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Ricordo quei Carnevali...

 

Qualche giorno fa mi è capitato di leggere la locandina del Carnevale di questo anno a Teano. La lettura mi ha rimandato indietro nel tempo, riportandomi alla mente le vicende del nostro "Comitato di Carnevale".
Eravamo nel lontano 1986: in quegli anni i giorni di carnevale erano vissuti in modo piuttosto squallido: a parte qualche festa privata ed iniziative simpatiche ma sporadiche, il tutto si riduceva ad una folla di ragazzi che si riversava nelle strade armati di uova marce e farina.
Con un gruppo di amici ci chiedemmo se fosse stato possibile modificare quel modo di viver il carnevale, coinvolgendo la città in attività diverse.
Altri volenterosi si aggiunsero a noi e costituimmo il "Comitato di Carnevale" formato inizialmente da Don Carlo Lambiase, Giuseppina Mastrostefano, Salvatore Vigliano, Gloria Napoletano, Dino Rotoli, Gemma e Gaetano Iannaccone, Mimmo Feola, me ed altri di cui, purtroppo, non ricordo il nome.
Era un gruppo eterogeneo per carattere, tendenze ideologiche ed età, ma accomunato dal desiderio di organizzare una festa "per uscire e stare insieme".
Si decise di organizzare le nostre quattro giornate di Teano dedicate ai bambini, ad una caccia al tesoro, ai giochi del Palio di Carnevale ed infine l'ultima al corteo e alla festa in piazza.
si trattava a quel punto di rimboccarsi le maniche e lanciarsi nell'avventura. Le decisioni erano corali e prese con lunghe ed appassionate discussioni coordinate da Salvatore Vigliano che ogni tanto faceva il punto della situazione e spiegava.
A Giuseppina era stata affidata la ricerca dei fondi e la tenuta dei conti; compito arduo, ma alleviato dalla collaborazione di Gloria e dall'apprezzamento e dalla generosità di molte delle famiglie alle quali si rivolgeva.
Tuttavia non era tanto problematico riempire la cassetta delle offerte, quanto ottenere un congruo contributo dalle istituzioni; ma mugugnando ed arrangiandoci ci facevamo bastare quello che avevamo e andavamo avanti.
E ci furono le "Giornate dei bambini" care al cuore di Giuseppina capace di trascinare nel gioco festanti bambini, giovani animatori e le solerti mamme. I canti e i girotondi si interrompevano a sera per assistere alla "morte di carnevale"; a quel punto centinaia di palloncioni variopinti erano lasciati liberi di salire nel cielo.
E ci furono le "Caccia al tesoro". Tra i ricordi più piacevoli del carnevale vi sono le voci squillanti dei ragazzi che correvano invadendo strade e case alla ricerca del tesoro; confusione che rendeva allegra e vitale la città. "Con giovani così attivi ed entusiasti la città non può che fiorire e progredire", pensavo...
I giochi del Palio erano appannaggio di Dino Rotoli, il genio artistico del gruppo.
Aveva eletto a suo dominio indiscusso il laboratorio di carnevale da cui tirava fuori torri, piramidi e maschere. Molti ricordano con quale fiero cipiglio sovrintendeva ai giochi aggirandosi e agitandosi tra i concorrenti, attorniato dalla schiera degli attivi collaboratori.
La giornata finale era certamente la più impegnativa.
Nel comitato molti erano insegnanti, per cui ci parve interessante cogliere l'occasione del carnevale per migliorare le relazioni tra gli istituti ed aprire le scuole al territorio. Ci premeva inoltre favorire un rapporto di collaborazione tra professori ed alunni, acché insieme discutessero ed operassero in vista della partecipazione alla festa.
L'esperienza si rivelò interamente positiva.
Tutte le manifestazioni, ed in particolare il corteo, coinvolsero gli alunni delle nostre scuole.
Un bel momento di collaborazione tra la Scuola Elementare e Media fu la preparazione della sfilata del gruppo "Inquinamento del Savone" che vide i ragazzi più grandi interpretare il fiume inquinato mentre i piccoli diventarono i fiori ed i pesciolini del sempre risorgente Savone limpido.
Qualche volta le sfilate degli alunni apparivano un po' ingessate, era il prezzo che bisognava pagare per farvi partecipare tutti, compresi i bambini delle scuole materne che con piccoli passi di gloria seguivano le loro volenterose maestre.
Arricchivano il corteo slendidi carri (mi viene in mente il magnifico "Cigno") e gruppi spontanei spesso familiari, tutti animati dal suono della banda di carnevale. E chi può dimenticare il corteo storico settecentesco con la fastosa carrozza riportata ai fulgori della gloria dalle esperte ed amorevoli mani del gruppo di Enzo Fusco e Paolo Rigliari?
La grande festa finale era dedicata agli spettacoli ed al ballo in piazza. Tra gli applausi della folla festante si esibivano i gruppi scolastici. Tra le tante e simpatiche performance alcune sono rimaste indimenticate, come il delizioso "Ballo del qua-qua" dei bambini e "La cantata dei mesi" recuperata dagli alunni delle scuole medie.
E così trascorsero tredici anni, tanti: avevamo raggiunto il traguardo di rendere i nostri concittadini "attori e non spettatori della festa", come dai palchi declamavano i nostri speakers ufficilai Salvatore Vigliano e Tonino Ozo.
I traguardi, però, sono fatti per essere superati e gli schemi troppo a lungo reiterati finiscono per l'apparire scontati.
Avremmo desiderato che il "Carnevale" si rinnovasse, che compisse il famoso salto di qualità, ma dovevamo scontrarci con risorse e mezzi sempre più esigui.
La stanchezza accumulata in tanti anni di lavoro, ci rendeva, inoltre insofferenti davanti alle estenuanti contrattazioni necessarie per ottenere qualcosa in più da offrire alla cittadinanza.
Tutto ciò ci portò a perdere lo stimolo e l'interesse per continuare questa esperienza. Il comitato era ancora disponibile per attività di promozione cittadina, ma di tipo diverso.
Con la fine del nostro carnevale finiva anche una parte della nostra vita; sapevamo, però, di aver ben speso i nostri anni, avendo offerto alla comunità piacevoli giornate e contribuito a sviluppare una coscienza partecipativa.
Dopo tanti anni ci sentiamo ancora più soddisfatti nel constatare che nuove associazioni hanno raccolto il nostro testimone.

Rosa Cinquanta
(da Il Sidicino - Anno I 2004 - n. 2 Febbraio)