia, avvertirono dell'intesa i priori della città affinché la reliquia della Santa fosse accolta in Firenze con grandi onori.
A tal fine i rettori ordinarono una “solennissima processione di tutti i prelati chierici e religiosi della città di Firenze, con grandissimo popolo di uomini e di femmine, con molti torchi accesi comandati per l'arti e forniti per lo comune, ed il vescovo di Firente ricevuto colle sue mani il santo braccio, con la mano segnando la gente molto divota e lieta, credendosi di avere quella santa reliquia, fu portata e collocata nella nostra chiesa, a dì 22 di giugno 1352”.
Adesso viene il bello.
Dopo quattro anni e otto mesi, periodo durante il quale la reliquia ricevette la reverenza e la devozione dei cittadini fiorentini, si fece una amara scoperta.
Era successo, udite udite, che “con femminile astuzia della badessa del monastero di Teano, ov'era il corpo della detta santa, che vedendo che quello braccio le conveniva dare per volontà del re, e della regina, dissimulando gran pianto colle sue suore per lo partimento della reliquia” chiesero di poterlo conservare per alcuni giorni per devozione. “E in questo tempo feciono fare un simulacro di legno e di gesso, che propriamente pareva quella santa reliquia e dando questo con grande pianto, fece credere agli ambasciatori che avesse assegnata loro la santa reliquia, e a Firenze fece onorare come santuaria quello simulacro per cotanto tempo, non manifestando la sua falsa religione”.
Ma poiché come al solito San Giovanni scopre gli inganni, avvenne che: “Il comune nel mese dottobre 1356, volendo d'oro e di argento e di pietre preziose fare adornare quella reliquia, i maestri la trovarono di legno e gesso: e segatala per mezzo, furono certi che niuna reliquia v'era nascosa, ed il Comune fu certo del ricevuto inganno” e “della malizia della sacrilega badessa”. Naturalmente fu messo tutto a tacere finchè tutto passò nel dimenticatoio.
Tanto tempo è ormai trascorso da allora e si può ben sorridere nel rileggere la vicenda, soprattutto nei confronti dei fiorentini, toscanacci irridenti e sempre pronti alla battuta ironica, i quali una volta tanto andarono per uccellare i teanesi e furono invece uccellati da una donna.

Nando Corrado
(da Il Sidicino - Anno X 2013 - n. 6 Giugno)