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Concerto in Cattedrale a Teano

Una tradizione che diventa un'istituzione
 

Siamo all'edizione numero sedici, tutta in salita non solo per le difficoltà e le fatiche, sempre presenti in simili imprese, ma soprattutto per l'impegno nella scalata alle vette dell'eccellenza e per il processo di perfezionamento in corso, intendendo quest'ultimo come conoscenza e superamento dei limiti oggettivi e soggettivi, sia in relazione alla manifestazione artistica, sia specialmente- in relazione alla ricaduta che la stessa ha sull'azione pastorale che rappresenta il vero obiettivo del concerto dell'Epifania.
Ne è ben conscio l'animatore e protagonista indiscusso, DON TOMMASO, infaticabile e credibile testimone di una missione sentita e vissuta senza pause e senza tentennamenti sin da quando, nell'ormai lontano 1991, gli fu affidato il prestigioso ma delicato e pesante fardello della guida della nostra Cattedrale. L'attivismo, la bravura, la fibra, la forza di volontà e la fede che lo animano e lo sorreggono nella sua missione apostolica fanno ben sperare per il successo che gli sta a cuore: trasformare la comunità parrocchiale e con essa quella diocesana in un “popolo in cammino” che come recita un canto religioso ben noto ai fedeli, procede alla ricerca della “vita” che non è evidentemente solo quella terrena ma non è altrettanto evidentemente nemmeno solo quella celeste!
Buon viaggio, allora, a Don Tommaso e alla sua ormai collaudata corale che tra una defezione e un innesto di coristi, una diserzione dell'ultima ora ed una imprevista sostituzione di un orchestrale (come è accaduto quest'anno con la violinista Giovanna Moro) vola spedita e compatta alla conquista di altre, tante altre, perle destinate ad arricchire uno scrigno già consistente e prezioso. Il concerto dell'Epifania è ormai una realtà gradita, condivisa e apprezzata non solo a livello parrocchiale, comunale e diocesano ma anche oltre i confini della nostra diocesi; per noi Sidicini è già una “tradizione” che non tarderà a fregiarsi dello status di “istituzione” stanti le premesse, i titoli e le prospettive che la sostanziano e la caratterizzano. Ripetiamo anche in questa sede il compiacimento e l'augurio personalmente espressi a don Tommaso e alla sua corale la sera del sei gennaio: “ad majora!”. Ci aspettiamo numerose altre edizioni di un concerto che, come l'ultimo, spazia da S.Alfonso a Salzano, passando per Bertolucci e Grisso, con qualche blitz nel romanticismo musicale tedesco di Schubert e nel clima spiritualmente ed esteticamente tardoromantico di Brahms o nella più alta espressione del barocco musicale europeo di Haendel. Continuiamo a sperare in un “ripescaggio” dell' “Ave Maria” di Cimmaruta o a scelta, nell'offerta di una delle tante altre… Schubert, Gounod, Palazòn, T.L.Victoria, così come ci ostiniamo a chiedere (di nuovo) qualche gemma verdiana (Forza del destino, Lombardi, Nabucco).
Prima di dare la stura alle valutazioni conclusive piace dire di cuore “bravi” a tutti i protagonisti della felice ed esaltante prestazione alla quale ha assistito, partecipe e rapito, un pubblico numerosissimo. E non erano tutti e solo Sidicini! Il protocollo imporrebbe di partire dal direttore ma di lui abbiamo già detto; qui sentiamo il bisogno di aggiungere solo che questa volta lo abbiamo visto, rispetto alle precedenti edizioni, più disteso, più sicuro e più padrone della scena. Benissimo!
Bravi anche gli orchestrali, compreso il flauto/ottavino M° Fiorillo il quale indulgendo ad una botta di protagonismo eccessivo, nell'ultimo brano ha finito per maltrattare qualche nota ed in una chiusura (col soprano) è stato costretto a frenare per non deragliare. Compresi anche i fratelli Rigliari i quali, a dispetto dell'età, hanno offerto una convincente prova di impegno e di maturità. Ha fatto rumore l'assenza di due pezzi da novanta : il contrabbasso (nel 2009 M° Barbieri) e il primo violoncello (M° Varallo che quest'anno non se l'è sentita di rischiare una seconda “adozione”). Eccellente come sempre la prestazione della bravissima e stimata organista Antonella Cataldo; sempre alla loro altezza due volponi quali i Maestri Ciriello e Ferra, rispettivamente primo violino e clarinetto. Bravi tutti, Domenico Mancino, primo violino, e la prof. Casale, presentatrice della manifestazione.
Quanto ai coristi, un bravo convinto e motivato lo hanno conquistato sul campo con la spericolata incursione nell'Alleluia in re maggiore della seconda parte dell'oratorio “Il Messia” di Haendel. Un brano celeberrimo, difficilissimo ma insuperabile dove la tessitura e la intonazione dei soprani, nel registro acuto, viene messa a dura prova e dove anche i contralti sono chiamati a dare il meglio.
Nel complesso i vari reparti hanno risposto in modo più che soddisfacente, a parte qualche affanno dei soprani quando erano costretti ad incalzare l'orchestra con l'effetto timbrico di testa. Un altro neo, leggero e subito perdonato, forse imputabile ad una interpretazione troppo rigida del colorito voluto dall'Autore, lo abbiamo registrato negli “incisi” dei tenori e dei bassi: “la pace, la vita” facevano pensare più ad un ambiente marziale che ad una atmosfera di gioia, di gloria e di celestiale serenità.
Le Soliste, due ragazze di stampo sidicino doc ed una suorina che ci piace considerare sidicina d'adozione, si sono fatte apprezzare ed applaudire ognuna per la sua parte. Ha rotto il ghiaccio Giorgia Salvati, che ha cantato benissimo e le perdoniamo volentieri qualche acuto calante, imputabile fondamentalmente all'emozione. Suor Nilde si è difesa molto bene nei due brani, esibendo sicurezza, maturità e padronanza ed uso sapiente della voce. Anna Simioli, di soli 12 anni e già padrona della scena, ha esibito una voce plastica, argentina, intonata e di ampia tessitura; col tempo controllerà meglio l'emozione e non si troverà in debito di fiato: complimenti e auguri.
Ci congediamo con un affettuoso arrivederci al prossimo successo, ricordando che i nostri coristi non sono dei professionisti, ma solo dilettanti, per cui crescono da parte nostra l'apprezzamento, l'incoraggiamento e l'ammirazione.
Ad Majora!

Nello Boragine
(da Il Sidicino - Anno VII 2010 - n. 2 Febbraio)