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Indice Martino Amendola
 
 

FRIDAYS FOR FUTURE...

 
"Il Mondo salvato dai ragazzini"
 
 

Il cambiamento climatico in atto, influenzato quasi esclusivamente dalle attività umane e particolarmente dall'inquinamento atmosferico per l'emissione di CO2 che provoca un innalzamento della temperatura a causa dell'effetto serra, sta provocando esiti catastrofici con fenomeni di frequenza e intensità anomale.
La concentrazione di CO2 nell'atmosfera ha toccato livelli altissimi, con temperature medie nel quinquennio 2015-2019 più alte di sempre e un innalzamento di + 1,1 gradi rispetto al periodo preindustriale.
Tanto che l'Onu ha definito il clima “la questione determinante del nostro tempo” e ha evidenziato, in un rapporto del gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici Ipcc, che “già da +1° C ci sono effetti considerati mortali, tra cui ondate di calore più intense e più durature, eventi di precipitazioni piovose più pesanti e il riscaldamento dell'oceano che sta uccidendo molti dei coralli del pianeta”.
L'Ipcc, formato da migliaia di scienziati di ogni parte del mondo, da oltre trent'anni lancia allarmi sempre più stringenti e gravi con considerazioni sempre più drammatiche sui danni causati dall'attività antropica al clima e sugli esiti cui incorreremo in mancanza di deciso cambio di rotta con il taglio delle emissioni di gas serra, l'abbandono dei combustibili fossili e lo sfruttamento eccessivo del pianeta.
Di fronte a uno scenario così drammatico e inquietante, la politica mondiale nonostante i timidi impegni sottoscritti con le varie “Conferenza dell'Onu sui cambiamenti climatici” e in particolare quella di Parigi del 2015, per scelte che favoriscano la riduzione di emissioni di CO2 (poi rimangiati dagli Usa di Trump), continua con la solita litania fatta di parole e argomentazioni che riportano alla cultura e alla retorica dominante del “nuovo continuo”, della crescita illimitata fatta di sovrapproduzione e sovraconsumo, sviluppo, grandi opere, Pil, con un modello di produzione fuori dai limiti fisici e chimici del pianeta.
In un sistema economico capitalistico basato sul consumo compulsivo di risorse fossili: carbone, petrolio, gas e sfruttamento del lavoro della persona e dell'ambiente.
“La gente soffre, la gente muore, interi ecosistemi stanno collassando. Siamo agli inizi di un'estinzione di massa e siete in grado di parlare solo di soldi e di raccontare favole su una perenne crescita economica. Come osate?”
Con queste parole, dirette e chiare, la sedicenne Greta Thunberg ha apostrofato duramente il consesso internazionale, all'ultimo summit dell'Onu sul clima a settembre, incapace di avviare significative iniziative per scongiurare la catastrofe ambientale incombente.
Greta, la giovanissima attivista svedese che nell'agosto dello scorso anno decise di non andare a scuola e di scioperare andando ogni giorno per tre settimane davanti alla sede del Parlamento, manifestando con cartelli contro l'inerzia e l'apatia del governo verso la grave situazione climatica.
Da allora, postando le foto delle sue azioni con l'hastag #Fridaysforfuture si è avviata una crescente azione di spontanea mobilitazione dei giovanissimi di ogni parte del mondo, con iniziative che partendo dal basso prendono forme e contesti diversi ma sempre con l'obiettivo di spingere i governi a ridurre l'emissione di C02 e di mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2° C e salvaguardare l'ambiente e il futuro delle giovani generazioni.
Con proteste e scioperi culminati con quello globale del 27 settembre, dopo quelli del 15 marzo e del 28 maggio scorsi, che hanno coinvolto in vari paesi del mondo più di sei milioni di ragazzi e ragazze. Dando vita ad un movimento che per l'estensione e la grande capacità di mobilitazione giovanile rimanda a quello del '68, anche se l'età si è abbassata e non sono più i giovani universitari quelli in prima linea.
