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Un autore dimenticato dai teanesi: Luigi Boragine

 
 

Per quanto abbiamo cercato nelle bibliografie di scrittori locali, fin dai primi del Novecento, se abbiamo visto bene, non viene mai riportato Luigi Boragine, fratello del più noto Vincenzo per aver scritto dell'incontro fra Garibaldi e Vittorio Emanuele II.
Rimaniamo sorpresi di come la bibliografia Teanese, sempre così attenta a celebrare i suoi figli più valorosi che diedero lustro alla città, dimentica questo fine poeta e scrittore che spese la sua breve vita a magnificare la sua città con entusiasmo risorgimentale, anche contro gli orientamenti politici del clero che lui stesso rappresentava. In piena campagna militare per l'Unità d'Italia che vide protagonisti, in queste zone, piemontesi, garibaldini, e sul campo avverso napoletani, egli aveva 27 anni e fu testimone attentissimo, avendo nel cuore gli ideali unitari, che non poche noie gli procurarono, per la sua veste talare.
Luigi Boragine nacque in Teano il 5 luglio del 1833, fu istruito nel rinomato seminario di quella Città da dotti prelati, discepoli della scuola dell'illustre canonico e patriota (partecipò ai “Moti del 20/21”), Silvestro Bianco, un vero anacronismo in questa parte d'Italia e per quei tempi (per chi volesse approfondire l'argomento, esiste una pubblicazione di Giacomo Cipriano del celebre canonico, edita dalla Tipografia Sociale Caserta).
Luigi Boragine aderì a quella “Scuola” di pensiero, cui dedicò tutta la sua breve ed intensa vita di scrittore ed insegnante, si spense prematuramente il 15 dicembre del 1889.
Tra i suoi scritti segnaliamo qui “Poesie e Prose”. I componimenti poetici (compose versi anche in dotto latino) rappresentati nell'opera sono tutti molto belli, alcuni come Palpito segreto un vero gioiello di poesia, o come il Soliloquio con la luna o ancora Il messaggero gentile veramente esempi di fine arte ed alta erudizione. Riportiamo qui, per il piacere dei nostri concittadini, una appassionata composizione del nostro Autore: Ad Aleardo Aleardi poeta e patriota, in essa Boragine, magnificando l'Italia ormai unita, trova l'occasione per decantare e citare la sua amata Città.
La sua prosa comprende i Discorsi, ove sono trasfusi gli stessi concetti, fondamentalmente idealisti, espressi nelle poesie, ma con ragionamenti ed erudizioni letterarie, filosofiche, religiose e politiche, tutte tese all'ammaestramento delle future Italiche generazioni figlie dell'Unità d'Italia.
Le idee religiose e politiche del Boragine, disseminate nei suoi scritti, egli le condenserà, con tre diverse forme sintetiche, nei tre grandi personaggi del XIX secolo: Pio IX, Vittorio Emanuele II e Garibaldi.
Egli, da attento testimone di quei tempi, appunterà meticolosamente ogni Avvenimento sia nazionale che locale che potesse dare lustro alla sua città, come si può evincere chiaramente dalla lettura del suo libro.
Nei confronti di Pio IX egli non riuscirà a nascondere l'amarezza del suo cuore procurata dall'immobilismo del Pontefice nei confronti del Risorgimento. Infatti nella sua composizione in ottava di rima a pag. 95 non sfugge la sua domanda al Pontefice: Finché l'opra di Dio e tua dirai rea?/ Roma tu cederai al novo impero?/ Pensa e decidi chè l'attendo e spero!
Così, con sublime lirismo, piangerà la morte dell'astro del risorgimento Vittorio Emanuele II, nelle eruditi e numerose epigrafi che comporrà per le onoranze funebri celebrate dal Comune di Teano nella chiesa di S. Francesco nel 1878.
La figura di Garibaldi la scolpirà, nei suoi Discorsi, con una forma ovviamente più incisiva e sublime quale artefice dell'Unità d'Italia culminando nel sofferto epigramma: In Morte di Giuseppe Garibaldi del 1882.
Non citerà altri Avvenimenti, il suo libro chiuderà con un'interessantissima e diligente nota su luigi Tansillo.
Auspichiamo che le associazioni culturali, i giornali locali, le biblioteche e, perché no, l'assessorato alla cultura della nostra Città vogliano riscoprire, finalmente, questo fine autore, nostro concittadino: Luigi Boragine.

Carlo Antuono
(da Il Sidicino - Anno XIII 2016 - n. 7 Luglio)