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"17 marzo, festa nazionale!"

 

L'identità nazionale con l'andare del tempo non si è assopita.
Il valore morale dell'Unità, non dobbiamo dimenticarlo, si fonda in migliaia di giovani che hanno sacrificato interessi, opulenza e vite. Il Risorgimento è senza ombra di dubbio l'Identità Nazionale!
Per quanto sopra citato, oggi, un interrogativo si pone automaticamente: per quale ragione tale anniversario non viene celebrato ogni anno così come avviene in tutte le altre Nazioni? Il giorno della Proclamazione dell'Unità Nazionale e dell'Indipendenza per tutti i popoli è di certo la festa imprescindibile dello Stato poiché trattasi del primo giorno di vita della Patria. Il popolo Italiano è bislacco, si ricorda del 17 marzo 1861 solo ogni cinquant'anni. Al contrario, annualmente commemora il 2 giugno 1946, il 25 aprile 1945, l'olocausto e da poco anche se in forma marginale, le vittime delle foibe. Non insinuo di rimuovere queste celebrazioni, al contrario rappresento meramente che la celebrazione dell'Unità d'Italia è la ricorrenza ovvero la glorificazione fondamentale di un Popolo e pertanto siffatto anniversario deve essere commemorato ogni anno come giorno di Festa Nazionale.
L'Unità promossa dai nostri avi con vigore ed il progressivo sviluppo dei principi liberali che oggi lo Stato vive, sono frutti derivati del nostro Risorgimento che con certezza possiamo definirlo un miracolo, o come disse Croce una “poesia bella che non può essere dissipata”.
Mi auguro che qualche politico di buona volontà abbia la buona sorte di essere illuminato di siffatta idea e nel contempo la forza di porre in essere tutta la procedura burocratica al disegno di dare al Popolo Italiano la possibilità di celebrare ogni anno il 17 marzo quale giorno di Festa Nazionale.

Mario Biscotti
(da Il Sidicino - Anno VIII 2011 - n. 3 Marzo)