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La Corale della Cattedrale nel 2012 fa il “bis” e la comunità

diocesana ringrazia
 

Ci ricorderemo a lungo dell’anno di grazia 2012; magari non solo in Italia né solamente in Europa o nel resto del mondo.
Il Lettore penserà subito agli astri o ai Maya e - perché no? - allo spreed! Qualcuno, per motivi facilmente intuibili e in parte condivisibili, correrà col pensiero a Monti, rimpiangendo forse Tremonti; qualcun altro benedirà la Fornero temendo l’arrivo di Cordero che, tra una presidenza e l’altra, sa tanto di “prezzemolo”..... che in greco vuol dire “sedano delle pietre”. Ma noi, che siamo Sidicini, unitamente ai fratelli della Diocesi di Teano-Calvi, abbiamo un motivo ed una spinta in più per eternare (si fa per dire) quest’anno, convinti come siamo, tra l’altro, che il seme finito tra le pietre o tra le spine (non im porta se politiche o tecniche) non darà mai alcun frutto!
Il motivo e la spinta in più, per fissare a lungo nella nostra memoria l’anno appena trascorso, hanno radici e potenzialità di tipo spirituale e/o, se volete, religioso; ma proprio per questo vengono da lontano e ci portano lontano... a bordo di un veicolo potentissimo e magico e magico, il canto. Pensate: l’uomo, prima di parlare, ha cantato! E il canto, come la musica, è un linguaggio universale. Più esattamente, il canto è il mezzo più naturale e più facile per esprimere la musica. Di esso, che costituisce uno dei mezzi di espressione dell’uomo, Socrate dice che è il suono dell’anima e S. Ambrogio aggiunge: “Cantare è proprio di chi ama”. S. Agostino, a sua volta, ci ricorda che cantare vuol dire “pregare due volte”. Il Mazzini vede quest’arte come l’eco del mondo indivisibile e Platone la definisce una reminescenza di celestiale beatitudine, mentre Aristotele attribuisce alla musica un grandissimo potere etico. Si dice che Nerone diventasse pietoso unicamente quando cantava o sentiva cantare! E allora, per tornare a bomba: quale viatico e/o guida migliore del Concerto di fine anno, offerto dalla nostra benemerita e gloriosa Corale della Cattedrale, per salutare “volentieri” e degnamente l’anno che se ne va e passare il testimone al suo successore, il “13", che la devozione popolare sidicina affida fiduciosa e trepidante a S. Antonio da Padova? Speriamo che porti bene, anche se parte orbo del tradizionale Concerto dell’Epifania, che questa volta è stato anticipato al 30 dicembre, in coincidenza con la festa della Sacra Famiglia. In tale occasione il Vescovo (secondo noi) ha voluto aggiungere al contesto spirituale, familiare e sociale dell’Anno della Fede una perla straordinaria, quella del Concerto della Corale della nostra Cattedrale, dedicato in primis alla Sacra Famiglia e, auspicabilmente sul modello di questa, a tutte le Famiglie della Comunità Diocesana, impegnate fino al prossimo ottobre in un “percorso di spiritualità, formazione e iniziative”, che si snoderanno in varie tappe durante l’Anno Pastorale 2012/2013.
Attingendo alla nostra pluridecennale esperienza e militanza “sul campo”, abbiamo il sospetto che la Corale, Direttore in testa, sia stata colta di sorpresa e così 7 giorni sottratti alle prove ed ai ritocchi finali hanno forse condizionato e/o ridimensionato il repertorio, ridotto di qualche unità l’orchestra (che comunque si è difesa molto bene) e provocato l’assenza di qualche solista “esterno”; l’influenza, poi, ha fatto il resto! Va comunque detto che l’edizione numero 20 del “2012 bis” è stata senz’altro all’altezza della situazione ed ha aggiunto un’altra medaglia al suo già ricco e prestigioso medagliere! Come si fa, dunque, da parte nostra a qualificare / archiviare il 2012 come un anno “seriale”?
Né possiamo congedarci dai Lettori senza dare a Cesare.... e a Dio.... Cosicché, date per scontate la bravura e l’abnegazione di Don Tommaso e senza indulgere alla sua “lode”, perché questa (sono parole sue) “Dopo mezz’ora non cè più”, prendiamo atto che già come il 6 gennaio 2012, anche il 30 dicembre dello stesso anno il Concerto s’è aperto volando alto, con le stelle che non stanno a guardare, perché S. Alfonso le anima e muove, nel suo Allegretto in sei ottavi della celebre pastorale natalizia “Quanno nascette ninn’” (particolarmente impegnativa per i tenori). E ci porta a nostra insaputa nella Grotta di Betlemme, davanti a Maria che culla il Bambinello maternamente e soavemente, come l’onda del mare in una serena notte illuminata e confortata dalle stelle malinconicamente e delicatamente accompagna l’andirivieni della barchetta di carta variopinta ad essa affidata in un ormai lontano tramonto settembrino da un bambino di colore che sogna di ritrovarla allo stesso posto l’indomani per riprendere la navigazione, chissà perché, in direzione dell’orizzonte, forse alla ricerca di suo fratello... Di S. Alfonso il prof. Candido Romano ha scritto che la musica alfonsiana “non fu pel Santo una ricreazione o sfogo del cuore, ma una vera e propria opera di apostolato”.
