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Storielle d'amore e cartoline postali

 

Posseggo una dozzina di antiche cartoline del primo decennio del '900 acquistate al mercatino di S. Lorenzello agli inizi degli anni Ottanta ed appartenute ad una famiglia nobile teanese.
Non sono bravo a contrattare e la collezione, per me preziosa, mi costò una certa cifra. Effettivamente le cartoline sono molto belle: ben tenute, tutte viaggiate, con francobolli d'epoca da 2 e 5 centesimi, timbro di partenza e d'arrivo a Teano, bella grafia, quella con tutti quei ghirigori: si chiama scrittura posata.
A quei tempi pochissimi sapevano scrivere, a nulla servirono le leggi Orlando e Credano del 1904 e 1911 che disposero il passaggio delle scuole sotto il diretto controllo dello Stato: fu imposto l'obbligo di frequenza almeno fino alla quarta classe, con un massiccio riordino delle scuole rurali e la costruzione di nuove scuole, ma la percentuale di analfabeti in Italia interessava quasi i tre quarti della popolazione. Il piccolo carteggio, impeccabile nell'ortografia, gira intorno al rampollo della nobile famiglia, quale spaccato di vita di quel tempo e nei molti aspetti della sua quotidianità è affascinante, a volte toccante e curioso insieme.
Scopriamo una donna in ansia per la partenza del marito allo scoppio della Grande Guerra che scrive a sua cugina a Teano il 22 Giugno 1915 “...sono tanto manchevole con te per non aver risposto all'ultima tua. Sono tanto nervosa dopo la partenza di Mario e sempre in ansia! So che sta bene ma io desidero solo riaverlo e libero da tanti pericoli…”; si ammira con quanta deferenza il figlio scriva ai genitori in occasione della Pasqua del 1906 “… Vi bacio con rispetto la mano e vi chiedo la Santa Benedizione”; in una cartolina spedita da Torino il 4 Marzo 1910 leggiamo: “Gentilissima Sig.ra Baronessa, oggi stesso ho ricevuto il cesto e tutto era in regola come lei dice. La ringrazio tanto, anche da parte dei miei figlioli delle tante premure che si prende per me; e se avessero bisogno di qualche cosa da Torino, sarà nostro piacere il servirla. Riceva i più cordiali saluti unito al signor Barone dalla sua indimenticabile serva Francesca” (quando le serve non erano ancora collaboratrici domestiche); da Napoli il 6 dicembre 1906, su argomenti più frivoli, leggiamo “… dimenticai insistere per avere l'indirizzo del sarto, vuoi che domandi io per lettera o te ne incarichi tu?…”.
Nel 1904 troviamo il giovane nobile residente nel “Convitto Troise” di Napoli dove studia per diventare avvocato e dove l'adorata madre gli manda “Baci e carezze infinite” pel suo onomastico. Il rampollo diventato avvocato andrà forse a far praticantato a Sessa A., ove resterà qualche tempo, riceverà della corrispondenza e certo lì conoscerà molto bene una giovane donna, che in occasione del suo onomastico, con una grafia non molto ricercata quanto quella che troviamo nel resto del carteggio, ma dai contenuti molto sentiti e sinceri e piuttosto espliciti per il tempo (timbro postale del 28 settembre 1910 da Sessa Aurunca e timbro di arrivo a Teano del 29 settembre) invia il suo messaggio“ … Caro amico, io ho desiderio di vederti e spero che tu venga al più presto perché io ti aspetto con ansia. Vogliami sempre bene e ricevi i più cari saluti ed auguri insieme ad un abbraccio e un bacio”.
Un'altra giovanissima donna corrisponde con l'ottimo giovine con fare contenuto, pudico, i veri messaggi traspaiono dalle icone delle cartoline (quasi sempre fiori): in calce ad un candido giglio, la dorata didascalia recita: “il giglio segno di candore”.
La giovine appartiene ad una famiglia napoletana imparentata con nobili teanesi, le due madri, cugine o forse sorelle, stendono sui due giovani, fin da piccoli, le loro ali protettive e forse indirizzano i loro destini: “Carissima… ti ringrazio assai per il bellissimo spillo mandato a Maria. Ti mortifichi sempre ed io non so come fare a rispondere a tante tue cortesie…” ed ancora “Caro… grazie per l'affettuosa letterina. Speriamo con Maria in una tua gita in Napoli quanto prima…” .
Dovremmo ora dar conto di come finì la storia dei giovani del nostro carteggio. Non conosciamo l'accorata preghiera della giovane Sessana quale breccia aprì nel cuore del giovane rampollo, né lo sapremo mai, ma sappiamo di certo che impalmerà poi Maria, nobile napoletana.

Carlo Antuono
(da Il Sidicino - Anno VI 2009 - n. 5 Maggio)