L'ASSOCIAZIONE
 
il Sidicino
 
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Indice Carmen Autieri
 
 
Teano tardoantica
 
Involuzione politico-economica di una città (II parte)
 

Il secondo nucleo demico è stato individuato sulla riva sinistra del fiume Savone, presso la zona dette “le Ferriere” e la Masseria Bagnonuovo, prossima alla via beneventana, come si connota non solo dall'Itinerarium Antiquum 304, 2, ma anche da ritrovamenti del basolato della strada, appunto ad Allifae, in contrada Passerelle presso S. Amasio (F. Zevi, L'attività archeologica, p. 880 e B. Pezzulli, Breve discorso storico della città di Teano Sidicino in Provincia di Terra di Lavoro, Anticamente detta Campagna Ausonia, e nei mezzi tempi la Campagna felice nel regno di Napoli, Napoli 1820, p. 71). Qui, è stata messa in evidenza, da scavi archeologici del 1906, una chiesa paleocristiana, monoabsidata, ad memoriam, in quanto rappresenterebbe la chiesa eretta sulla tomba di S. Amasio, secondo vescovo teanese, con annesso cimitero sub-divo, - (V: Spinazzola, Campania. Teano, Di un mosaico cristiano e di altre antiche scoperte nel territorio di Teano, in “Atti della R. Accademia dei Lincei”: Notizie degli Scavi di Antichità, V/4, (1907), pp. 697-703). - L'area sepolcrale ha restituito epigrafi tardo antiche e, in particolare, due epitaffi, della famiglia dei Geminii connessi al mosaico che rappresenta l'Epifania -(L'immagine dell'Epifania rientra nel progetto decorativo di IV-V sec., ed unisce la sequenza iconografica veterotestamentaria ad una nuova legata all'infanzia Salvatoris. In un contesto artistico, quale quello tardoantico, in cui immagini apocalittiche prevalgono nell'immaginario della plebs Dei, l'inaspettata novella dell'Epifania di Cristo intesa come istituzione di soccorso, di carità e di aiuto collettivo, viene inserito e voluto dai papi tra le immagini usate nella predicazione. F. Bisconti, L'immagine episcopale nell'arte cristiana dei primi secoli, in Osservatore Romano, 4 ottobre 2009)- composto su una lastra di marmo che ricopriva il fondo di un sarcofago che raccoglieva le spoglie di Felicita e Geminia, rispettivamente moglie e figlia del senatore Geminio Felice. Il mosaico insieme con un notevole numero di epigrafi di IV-V sec., dimostrano il periodo cruciale per la cristianizzazione delle campagne, quando una distribuzione capillare di luoghi di culto viene ad aggiungersi e ad integrare le donazioni di fundi, da parte dell'aristocrazia campana, alla Chiesa (E. Savino, op cit., pag. 88 e relative note). Ma nel caso in questione non ci sono documentazioni che testimoniano donazioni alla chiesa teanese per cui il complesso funerario di S. Amasio deve essere considerato nel contesto topografico e sociale di tarda antichità e più in generale nell'articolazione degli insediamenti nelle campagne posti in relazione a tracce della presenza aristocratica nel territorio mediante l'indagine archeologica. Queste, come poco prima riportato, hanno messo in evidenza la sequenza cimitero-chiesa-suppellettili liturgiche cioè il mosaico commissionato dalle due nobili donne. Ora non si sa se gli investimenti fossero legati solo alla realizzazione dell'Epifania o se fossero convogliate anche nella realizzazione della cappella funeraria amasiana. Ma è certo che la presenza non fortuita, di un sepolcro legato alla gens Geminia, connesso all'area sepolcrale e all'edificio a memoria, non esclude il principio di legittimare il possesso della terra in un'epoca segnata da un notevole tasso di competizione