Ai giovanissimi del Fridays for future si sono aggiunti per altre iniziative a salvaguardia del clima e dell'ambiente quelli di XR (Extinction Rebellion), un movimento internazionale nato in Inghilterra con una mobilitazione intergenerazionale lanciata attraverso un appello di un centinaio di accademici a maggio del 2018 e culminato il 31 ottobre con una grande assemblea davanti al Parlamento inglese con la proclamazione della “Dichiarazione di ribellione”.
Il movimento chiama alla disobbedienza civile non violenta per chiedere ai governi di invertire la rotta che ci sta portando verso il disastro climatico e ecologico con tre obiettivi sostanziali: Dire la verità e dichiarare l'emergenza climatica; Agire immediatamente per fermare la perdita di biodiversità e per azzerare le emissioni di CO2 entro il 2030; Trasferire il potere decisionale ad assemblee di scienziati e cittadini per trovare soluzioni efficaci a fermare il collasso climatico e il tracollo sociale a cui stiamo andando incontro.
Il pianeta sta morendo, siamo giunti sulla soglia di una catastrofe ambientale in cui tergiversare e aspettare anche soli pochi anni per intervenire drasticamente per invertire la rotta e cambiare il modello economico produttivo e sociale diventa fatale, foriero di immane cataclisma senza possibilità alcuna di rimedi.
Siamo al cospetto di una perdita di biodiversità con la scomparsa, tra le altre, di varie specie di anfibi, e di insetti in particolare, quelli più resistenti, quelli che sopravvivono alle radiazioni nucleari e che in 5 estinzioni di massa si erano estinti una sola volta.
Il riscaldamento planetario sta producendo disastri enormi con alluvioni, siccità prolungate, allagamenti, uragani, nubifragi, di inusitata potenza e violenza distruttiva e lo scioglimento dei ghiacciai che porterà all'innalzamento del livello dei mari e l'inondazione di parte delle terre emerse e, se non fermato, genererà fatalmente una crescente e drammatica riduzione delle risorse disponibili in termini di terre fertili, acqua, materie prime, territori abitabili.
Cagionando, inoltre, entro il 2030, 100 milioni in più di persone che saranno costrette in condizioni di estrema povertà e che si aggiungeranno alla enorme platea dei diseredati del mondo.
Occorre, perciò, agire subito e a ogni livello per obbligare a scelte che portino all'abbandono delle energie fossili e all'uso generalizzato, invece, di fonti rinnovabili e, in Italia, eliminare i sussidi ambientalmente dannosi: 19 miliardi annui, in particolare per le esenzioni dovute per le estrazione degli idrocarburi e per le accise per l'autotrazione, destinandoli a investimenti per le energie rinnovabili, l'efficientamento energetico e alla messa in sicurezza del territorio.
Rivedendo, poi, il sistema degli allevamenti intensivi degli animali da carne che oltre che a inquinare è responsabile del 14% delle emissioni totali e dell'80% della deforestazione a livello mondiale, incentivando un'agricoltura ecologica, di prossimità, invece che industriale intensiva che, con pesticidi e veleni devasta suoli e biodiversità, rendendoli inadatti a riassorbire carbonio.
Dobbiamo, allora, essere grati ai Movimenti di Greta e XR perché con le loro lotte, con la loro enorme forza propulsiva, ci stanno ammonendo che da oggi nulla sarà più come prima, obbligandoci a recuperare tutti una visione delle cose più attenta e onnicomprensiva, spostando il baricentro dal presente al futuro.
Sarà grazie a loro, alla loro energia vitale se domani, in questa corsa contro il tempo, potremmo affermare, citando Elsa Morante, che questo mondo sarà stato “salvato dai ragazzini”.

Martino Amendola
(da Il Sidicino - Anno XVI 2019 - n. 10 Ottobre)