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Borgonuovo, Caianello o Taverna Catena?

 
Se ne riparlerà ancora in quest'anno bicentenario della nascita di Garibaldi
 

"L'esaltazione di cui fu fatto oggetto rese a quest'uomo, che aveva tutte le caratteristiche per diventare il più popolare e cordiale protagonista del Risorgimento, il pessimo servizio di trasformarlo in un personaggio mitico e quasi sconosciuto. Il culto della personalità trovò in lui la sua prima incarnazione nazionale, e qualunque tentativo di ridimensionamento fu considerato empietà."
Riporto dal magnifico tentativo che lndro Montanelli, nella sua storia del Risorgimento, opera, attraverso documenti e testimonianze di archivi poco frugati, per riportare l'uomo Garibaldi dalla leggenda all'umana misura.
Quest'anno ricorrerà il bicentenario della nascita di Garibaldi e i "Due Mondi" si preparano al ricordo dell'evento che, certamente iniziato in chiave commemorativa e continuato in speculazione politica, è diventato ai giorni nostri un richiamo pubblicitario. Anche Teano, Bivio dell'unità d'Italia, reduce dal recente bailamme della ricorrenza dell'incontro, si prepara all'evento. Fatto sta che irrisolto rimane e rimarrà l'individuazione del "Bivio": Taverna Catena, Borgonuovo o Caianello. Mancando riferimenti certi sull'ìndividuazione del luogo dell'incontro resta, a mio parere, un'unìca certezza, ovvero che i due "fattori dell'unità d'ltalia" s'incontrarono sulla strada di Teano, sulla quale pure i nostri padri Teanesi (in un consiglio Comunale del 1882) furono d'accordo, salvo poi (per amor di campanile) a cambiar parere e correggere deplorevolmente una lapide già apposta (nel 1911), per il 50° anniversario dell'incontro, presso la stalluccia dove sostò il dittatore. Non si comprende perché ci si affanni tanto a tirare per i capelli qualche centinaio di metri in qua o in là dal territorio di Caianello: infatti il ponte di S. Cataldo è a poco più di un centinaio di metri a Sud del tenimento di Caianello e così pure Taverna della Catena che è a meno di cento metri ad Ovest del tenimento di Caianello. Ciò che conta è che l`avvenimento sia passato alla storia come "Incontro di Teano" per la semplice e giusta ragione che questa città era ed è la più importante ed illustre della zona e difatti i due "Grandi" è nella città di Teano che sostarono.
ln quel 25, 26 e 27 ottobre del 1860 il territorio fra il bosco di Caianello, Torricelle di Teano e Taverna della Catena brulicava di Garibaldini che facevano da cuscinetto fra l'esercito Borbonico a Sud ed i Piemontesi accampati ad Ovest e ad Est di Presenzano con il IV ed il V corpo d'armata. Nel bosco di Caianello era accampata la brigata garibaldina Eber con più di tremila uomini portata da Garibaldi al di qua del Volturno per la strada di Calvi e per la difesa, come abbiamo detto, del fianco destro dei Piemontesi e parare così qualche sortita dei Borboni dalla linea di S. Giuliano.
Mi piace qui riportare delle testimonianze oculari di alcuni fatti taciuti, sia dalle cronache locali, sia dai cronisti al seguito di Garibaldi e dei Piemontesi. Le fonti sono familiari: in un contado ove la vita scorreva sempre uguale a sé stessa, ora che vi manovravano tre eserciti con la presenza di un Re, Vittorio Emanuele ll, che alloggiava nel Palazzo dei Del Balzo a Presenzano, un dittatore, Garibaldi, che sostava quasi certamente in uno dei posti di ristoro per carrettieri fra Taverna Zarone e Taverna delle Ceraselle, la combinazione di eventi, commenti e personaggi cosi straordinari non poteva certo sfuggire alla viva attenzione di un ragazzo di 11 anni, il mio bisnonno. l fatti, naturalmente, mi sono stati riportati da mio nonno molteplici volte, nei racconti serali accanto al fuoco nella contrada di "Casa Reale": nel pomeriggio del 25 pare, contrariamente a quanto si cred'e, siano state esplose non poche schioppettate fra le avanguardie garibaldine e quelle Piemontesi con morti e feriti, e, pur essendo un tabù fra i contadini del luogo, ognuno sapeva che alcuni corpi erano stati tumulati in certe grotte della zona dove si estraeva la ghiaia per la muratura. Pure viva è rimasta nella mia mente l'immagine tramandatami di tutti quei contadini che la mattina del 26 "...prima che alzasse la nebbia... si davano la voce..." per portarsi dalle "carrere più vicine, sulla grande strada di Teano" per vedere passare il Re e "Carribaldo" ma soprattutto per ammirare i cavalli che con la coda alzata camminavano di traverso, le fanfare, le mostrine ed i bottoni lucentissimi, e i grandi pennacchi fatti con le penne di gallo. Nessuno si chiese allora e per molti anni ancora, dove si fossero incontrati il Re e Garibaldi.
Tornando ai cronisti al seguito dei due eserciti, giunti all'ingresso di Teano in tarda mattinata i due Grandi si separarono, il Re proseguì a destra per raggiungere il palazzo Caracciolo S. Agapito; Garibaldi volse a sinistra per il largo del Muraglione e fece ricoverare il cavallo in una stalluccia ove entrò pure lui per consumare una modestissima colazione. "Entrai nella stalla - narra Alberto Mario - con Missori, Nullo e Zasio, e vi trovai il dittatore ivi seduto su una pancuccia a due passi dalla coda del suo cavallo. Stavagli davanti un barile in piedi, sul quale gli fu apprestata una colazione. Una bottiglia d'acqua, una fetta di cacio e un pane. L'acqua, per giunta, infetta. Appena egli ne bevve alcun sorso, la sputò dicendo tranquillamente: "Deve esservi nel pozzo una bestia morta da un pezzo...".
Fattosi da parte Garibaldi, i Teanesi, detto fatto, si adeguarono al sempre attuale "È morto il Re! Viva il Re!", infatti mentre i borbonici discendevano le colline di S. Giuliano verso Gaeta e Garibaldi si avviava mestamente verso Calvi, il Re Sabaudo, preso in consegna il "Bel Paese", anzi il Bel reame, onorava Casa S. Agapito in Teano con la sua presenza quale primo Re d'Italia.
Chiunque abbia scritto di cose locali prima o poi ha preso delle posizioni sul luogo dell'incontro: nel mio libro su Caianello, pur se molto tentato, avendo una mia precisa idea, per ragioni di opportunità evitai di trattare l'argomento. In effetti parecchi cronisti al seguito sia di Garibaldi che di Vittorio Emanuele coincidono inequivocabilmente nel rappresentare il paesaggio intomo ad un bivio o " Gran Bivio" e tali coincidenze non possono che identificare quel " Bivio".
Quest`anno, dunque, il 4 Luglio ricorrerà il bicentenario della nascita dell'eroe dei due mondi, probabilmente ritorneranno a galla antiche questioni: con l'occasione potremo, forse, tornare anche noi sull'argomento.

Carlo Antuono
(da Il Sidicino - Anno IV 2007 - n. 1 Gennaio)

da “L'incontro dl Teano"di V. Boragine