sociale nonché dalla necessità di asserzione di potere a livello locale presso le comunità rurali. Non quindi investimenti per il mantenimento o la realizzazione di una villa come unità fiscale di affermazione, ma l'affermazione di un contesto ideologico- religioso, innovativo, che prevede il recupero di luoghi nodali, di veri e propri gangli simbolici del paesaggio e, più specificatamente, della topografia del potere -(B. Effros, Monuments and Memory: Repossessing Ancient Romains in Early Medieval Gaul, in M. De Gong, F. Thews, C Von Rhijn (a cura di), Topographies of Power in the Early Middle Age, Leiden-Boston-Koln, 2001. pp 93-118). - Non bisogna dimenticare che tra il IV e la seconda metà del V sec. si avverte una crescente necessità di accentramento della proprietà, nonché ad un mutamento delle strutture mentali e nei modi di autorappresentazione dell'elitès. Ed è questo il momento in cui la stessa classe sociale cessa di costruire edifici residenziali di alto livello nelle aree rurali e inizia, in sequenza, nella realizzazione di mausolei, nell'edilizia ecclesiastica (S. Paride) e nel rituale funerario -(G. Contino Wataghin, Christianisation et organisation ecclésiastique des campagnes: l'Italie du Nord aux IVe-VIIIe siècle, in Brogiolo, Christie, Gauthier ,Towns and their Territories between Late Antiquity and the Early Middle Ages, Leiden- Boston-Koln, 2000. pp.209-234). Rimane il dubbio sull'effettiva presenza abitativa di questa gens in Teano. A tal proposito si può solo ipotizzare che o essa gestiva, nell'agro teanese, le sue proprietà, ma risiedeva in un sito “vincente” cioè in città sopravvissute fino ai nostri tempi, come Capua ad esempio o che i membri di questa famiglia risiedessero, in ulteriori tipi di insediamento, successivamente abbandonati, un vicus, ma non ci sono testimonianze di alcun genere o che la villa della gens Geminia esistesse e che sia venuta a mancare un'oggettiva identificazione della stessa struttura, trasformata in cappella funeraria, da parte dello Spinazzola, in quanto la problematica fin qui affrontata era atipica dei contenuti cognitivi di primo '900. Per approfondimenti si cfr. V. Fiocchi Nicolai, Alle origini della parrocchia rurale nel Lazio (IV-VI sec.), 1999; M. Fixot- E. Zadora-Rio (a cura di) L' Environnement des eglises et la topographie religieuse des campagnes médiévales. Paris 1994; G. P. Brogiolo (a cura di), la fine delle ville romane. Trasformazioni nelle campagne tra tarda antichità e alto medioevo. Mantova 1996; C La Rocca, La trasformazione del territorio in occidente, in Morfologia sociali e culturali in Europa fra tardo antico e alto medioevo, Settimana del Centro Italiano di Studi sull'alto Medioevo, 45 ( Spoleto 1997), Spoleto; C. Volpe, P. Favia, R. Giuliani, Chiese rirali dell'Apulia tardo antica e alto medievale, in Ph. Pergola, Alle origini della parrocchia rurale (IV-VIII sec.), Città del Vaticano, 1999. pp 261-311).
Un terzo nucleo è dato dall'area sepolcrale, evidenziata da scavi archeologici, in località Madonna dell'Arco che ha restituito iscrizioni sepolcrali cristiane che risalgono rispettivamente al 534, 536, e al 537 (A. De Franciscis, Iscrizioni sepolcrali da Teano, RAC (1953) pp. 229-230). Questi nuclei demici di plebs baptesimalis, dimostrano una comunità cristiana, nel suburbio teanese, coeva a Paride, Amasio, Urbano, primi tre vescovi della diocesi di cui rimane solo l'agionimo delle contrade, mentre la prima firma del vescovo teanese, Quintus, 499 d. C. sottoscriverà il sinodo romano di papa Simmaco.
