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Suonare con i piedi

 

Consapevoli dell'ambiguità del titolo, sveliamo subito l'Arcano: si tratta dello storico concerto d'organo tenutosi la sera del 23 settembre nella nostra Cattedrale.
Certo, dopo le parole autorevoli e suadenti del nostro vescovo mons. Aiello, che ha coniugato a par suo la sapienza pastorale con una profonda e lodevole competenza musicale, deliziando i presenti in particolare sulla potenza e potenzialità della musica, è arduo, magari temerario, tornare sull'evento. Ma la musica è un bene così prezioso che non può rimanere appannaggio di pochi: e pochi in verità erano presenti in cattedrale la sera del concerto; e per giunta in gran parte forestieri; di “sidicini” ce n'era solo qualche decina.
Peccato, perché l'occasione era veramente ghiotta, considerato l'altissimo livello artistico dell'organista, Maria Teresa Roncone, compaesana del parroco della cattedrale, don Tommaso Nacca, valenfissimo maestro dell'apprezzata corale del Duomo. Cosicché, sensibili e pensosi come siamo circa il potere e la bellezza della musica nonché della bravura e dell'impegno dei suoi interpreti, dai più modesti ai più noti, tentiamo di trasmettere, in tutta umiltà e semplicità, agli assenti e ai lettori interessati all'argomento alcuni momenti, immagini, sensazioni che hanno letteralmente rapito ed emozionato il pubblico. Forse le emozioni più forti sono state quelle legate al titolo, proprio quando Maria Teresa ha “suonato con i piedi”, ossia ha azionato ì trentadue pedali della pedaliera (da troppo tempo muta) con i suoi piedi, sia in sincronia con uno o entrambi i manuali dell'organo, sia in assolo sul terzo pentagramma dello spartito, quello destinato appunto alla pedaliera. Le sue note gravi provengono dalle canne di legno, le più basse tra le 1476 che compongono il monumentale complesso realizzato dalla casa Mascioni nel 1960 in fondo al presbiterio, al di là della grata; la consolle, dopo la revisione dell'organo del maggio scorso, è stata trasferita al di qua del presbiterio, sotto la navata di destra.
Concludendo vogliamo spendere qualche parola sul programma: dal barocco al romanticismo, come dire da Bach a Brahms, per nominare solo i più conosciuti. L'interpretazione della bravissima artista è stata impeccabile: ci ha offerto una prova eccellente della sua bravura, rivelatrice di un tocco ed una agilità che, con l'uso sapiente dei 24 registri presenti nell'organo, fanno di lei un genio, specie nella celeberrima “toccata e fuga in re minore”di Bach, dove autore ed interprete riescono a proiettare l'uditorio in un vortice di sognante a liberante beatitudine.

Nello Boragine
(da Il Sidicino - Anno IV 2007 - n. 10 Ottobre)