L'ASSOCIAZIONE
 
il Sidicino
 
Indice per autore
 
Indice Carlo Antuono
 
 

Questioni di topografia

 
 

È apparso sul Mattino del 25/10/2014 un articolo sull'incontro fra V. Emanuele II e Garibaldi, corredato da uno schizzo raffigurante il quadrivio di Caianello (ove s'incrociano le due grandi strade provenienti una da Cassino e l'altra da Venafro) con accennate le posizioni delle armate d'occupazione delle Marche e dell'Umbria, il IV ed il V Corpo d'Armata al comando rispettivamente del generale Cialdini e del generale Della Rocca, fra il pomeriggio del giorno 25 e la mattina del 26 ottobre 1860. L'articolista non commenta né cita la fonte della carta, ma noi sappiamo per certo che essa è stata tratta dal Promemoria di Cesare Cesari, ufficiale dell'Ufficio Storico dell'allora Ministero della Guerra. Da ciò che si desume dall'articolo, pare che tale documento sia una scoperta della commissione teanese insediatasi in occasione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia per la tutela della memoria storica della Città di Teano. In effetti in un opuscoletto sull'incontro presentato il 27 ottobre 2012 presso la Sala Conferenze del Museo Archeologico di Teano e curato dalla suddetta Commissione, si annuncia proprio l'inedita pubblicazione di tale documento. Vorrei umilmente far notare che non bisogna certo attendere che la città di Teano, per interessamento della Commissione, stampi il promemoria di Cesari quale documento inedito, esso è conosciutissimo fin dal 1927, fu stampato pubblicato e commentato in molti studi. Io stesso ne posseggo una rarissima copia dattiloscritta dallo stesso Cesari e cortesemente donatami da una Gentil Donna romana (la quale mi sia concesso qui ringraziare pubblicamente con gratitudine), figlia di Pasquale Geremia autore di: “Lo storico incontro”, tipografia Troise e Trecchia, Caserta 1926 e “Da Quarto a Taverna Catena”, Ed. Beneduce e Papa, Caserta 1932. Il Promemoria dattiloscritto fu allegato ad una lettera inviata dallo stesso Cesari nel 1928 a Pasquale Geremia, con questa nota di accompagnamento: “ … le unisco un promemoria di indole privata al quale non ho voluto e non voglio dare alcuna pubblicità. Esso è unicamente l'espressione di una mia opinione.” Una versione dello stesso documento stampato dalla tip. Del Senato del dott. Bardi di Roma è conservato, come sapranno i cultori della materia, presso l'Ufficio Storico. Qui volevamo soltanto fare un doveroso rilievo di correttezza topografica dello schizzo riportato nell'articolo, sfuggito a molti ma che certo non sfugge agli addetti ai lavori.
La cartina, come dicevamo, è riportata nel contesto del Promemoria con l'intento, da parte di Cesari, di illustrare le proprie opinioni sull'incontro, ma essa non fu tracciata con l'attenzione che il caso richiedeva. Presenzano (l'antica Rufrae) non è un villaggio, ma un comune del casertano ubicato allora come adesso sulle pendici del monte S. Leonardo, a non pochi chilometri da dove Cesari semplicisticamente lo trasferisce, ossia sulla via per Cassino. Ciò lo si evince da qualsiasi cartografia antica e moderna che potesse aver consultato Cesari, seppure non avesse visitato i luoghi che cita (come noi crediamo).
Questi i fatti. A questo punto ci sia consentita qualche considerazione. Per l'alto ufficiale dell'Ufficio Storico le questioni topografiche da lui travisate avrebbero dovuto rappresentare il suo pane quotidiano. Maggiormente se consideriamo che il luogo oggetto dell'errore si trovava in piena zona operativa: stiamo parlando, si badi bene, degli attendamenti dell'Armata di occupazione Piemontese a due passi dal fronte ove, come si sa, i Napoletani cercheranno a S. Giuliano di ritardare la marcia dei Piemontesi verso Gaeta. Dunque la geografia dei luoghi è abbondantemente conosciuta, sia dal Cesari (presumiamo) che da tutti i protagonisti di quelle fatidiche giornate. A Presenzano, inoltre con ottima scelta strategica, pernotterà il Re sardo la notte fra il 25 e il 26 ottobre, protetto dai due Corpi d'Armata posizionati ai suoi fianchi, come si evince dalle stesse cartine qui riportate.
La cantonata non da poco che prende il Cesari non è l'unica che si ritrova nel suo promemoria. Cantonate ben conosciute anche dal nostro esimio concittadino il prof. Boragine che certamente non era uno sprovveduto e perciò, nei suoi studi, non farà mai alcun riferimento alle argomentazioni dell'ufficiale, né di questo documento né di altri, come è facilmente verificabile. A questo punto viene da chiedersi: come mai ritroviamo questa poca attenzione da parte di Cesari nei confronti di questioni topografiche che sono la condicio sine qua non nell'individuazione dei luoghi? Ma questa è un'altra storia.
Per chi volesse approfondire le questioni qui accennate potrà farlo consultando una mia prossima pubblicazione sull'argomento. Intanto aspettiamo con l'ansia degli appassionati che il gruppo di studiosi cui fa riferimento l'articolo del Mattino porti a conoscenza di noi tutti gli eccezionali documenti rinvenuti, riguardanti l'incontro.

Carlo Antuono
(da Il Sidicino - Anno XII 2015 - n. 1 Gennaio)