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Indice Martino Amendola
 
 

Ancora nubi su Santa Croce /

Si riapre la vicenda della GE.S.I.A.
 
 

Sembrava una vicenda chiusa e sepolta, quella relativa alla realizzazione e gestione di un impianto di rifiuti pericolosi e non pericolosi, nonché per le emissioni in atmosfera, che la società Ge.s.i.a. Spa, aveva intenzione di insediare a Teano in località Santa Croce, nell’area dell’ex Isolmer, dopo il diniego della Conferenza di Servizi attivata per la valutazione dell’istanza per il rilascio della relativa autorizzazione e il conseguente Decreto regionale n. 145/2021, e dopo che il TAR Campania con sentenza 27 maggio 2022, n. 3622, aveva rigettato il ricorso proposto dalla stessa società avverso tale diniego.
L’intera cittadinanza aveva tirato un grosso sospiro di sollievo, certa della chiusura definitiva della questione e dello scampato pericolo derivante dall’installazione sul proprio territorio di un impianto fortemente impattante sull’ambiente e su di un territorio riconosciuto dalla Provincia e dalla Regione di alta valenza paesaggistica naturalistica.
Neppure il successivo ricorso al Consiglio di Stato aveva destato soverchie preoccupazioni tra la gente, le associazioni e l’Amministrazione sicuri delle forti e pregnanti argomentazioni evidenziate in Conferenza di Servizi e ribadite nell’atto di costituzione in giudizio al C.d.S..
Invece, purtroppo, il Consiglio di Stato con sentenza n. 3479/2023 pubblicata in data 04/04/2023 ha, inopinatamente, riaperto il procedimento e rinviato ad una nuova valutazione della Conferenza di Servizi perché: “l’autorità procedente ha esercitato in modo illegittimo il proprio potere discrezionale di definizione delle posizioni prevalenti, esternando una motivazione che risulta inadeguata e non congruente con quanto risulta dagli atti del procedimento”.
“Inadeguata motivazione”, le due parole del dispositivo che riaprono crudamente una ferita che si pensava sanata e ormai dimenticata e che, destando non pochi timori e apprensioni, hanno mosso le varie associazioni presenti sul territorio, a partire dal Comitato “No Imp”(No all’impianto!) che per primo e in maniera forte e incisiva aveva sensibilizzato i cittadini e la politica a intervenire, e a far fronte comune per impedire la realizzazione di un impianto che non trovava alcun consenso e giustificazione, ad unire le proprie forze dando vita ad una Rete di associazioni.
Ora, questa Rete forte di ben 7 associazioni presenti e operanti a Teano: Comitato “No Imp”; Comunità Laudato Si - Eco-Polis – Teano -Vulcano di Roccamonfina; Pro Loco “Teano e Borghi”; Pro Loco “Teanum Sidicinum”; Associazione “Teano Musica”; Associazione “Il Campanile”; e Associazione “Casamostra Rinasce”; ha avviato una ricognizione e un riesame della questione e della relativa documentazione e ha predisposto, a cura principalmente della Comunità Laudato Si e del suo referente avv. Fernando Zanni, un corposo documento, integrando le solide e incisive argomentazioni già agli atti, non ben evidenziate e valutate dalla IV Sez del C.d.S., con tutti gli ulteriori aggiornamenti e novità della normativa provinciale e regionale intervenuta di recente, da produrre nella Conferenza di Servizi già indetta dalla Regione, a supporto e integrazione delle motivazioni addotte dall’Amministrazione Comunale e dai suoi consulenti.
Alle argomentazioni espresse in Conferenza di Servizi e ribadite in giudizio, che si legano essenzialmente alle scelte programmatiche varate dalla Regione con il PTR (Piano Territoriale Regionale), dalla Provincia con il PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) e dal Comune con il PUC (Piano Urbanistico Comunale) che individuano il territorio teanese e l’area interessata dall’impianto come area vocata a ”dominanza naturalistica” e quindi assolutamente non idonea e esclusa da tali interventi, ne è stata aggiunta un’altra assolutamente dirimente.
Infatti, il recente aggiornamento del “Piano regionale di gestione dei rifiuti speciali” (PRGRS) che ha esteso il vincolo per l’esclusione dalle zone a “dominanza naturalistica” della costruzione degli impianti di trattamento dei rifiuti da quelli urbani e non speciali anche a quelli speciali, che possono essere previsti e individuati solo nei siti idonei all’interno della aree ASI (Aree di sviluppo industriale), esclude da tali individuazioni il nostro Comune, atteso che con la pregressa riperimetrazione la zona ASI è stata cancellata e il nostro territorio non presenta più aree ASI. Questo dovrebbe essere l’argomento risolutivo e non controvertibile che potrebbe chiudere definitivamente la dolente questione e ridare serenità alla nostra comunità, senza dover poi, nella malaugurata ipotesi di non accoglimento, avviare noi un nuovo percorso di ricorsi e appelli giudiziari.
In ogni caso, bisogna essere sempre vigili e determinati, e intervenire appena le cose si evidenziano e non a rincorrerle affannosamente.

Martino Amendola
(da Il Sidicino - Anno XX 2023 - n. 5 Maggio)