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Indice Carlo Antuono
 
 

I Proverbi

 
 

I proverbi sono dei “Detti” brevi, spesso arguti che contengono massime, ed in genere consigli su ataviche esperienze di vita. Essi sono giunti fino a noi attraverso una tradizione orale tramandatasi fin dai popoli primitivi e radicalizzatasi in quegli accorgimenti comportamentali di vita sociale che spaziano dalle pratiche magiche a quelle religiose, dai riti propiziatori di fertilità agreste a quelli sessuali, dalle previsioni climatologiche alla saggezza spicciola di tutti i giorni e così via, fino a raggiungere un condensato di “Filosofia di Vita” che infine non è sfuggito alla cultura più colta sia passata che presente.
In Italia, le ragioni storiche che purtroppo hanno interessato e diviso per secoli il nostro Paese in tante piccole realtà sociali, hanno anche contribuito a favorire una moltitudine diversificata di dialetti ed in genere di una cultura popolare ricca ed interessante che non trova riscontro in nessuna altra parte d'Europa.
Ho estratto queste brevi “Pillole di Saggezza” da un mio lavoro in corso sull'antico vernacolo delle nostre zone, che ho raccolto per gli ameni casali che si adagiano sulle colline intorno Teano.
Pur non essendo questa la sede per uno studio etimologico e lessicale, mi piace qui far notare quanto pur sia evidente la diversità lessicale fra luoghi relativamente vicini, a seconda dell'influenza che tali siti hanno avuto con i vicini popoli dei monti o della pianura. Così notiamo, per esempio, come l'art. determinativo (il) e (lo) assuma diversa forma in (ru), (lu), (u) o (gliu) a seconda se si consideri il dialetto delle frazioni a Nord/Est o a Sud/Ovest di Teano.

Carlo Antuono
(da Il Sidicino - Anno XVI 2019 - n. 10 Ottobre)

 
Certe 'ote a 'mmiria ce fa schifà
tuttu chellu che ce piacesse e fa.

A volte l'invidia ci fa disconoscere, ipocritamente,
tutto ciò che invece ci piacerebbe proprio fare.
*****
Quannu ru cuorpu s'arretira
a lengua 'nvere fine.

Quando il fisico invecchia e perde la sua virilità,
la lingua si allunga: così ci aiutiamo con le parole in ogni nostra attività.
*****
A 'nciucessa chi panni suoi fa a culata
rend, ma va stirennu fore i panni e gli ati.

La pettegola lava i suoi panni in casa,
ma va stirando (spettegolando) fuori quelli degli altri.
*****
Buon tiempu e male tiempu
nun rurenu semp nu tiempu.

Sia il buon tempo che il maltempo (cose belle
e brutte) non durano per sempre, tutto passa.
*****
A quattu cose nun ra aurienza:
ciarìe re viern , nule e stagione,
amore re femmena e carità re frati.

A quattro cose non dare credito:
schiarite d'inverno, nuvole d'estate,
amor di donna e carità di frati.
*****
Stipa e mitti 'ncore, quannu
e tiemp cacci fore.

Conserva le amarezze nel tuo cuore,
al momento giusto renderai pan per focaccia.
*****
Chi ha fattu chicchirichì,
nun po po' fa chicchiricò.

Chi si è comportato in un certo modo,
non può poi comportarsi diversamente.
*****
Cu nu si t'empicci,
cu nu no te spicci.

Se dici (si) rischi d'impegolarti, se rispondi
con un (no) ti liberi da ogni impiccio.
*****
Si marititu vene zurlittu
assetete e mangia cu issu,
si marititu vene 'gagniatu otta
na scusa cai 'ggia mangiatu.

Se tuo marito si ritira contento siediti e mangia
con lui, ché si prospetta una buona nottata.
Se tuo marito si ritira ombroso, trova una scusa
e stagli lontano, ché si prospetta una male serata.
*****
Re Santa Lucia passu re glina
re Sant'Aniegliu passu re pecuriegliu.

Di santa Lucia il giorno accorcia a passo di
gallina, ma di sant'Aniello a passo di agnello.
*****
Fa ciu miraculi 'na otta cena re vinu
che na chiesa cena re Santi.

Il vino fa più miracoli dei Santi.
*****
Figlia mea tieni 'mocca u mele
e 'ncuorpu u fele.

Una figlia mal sposata: figlia mia! Parli
con dolcezza, ma dentro ti rode il veleno.
*****
Quannu ciove re San Filippu ru poveru
N'a bisuognu ru riccu. Quannu ciove re
Maggiu e re giugno arricchisce Diu e tuttu
ru munnu. Quannu ciove ra Croce se perde
a glianna l'auliva e a noce.
Tuoccu re ficu e otte r'acito
nun verenu mai fine.

Quando piove di maggio si ha una buona
annata. Se poi piove anche di giugno il
raccolto sarà proprio abbondante. Ma se
piove a settembre marciscono le ghiande,
le ulive e le noci.
Del cippo di fico che arde e della botte di vino
che sa d'aceto non se ne vede mai la fine.
*****
Quannu ru sessu se fa stanc’
a puttana se fa santa.

Quando la vagina invecchia
la puttana si fa santa.
*****
Puru a regina ette
bisuognu ra vicina.

Conviene avere rapporti di buon vicinato,
ché pure la regina ebbe bisogno della vicina.
*****
Me pari a scrofa re Nannone:
cu sette cucozze 'mocca va
aunennu e semienti carute.

Quando si dice l'ingordigia: la scrofa di
Nannone con sette zucche in bocca cercava
di raccogliere le sementi cadute.
*****
Pa messa matutina
'za scpettenu vicini
se ciama e se cammina.

Qui la “ messa mattutina” serve da metafora:
si vuole intendere che il giorno bisogna iniziarlo
con speditezza senza perder tempo.
*****
A femmena senza piettu
è comm' a nu stipu senza piatte.

La donna senza seno è come
una credenza senza piatti.
*****
A zirria è petrosa: scenne
'ncuorp e fa e pertose.

La collera è come le pietre,
dentro di noi rimane le cicatrici.
*****
Fa prim 'a femmena a truvà
'na scusa, che nu soce nu pertusu.

È più lesta la donna a trovare una
giustificazione che un topo un pertugio.