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1911: "Scacciate" da Teano le Figlie della Carità

 
 

In occasione delle celebrazioni centenarie per la nascita dell'avvocato Filippo Mazzoccolo Barone di Roccasicura tenutesi a Teano nel 1961, il figlio Michele nel suo accorato necrologio introduce, quasi in modo estemporaneo, un episodio che dovette coinvolgere le "Figlie della carità", suore dell'ordine di San Vincenzo de' Paoli che a quel tempo prestavano la loro opera a Teano presso l'istituto "Regina Margherita" quali educatrici di bimbi e giovanette. Per la cecità di un attimo fuggente, nel 1911, le benemerite suore di S. Vincenzo de Paoli, a cui va legato un brano della mia trascorsa infanzia, furono mandate via da Teano in malo modo, dopo quaranta anni di bene che esse vi avevano profuso, educando varie generazioni. Quella partenza, velata di pianto, in quel triste e tardo pomeriggio, trovò in mio padre lo strenuo difensore che stilò anche un sentito indirizzo ...Due generazioni da voi, reverende suore, educate ed istruite piangono la vostra dipartita e fanno ala al vostro passaggio. Altri non hanno saputo apprezzare il vostro lavoro, non hanno compresa quale perdita avrà ora la nostra città; ma voi scuotere la polvere dai calzari e passare oltre...!".
L'ordine delle "Figlie della carità" nasce in Francia ad opera di San Vincenzo de' Paoli e di una donna eccezionale, Luisa de Marillac: la loro opera assistenziale, rivolta dapprima ai poveri delle campagne, si rivolgerà e darà conforto e sollievo, in seguito, ad ogni sorta di miseria umana. ll loro velo era rappresentato da un larghissimo copricapo bianco a falde larghe che le faceva somigliare a degli angeli, e a cui hanno dovuto poi rinunciare nel 1964 per un velo più pratico. Oggi queste suore costituiscono la famiglia religiosa più numerosa della Chiesa. Fu Ferdinando ll di Borbone, re delle due Sicilie, a chiamare a Napoli nel 1843, da Parigi, le Figlie della carità. Da Napoli la loro instancabile opera di generosità si allargherà in tutto il resto del meridione. Cosi, nel 1860, mentre i Savoia e i Borbone si combattono strenuamente, troviamo al capezzale dei feriti le Figlie della Carità, che tra Napoli e Teano, Capua e Gaeta, tra mille pericoli, danno inizio alle ambulanze "apprestamenti sanitari di emergenza" dove provvedono a curare chi può essere salvato ed a confortare chi è prossimo alla fine.
Apprendiamo con certezza da una lettera autografa di una Visitatrice e Madre Superiore, (Emilia Maurice, evidentemente francese) delle "figlie della carità" della Casa provinciale di Napoli, che nel 1910 le nostre suore accoglievano presso l'istituto Regina Margherita profughe e orfanelle del tremendo terremoto siculo-calabro del 28 Dicembre 1908.
A Teano vennero nel 1871 addette all'asilo infantile istituito dal Comune nell'antico monastero di Santa Maria de lntus. Nel 1887 l'asilo fu aggregato al neonato istituto Regina Margherita che doveva educare i figli del popolo secondo le volontà del Can. Gian Battista Morrone, e qua rimasero fino a quel triste e tardo pomeriggio del 26 Luglio 1911, quando, come abbiamo visto, le suore "...per la cecità di un attimo fuggente furono mandate via...".
Dopo quasi un secolo, dell'episodio se n'è persa la memoria e forse è giusto cosi. Ma per chi ama la storia dei propri luoghi, una notizia lasciata così a “mezz'aria" incuriosisce. Ho contattato e discorso con molte suore di S. Vincenzo, di molte Case (Sessa, Salerno, Napoli) per chiedere informazioni sulla loro permanenza a Teano, riscontrando sempre una disponibilità disarmante. Ho sviluppato nuove intime esperienze nell'ascoltare come prendessero la vita, come vivessero tutto ciò che il giorno mandasse loro con accettazione, mi ha sorpreso la loro gratificazione nel ricercare il sollievo degli altri. Ed in nessun caso ho trovato il coraggio di chiedere loro perché furono mandate via da Teano.
Così ho ricercato nella memoria dei più anziani della nostra città: c'è stato chi ha ricordato che “Una volta a Teano delle monache furono mandate via perché pare avessero ospitato qualcuno per la notte contro ogni loro regola". Qualcosa di sconveniente dovette accadere se apprendiamo, sempre da Michele Mazzoccolo, che una certa stampa prezzolata e blasfema si interessò dell'episodio dando grandi amarezze a chi si era eretto a difensore delle suore. A quei tempi era in atto ancora un marcato anticlericalismo risorgimentale, frutto dello scontro politico postunitario (la presa di Porta Pia non era così lontana e i Patti lateranensi erano di là da venire) che si protrasse fino agli albori della Grande Guerra.
Al tempo in cui era vescovo di Teano monsignor Licata, il 26 Luglio 1919 "Con tardiva resipiscenza quelle benemerite Suore di S. Vincenzo de Paoli qui tornarono, in questa nostra Teano per riprendere il loro apostolato interrotto. ....Non più per dedicarsi alla infanzia; ma per raccogliere gli ultimi aneliti di povere esistenze logore dagli anni e dalla miseria." e vi rimasero fino al 26 ottobre del 1930.
Cosi del nostro fatto di cronaca del 1911 riguardante le Figlie della carità, caduto nell'oblio, non ne siamo venuti a capo, dunque non conosciamo quale violazione dell'ordine morale sia potuta accadere con quella ...cecità di un attimo fuggente... possiamo immaginare che vi sia stata curiosità verso la vita, lussuria, amore, un semplice malinteso o malfamanti calunnie. Noi siamo per la comprensione ed il perdono e, indegnamente, la pensiamo con il Grande poeta ...Che la bontà infinita ha si gran braccia, che prende ciò che si rivolge a lei.

Carlo Antuono
(da Il Sidicino - Anno IV 2007 - n. 10 Ottobre)