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Indice Martino Amendola
 
 

La donazione Paolo Cristiano

 
La nuova collocazione
 

Le opere pittoriche donate da Paolo Cristiano alla sua città natale, in occasione delle celebrazioni dell'Unità d'Italia dell'ottobre 2007, e esposte per alcuni mesi nella ex chiesa dell'Annunziata nella mostra: “Stati d'animo…luoghi dell'anima”, curata dallo scrivente, e quelle del novembre del 2008, consistenti in 24 dipinti (più quello presente da tempo nella stanza del Sindaco: “Al sole” encausto, tecnica mista su tela preparata con alluminio, del 1960) che ne rappresentano abbastanza compiutamente il percorso artistico, sono state ora sistemate nell'antisala e nella sala consiliare del Palazzo Comunale.
Con questa collocazione, che rende l'opera dell'artista sidicino facilmente fruibile a tutti, essendo le sale comunali aperte al pubblico quotidianamente e in occasione dello svolgimento dei consigli comunali e delle varie manifestazioni istituzionali, e con la possibilità di accesso alle persone con handicap, si è compiuto un primario e importante passo per la creazione di una quadreria dedicata agli artisti locali, con un primo corposo e pregevole nucleo di opere.
Cui potranno aggiungersi gli ulteriori lasciti promessi da Cristiano e le varie opere di Mario Carpine, Rino Feroce e di altri, presenti negli uffici comunali.
L'opportunità di avere una visione d'insieme, immediata e complessiva, non possibile prima nella vecchia collocazione della Biblioteca comunale, con una facilità di sguardo, di analisi e di comparazione tra i vari dipinti e i vari periodi rappresentati dalle tele presenti; la possibilità di seguire agevolmente passo passo il farsi dell'attività pittorica del nostro artista, in un arco temporale di un cinquantennio, nell'allestimento cronologico scelto, rende chiaramente avvertibile l'importanza della collocazione, pur con tutti i limiti presenti e un illuminazione assolutamente inadeguata, e prefigura nuovi e consequenziali sviluppi.
I dipinti, che vanno dagli anni '50: “La nana”, encausto su cartoncino telato del 1957, “Carnevale I” e “Carnevale II”, encausti del '58 e '59, fino a “La notte e la rosa” tempera su tela del 2002 e “Al tramonto d'autunno”, tempera su tela del 2003/2004, tratteggiano esemplarmente un itinerario e una visione artistica fortemente intessuta di umori e sentimenti, di atmosfere, di emozioni, di passioni civili e politiche, di disagio, malinconia e nostalgia.
Rappresentando acutamente lo stridente contrasto tra gli ideali vagheggiati e perseguiti, la tensione morale, l'impegno civile e politico profuso in un'intera esistenza, e la cruda realtà fatta di alienazione, degrado ambientale, consumismo, squallide periferie, rifiuti e disumanizzazione.
Resa perfettamente percepibile con una tavolozza che dai toni materici, accesi, luministici e vividi, della prima fase diventa sempre più leggera, chiara, evanescente ed eterea, con la predilezione di rappresentazioni oniriche, idilliache, edeniche, nostalgiche, quasi a voler esorcizzare il cupo e oppressivo presente.
Mancano, purtroppo, tra le opere donate a Teano, dipinti della serie delle periferie e dei bidoni di rifiuti, splendidi rappresentazioni di uno dei più deleteri e autodistruttivi prodotti generati dal cieco consumismo.
Oltre ad uno dei più belli, poetici e espressivi dipinti, presenti nella mostra tributo del maggio 2006, organizzata dall'Amministrazione comunale nei locali ora adibiti a Museo del Risorgimento, dedicato a Teano e al suo paesaggio, al verde degli uliveti della Piana di Maiorisi: “Olivi a Teano”, tempera su tela del 2006.
Lacuna che, si spera, possa essere colmata con i promessi ulteriori lasciti.
A far da triste e deplorevole contraltare a tutto ciò si deve, purtroppo, registrare il furto di una delle opere dalla vecchia collocazione della biblioteca comunale, il dipinto “Eden”, tempera su tela del 1994.
Che, si presume, deve essere stato trafugato da qualche tempo e solo con lo spostamento reso evidente.
Confidando che le forze di polizia riescano presto a rintracciarlo e a restituirlo alla città di Teano, parlando di beni artistici e della loro importanza, si deve evidenziare, per l'ennesima volta, l'opportunità, anzi, la necessità indifferibile di un progetto complessivo dell'Amministrazione comunale teso al recupero e alla valorizzazione del nostro incommensurabile patrimonio storico artistico ambientale.
Partendo dal Parco Archeologico, dal Piano di Recupero del Centro Storico, ridandogli dignità e vivibilità, dal Piano Parcheggi e, per rimanere in tema, dal recupero architettonico e funzionale dei locali della Biblioteca e di quelli adiacenti per la realizzazione di un Museo Civico e di una Galleria degli artisti sidicini.
Con lo spostamento della Biblioteca nel palazzo Mazzoccolo, da acquisire al patrimonio comunale, con una spesa assolutamente sostenibile, magari con mutuo ventennale della CDP, e irrisoria, se raffrontata ad altri progetti inutili e insensati che hanno di recente sfigurato il nostro centro storico.
Il palazzo ne sarebbe una sede pregevolissima e adeguata, e garantirebbe un rafforzamento del ruolo della biblioteca e nuove e più incisive manifestazioni.
Preservando l'edificio, in tal modo, dopo che si è già consumato, in assoluto silenzio, e senza batter ciglio, la vendita e la dispersione dei preziosi arredi ottocenteschi, anche da possibili riusi che potrebbero mettere in pericolo l'integrità e la conservazione di uno dei palazzi più importanti e prestigiosi della città, che solo la miopia e l'insipienza della classe dirigente ha finora negato al godimento della Città.

Martino Amendola
(da Il Sidicino - Anno XIII 2016 - n. 3 Marzo)

Foto di Vincenzo Lerro