Presumibilmente, alla fine del IV sec., va riportato l'abbattimento del tempio di Iside, individuato nell'area dell'odierno centro storico dove attualmente è la cattedrale teanese, -(S. De Caro, Novità isiache della Campania, in “Pd P”, XLIX pp 20-21; F. Sirano. Il culto di Iside nella Campania, un aggiornamento, in Egittomania, Iside e il mistero, catalogo della mostra a cura di S De Caro, Mondadori Electa, 2006, pp. 151-155 e relative note)- azione riconducibile alle temperie di profonda intolleranza antipagana del periodo. Per compendium, nell'area dell'iseion fu potenziato un ipogeo, già sede di culto del martire Terenziano, sotto il pontificato di papa Damaso (366-384). Questi, volle che si organizzassero interventi monumentali, nell'ambito delle cripte martoriali, finalizzati a favorire il culto e la devozione soprattutto dei santi eponimi. Vennero, così ampliati ambienti e create basiliche, anche sotterranee. Ebbene, nel nostro caso, una vera e propria basilica sotterranea venne creata intorno al culto delle reliquie, i “pignora santorum" del martire per facilitare la frequentazione devozionale da parte dei fedeli e la promozione del culto. Tali fattori contribuirono ad aumentare il fenomeno delle inumazioni ad sanctos.
Prossima all'accesso nella città alta della via Adriana, l'area avrebbe accolto, tra il V e VI sec., un nucleo demico intorno al luogo ad memoriam del martire Terenziano, morto nel 150 d. C. (L. Giacobbe,Vita dei S.S. dell'Umbria, I pag. 717) frequentato già nel processo di cristianizzazione di Teano, nella prima metà del II sec. d. C., come testimonierebbe lo scavo dell'odierno episcopio (S. De Caro, L'attività archeologica della Soprintendenza a Napoli e Caserta nel 2000, in “Atti del XI Convegno di Studi sulla Magna Grecia”: Problemi della Chora coloniale dall'Occidente al Mar Nero,Taranto 2001, pag. 897) e una tradizione agiografica (Atti di San Terenziano) in cui si narra che due donne, Laurenza e Anastasia, dodici anni dopo il martirio di Terenziano, condussero nella sua città natale, appunto Teano, il braccio del santo, mentre la città stessa era sconvolta da un violento terremoto, e frammenti di rocchi di colonne che sono presenti nel giardino dell'episcopio, recanti graffiti rudimentali, croci ed altri segni legati al fenomeno dei primi culti cristiani (Zarone-De Monaco, La cattedrale di Teano, Napoli 2007, pag.21). Il nucleo è individuabile dai resti di sepolture attratte dal luogo di culto del martire, sottostanti l'attuale episcopio. La massiccia e disordinata sovrapposizione di inumazioni cristiane in tutto lo spazio disponibile, da luogo a sepolture strutturate in urbe, fenomeno tipico tra la fine del tardo antico e l'alto medioevo (M. Rotili, Città e territorio in Campania, pag. 37). Lo Specus Martyrium, l'ipogeo dell'odierna cattedrale, nel riassetto decretato da papa Damaso, presenta un impianto architettonico che si collega a basiliche a memoria di età costantiniani -(Studi svolti dall'Università “Tor Vergata”, “ Sapientia”, “Roma Tre” e dalla Commissione di Archeologia Sacra: Cristiana Loca, Lo spazio cristiano nella Roma del primo millennio, (a cura di) Letizia Pani Ermini; Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Complesso di S. Michele, 5 sett-15 nov. 2000-V. Fiocchi Nicolai, L'organizzazione dello spazio funerario, pp 44-58; F. Bisconti, Linguaggio figurativo e spazio funerario, pp59-70; M. Marinoni, I riti funerari, pp71-80; M.Cecchelli, I luoghi di Pietro e Paolo, pp89-97)-. Presenta un vasto ambiente che ingloba una cisterna romana, in cui convogliava l'acqua piovana, utile per i riti eucaristici e di refrigerium, connessi alle commemorazioni dei defunti e del culto dei Martiri. L'aula è rettangolare con dieci possenti pilastri, tutti a sezione quadrata, che sorreggono una volte a botte. I pilastri sono disposti regolarmente e simmetricamente a poco più di tre metri di distanza, in modo da creare una suddivisione dello spazio in tre navate. La presenza di intonaco spesso, la conformazione dei pilastri con termine superiore trapezoidale, l'utilizzo di blocchi di tufo legati con malta, richiamano alla memoria, condizionamenti strutturali propri della fase di transizione fra il tardo antico e l'alto medioevo (M. D'Onofrio, Aspetti inediti e poco noti del Patriarchio lateranense,pp. 221-234, in Medioevo: modelli. Convegno di Parma, 22-27 settembre-1 ottobre 1999, Electa).
