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Addo' sta Ppappà

 

Questa volta l'incipit e di sapore logico-matematico: Pignataro sta a Teano come Zazzà sta a Ppappà! E ognuno è autorizzato a riempire metaforicamente la proporzione coi contenuti che preferisce o di cui dispone.
Certo che in questi tempi i più gettonati ed i più diffusi sono i “rifiuti” e, malgrado il costo piuttosto elevato, anzi proprio per questo, la generosità e l'altruismo dei Sidicini, mossi da una impetuosa e cosmica botta di viscerale filantropia, imboccherebbero alla svelta, sia pure a malincuore, il provvidenziale trasferimento ai propri vicini Pignataresi del prezioso ma scomodo e ingombrante tesoro partorito dal benessere. ln proposito gioverà forse ricordare che recentemente il simpatico e geniale Luciano De Crescenzo si è detto “contento di vedere Ia sua Napoli e Ia Campania coperte e benedette dalla spazzatura: è indice di benessere". Come dargli torto?
Intanto la gente di Pignataro, rispetto a noi, sta messa un po' come Atene con Sparta: se l'una piange l'altra non ride! Quindi niente gemellaggio... e allora i Pignataresi, mentre respingono incondizionatamente l'ipotesi di una discarica sul proprio territorio, con lo sguardo ed il pensiero persi nell'etere e con aria sognante, ritornano al passato, alla famosa “Banda di Pignataro” e sospirando cantano e si domandano a bocca chiusa: Addò sta Zazzà?
Intanto le folate mefitiche veicolate dal vento raggiungono come lamenti simili a silenti stilettate le nostre orecchie, il nostro cuore e la nostra memoria. Questa, tuffandosi malinconicamente nel passato, risponde facendo da controcanto al ritornello dei nostri compagni di sventura e, sostituendo l'antecedente con il conseguente della proporzione citata all'inizio, canta ad alta voce, anche se soffocata dalla rabbia e dall'incubo derivanti dallo squallido spettacolo sotto gli occhi e il naso di tutti: Addò sta Ppappà!
All'epoca della “dinastia Ppappà” (famiglia che l'ecologia ce l'aveva nel sangue...) é vero che eravamo poveri (o più poveri di oggi) ma le strade, i vicoli, le piazze e tutti gli angoli di Teano erano puliti. Se talvolta un mucchietto di rifiuti veniva ignorato o trascurato (sicuramente per pura dimenticanza) in un qualsiasi angolo, bastava andare all'Ufficio delle Guardie (cosi si chiamava allora il Comando di Polizia Urbana), e segnalare l'inconveniente e una delle guardie, ad esempio il defunto Ntorzapecora, provvedeva al richiamo di rito a carico dello spazzino distratto, oggi operatore ecologico, e questi si precipitava col suo armamentario a sanare lo sconcio.
Dobbiamo aggiungere, per la cronaca, che il buon vigile non perdeva occasione per ammonire i ricorrenti: "nun chiagn trist ca peggio te vene"!
E come aveva ragione! Noi. sommessamente, chiudiamo con Leopardi: “Virtù viva sprezziam, lodiamo estinta".

Nello Boragine
(da Il Sidicino - Anno V 2008 - n. 2 Febbraio)