Scorrendo rapidamente i 13 titoli del repertorio, c’imbattiamo nuovamente in S. Alfonso, vero gigante del “Concerto 2012 bis”: al numero 11, infatti, incontriamo un’altra sua celeberrima pastorale natalizia: “Tu scendi dalle stelle”, della quale G. Verdi ebbe a dire: “Natale non sarebbe Natale senza ‘Tu scendi dalle stelle’”.
Ritornando al programma della serata, rileviamo che nel coro a 4 v. m. “Sorgete pastori”, di Capaccioli, vengono severamente impegnati i soprani, che se la cavano egregiamente.
“Cose stupende” sta per il titolo del brano (il num. 5) e per quello che ci ha fatto sentire la giovanissima “promessa” Rossella Turco, dotata d’una voce intonata e ben impostata, supportata costruttivamente dai risuonatori nasali. Ha dominato la scena a dispetto della sua giovanissima età. Se coltiverà la passione per il canto, la strada si trasformerà per lei in un’autostrada! Nell’Anno della Fede non poteva certo mancare il “Credo in unum deum” un autentico gioiello a 2 v. di Casucci e Balduzzi, dove i bassi hanno ben figurato. Capaccioli ci ha offerto, a sua volta, un coro a 4 v. m.: “Buon Natale”, impegnando severamente i soprani, cui hanno reso la pariglia contralti e tenori.
Il “2012 bis” non poteva negarci il “bis” di un altro coro a 4 v. m. come quello del famosissimo Mendelssohn Bartholdy: “Tutti gli angeli del cielo”, in cui viene più volte riproposto il notissimo tema del “gloria in excelsis Deo”. Gli ha fatto da contraltare un “Ninna Nanna” (Dormi dormi) di Gatty Waddington, Solo e coro a 4 v. m., che ha riproposto e confermato, con forma e tono in crescendo, una ragazza già nota al pubblico diocesano (e non solo): Giorgia Salvati, un soprano dotato di voce plastica e ben intonata, aperta alla dolcezza ed alle sfumature. Decisa, sicura e precisa nei passaggi più difficili e tecnicamente impegnativi, quelli degli intervalli di ottava con la voce in pressione (quindi senza prendere fiato), replicati più volte con la disinvoltura e la sicurezza di un’artista consumata. Hai davanti a te una prateria, Giorgia: vai avanti! Felice ed opportuno l’inserimento del canto mariano del grande Frisina: “Regina Coeli”, all’incrocio dell’Anno della Fede con il Viaggio Pastorale di respiro ecumenico, solennizzato ed ufficializzato dall’incontro (sperabilmente fecondo e gratificante) fra Sacra Famiglia e Concerto della Corale ad essa ispirato e dedicato a chiusura del 2012, interrompendo una tradizione ormai ventennale che lo collocava e celebrava alla successiva Epifania. Trattasi di un coro a 4 v. m. introdotto dai bassi, subito incalzati dai tenori; coinvolgente e carico di fede e di speranza.
La chiusura non poteva che essere una conferma, anzi un ‘bis’ della precedente edizione: “Nonna a Gesù Bambino”, Solo e coro a 2 v. m., di L. Salzano, eseguito magistralmente dalla voce solista della ormai ‘nostra’ Suor Nilda, sempre più disinvolta, più consapevole dei suoi mezzi vocali ed espressivi, sempre più padrona della scena. La sua voce, dolcissima e ben definita, aperta alla dolcezza ed alle sfumature policrome. A parte qualche concessione al ‘fiato’ nelle chiusure, la ‘suorina’ può legittimamente e fiduciosamente puntare più in alto, inseguendo progetti e traguardi artisticamente superiori e senz’altro alla sua portata.
In chiusura ci piace dire ‘bravo’! al M/o Fiorillo, il cui ottavino ha onorato le piacevoli ed impegnative evoluzioni di sapore ornitologico associate alla ‘Nonna’ di Suor Nilda. Bravi, come sempre, i fratelli Rigliari (violino lei, violoncello lui): buon sangue non mente..... Bravi tutti gli altri orchestrali, compresa la bravissima ed apprezzatissima Antonella, della collaudata e stimata ‘ditta’ Cataldo, tutta e sempre votata alla nobilissima e magica scienza musicale, la più bella e la più potente (per chi scrive.....) delle arti. Un grazie di cuore a tutti i componenti della Corale, dai soprani ai contralti, ai tenori, ai bassi e a tutti i collaboratori e sostenitori della “creatura” di Don Tommaso. È sempre bello e toccante vedervi e sentirvi, guardandovi dal basso in alto e/o viceversa (scenograficamente e artisticamente parlando), costantemente “presi” dalla “parte” e dallo spartito e mai tentati dalla debolezza (pur comprensibile ed innocente) di indirizzare lo sguardo verso colleghi e/o colleghe talvolta, guarda un pò... sono vostri consanguinei! Bravi, complimenti, auguri di buon anno e di tanti altri successi con la vostra e la nostra Corale. Ad maiora e arrivederci alla prossima puntata.

Nello Boragine
(da Il Sidicino - Anno X 2013 - n. 1 Gennaio)