La presenza del contesto martiriale con basilica a memoria, quale quello di S. Terenziano, ha decretato lo sviluppo basilicale, a tre navate dell'attuale cattedrale, tra XI e XII sec. che “…forsan sub titulo solius S. Terentiani fuisse appellatam” (Giordano Domenico vescovo, Visitatio Ecclesiae pag 7 1749-55), mentre i vescovi, fino al XII sec. venivano annoverati col titolo di S. Terenziano (F. Cipolla, la tomba di S. Paride. La chiesa Cattedrale di Teano,nel medioevo, Napoli 1897, pag. 31). L'area dell'odierna cattedrale fu scelta come sede episcopale tra la fine del V e la prima metà del VI, allorquando fattori esterni quali le incursioni vandaliche del 455-458 (Sidonio Apollinare, carm. 5, 385-391; Procopio di Cesarea, Bell. Vand. 1, 5, 22) e come già accennato, la violenta pestilenza del 467, l'eruzione del Vesuvio del 472, una notevole contrazione demografica, con conseguente e lento abbandono dell'area di fondovalle decretarono fattori di recessione economica ed urbana tanto da ridurre le funzioni parrocchiali della chiesa di S. Paride ad fontem, nel suburbio, a tutto vantaggio del sito di altura che avrebbe suggerito un modello urbano, difeso da rafforzate cinte murarie.
Ma enormi conseguenze involutive per le città campane, e quindi anche per Teano, durante la guerra greco-gotica, furono prodotte dalla disgregazione patrimoniale e dall'assenza di investimenti, da parte della compagine senatoriale, in ambito provinciale, per il mantenimento delle strutture urbane (E. Savino, op. cit, pag. 119-122 e relative note), ma anche dalla soppressione delle cattedre vescovili. Infatti a partire dal 560 la cattedra episcopale teanese viene abolita come logica conseguenza dallo sconvolgimento territoriale che i contingenti franco–alemanni, tra cui foederati longobardi a seguito sia di Narsete che di Leutari e Butilin (G. P. Bagnetti, Tradizione longobarda e politica bizantina nelle origini del ducato di Spoleto, in Rivista di storia del diritto italiano, 26-27 (1953-1954) pp 284-286) apportarono in Campania alla ricerca di bottino e di approvvigionamenti, devastando i centri urbani e gli insediamenti agricoli più importanti, situati lungo le arterie viarie principali. Dopo la battaglia di Casilinum, 554 (Agath. 2,1 E. Savino, op. cit, pag. 119-122 e relative note; Paul. Diac., Hist. Long. 2, 2; Cost. Porfiriogenito, De Thematibus, in A. Pertusi, “ Studi e testi” 160, Città del Vaticano 1952, 11-16), i Longobardi a seguito di Butilin, sarebbero passati al servizio dei Bizantini. -(Di conseguenza Narsete avrebbe concesso al contingente longobardo di stanziarsi, con compito di presidio, nell'area beneventana. E. Zanini, Le Italie bizantine. Territorio, insediamenti ed economia nella provincia bizantina d'Italia (VI-VII secolo) Bari 1998). Sconfitto il patricius Baduario, tra il 574 e 576, i Longobardi beneventani ottennero il definitivo affrancamento politico da Bisanzio (E. Savino, op. cit., pag. 127.e relative note)-. Inizia così l'occupazione longobarda della Campania.

Carmen Autieri
(da il Sidicino - Anno IX 2012 - n.7 - Luglio)