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Civico Zero

 
Storie di vite sospese tra terra e mare
 
 

Sabato 30 maggio, alle ore 17,30 nel cortile della biblioteca comunale “Luigi Tansillo” e della sede istituzionale del Forum dei Giovani di Teano, si è svolto l'evento conclusivo del progetto di alfabetizzazione linguistica e culturale dei richiedenti asilo nel territorio di Teano, promosso dal comune di Teano in collaborazione con il Forum Giovani e con la cooperativa “Lavoro per la salute”.
Erano presenti Yasmine Accardo, dell'Associazione Garibaldi 101 e LasciateCIEntrare; Aboubakar Soumahoro della Coalizione Internazionale dei sans-papiers, migranti, rifugiati e richiedenti asilo (CISPM), Viviana Isernia di Amnesty International Lazio e Loredana Carpentieri, mediatrice culturale di Emergency.
Il progetto è scaturito dalla volontà dei ragazzi del Forum e dal comune di Teano di dare un segno tangibile di aiuto e accoglienza ai giovanissimi migranti ospiti nei centri di prima accoglienza di Carbonara e Teano centro.
Si tratta di un gruppo di circa 19 tra nigeriani e maliani di fede cattolica ospitati dalla cooperativa “Lavoro per la salute “ a Carbonara, dove hanno trovato un contesto aperto e inclusivo e l'aiuto della comunità parrocchiale, e di un altro di circa 13 tra senegalesi, pakistani, del Gambia e della Guinea portoghese, in larga parte di fede islamica, che sono ospitati presso un appartamento di Viale Europa.
Qui giunti verso la fine del settembre dello scorso anno, come richiedenti asilo, all'interno dell'operazione militare e umanitaria “Mare Nostrum”, decisa dal governo Letta per garantire la “salvaguardia della vita in mare” all'indomani del naufragio del 2 e 3 ottobre 2013 all'Isola dei Conigli, che causò la morte di oltre 366 persone.
E affidati dalla prefettura con bando di gara all'ente gestore: cooperativa “Lavoro per la salute” di Tora e Piccilli, che gli garantisce alloggio, pasti, assistenza legale e sanitaria, interprete e servizi psico-sociali.
In attesa che una delle dieci Commissioni territoriali competenti per l'esame delle domande di asilo esamini le richieste di protezione internazionale, e riconosca loro lo “status” di rifugiato, dal momento che sono quasi tutti fuggiti da territori in guerra e da feroci persecuzioni, e che hanno visto tanti loro parenti ammazzati e trucidati. Migranti che parlano in maggioranza solo l'inglese o la loro lingua natia e che hanno, pertanto, grossi problemi per interagire tra loro e con gli altri, in aggiunta al carico di angoscia e prostrazione per la loro triste condizione.
In quest'ottica, si è pensato di approntare un progetto comune di alfabetizzazione di base della lingua italiana per contribuire ad abbattere almeno il muro dell'incomprensione linguistica.
Né è scaturito un percorso cui hanno aderito volontari del Forum laureati o laureandi, con funzione di docenti, che hanno trasformato per qualche mese i locali della biblioteca Tansillo in aule scolastiche, sempre piene di alunni diligenti, interessati e premurosi. Con un interscambio di esperienze, culture, e conoscenze estremamente feconde e produttive. Che ha contribuito a incrinare fortemente il muro di ostilità, paura, diffidenza, razzismo, eretto da una parte della popolazione all'arrivo dei migranti, che sembrava invalicabile e indistruttibile.
E che, con il superamento delle incomprensioni, con la piena conoscenza del dramma vissuto da esseri così giovani e soli, in balia degli eventi, ha permesso alla gran parte della gente teanese di far emergere i valori della solidarietà e dell'accoglienza su quelli dell'egoismo e della chiusura.
L'evento: una mostra fotografica; la presentazione di un video con le immagini relative ai vari momenti del progetto e con le considerazioni dei ragazzi, migranti e volontari; il conferimento ai giovani migranti di un attestato di partecipazione al corso, consegnato ad ognuno di loro dal sindaco, è stato aperto da un saluto e da una presentazione della coordinatrice Arianna De Pari seguito da un'ampia disamina della drammatica questione del fenomeno dell'immigrazione.
I relatori, moderati da Giulia Aletto, nell'illustrare il ruolo e l'impegno delle associazioni di cui fanno parte, a fianco di quel popolo dei gommoni e delle carrette del mare, di quella folla di disperati che fuggono dalla miseria, da carestie e dalla fame, da guerre e genocidi, in cerca di una speranza di vita, hanno evidenziato i limiti, le inadeguatezze, le ipocrisie di una comunità europea che non riesce minimamente a incidere, con una politica vera e unitaria, per fronteggiare la crisi umanitaria in corso da decenni nel sud del mondo.
Aggravata dai processi economici e sociali globali e dalle politiche interne e internazionali, e dallo scellerato interventismo militare dei paesi occidentali in Siria, Mali, Libia, Irak, Somalia, Yemen tra gli altri.
E con l'inevitabile incremento di partenze, di veri e propri esodi, e di interminabili carovane ostaggio di mercanti di uomini e scafisti senza alcuno scrupolo, con ulteriori morti che si aggiungono ai tanti conosciuti e ai tantissimi assolutamente sconosciuti, che raggiungono la cifra raccapricciante, ma sicuramente in difetto, di oltre 25.000 in questi anni, facendo diventare il Mediterraneo un'enorme fossa comune.
Una unione europea solamente bancaria e finanziaria, in cui vi è piena libertà di circolazione monetaria ma non per gli esseri umani. In cui in vari paesi predominano gli istinti di chiusura e di paura e governi e partiti che fomentano divisioni e odi razziali. In cui esseri umani vengono ridotti a numeri, a pezzi, a “quote”, e trattati internazionali sottoscritti e vigenti, calpestati o sospesi, con chiusura unilaterale delle frontiere.
In cui i migranti giunti in Italia, naturale approdo mediterraneo, sono costretti a vivere in attesa di riconoscimento e di autorizzazione o di espulsione, nei centri di identificazione e di espulsione (CIE), strutture fatiscenti, con gravi situazioni di sovraffollamento, con scarsa attenzione ai livelli di sicurezza, mancata individuazione di livelli minimi delle prestazioni da erogare, come evidenziò anche una relazione della Corte dei Conti, e in cui la vita quotidiana è segnata da fughe e sommosse, gesti di autolesionismo, tentativi di suicidio, e una eccessiva prescrizione di psicofarmaci, con evidenti violazioni di diritti umani.
E a sopportare il peso oppressivo di una campagna di odio razziale da parte dei partiti xenofobi di destra, che dimenticano il nostro recente passato caratterizzato da una fortissima emigrazione e di una presenza nel mondo di cittadini di origini italiane stimata oggi attorno ai cento milioni, che rimuovono il fatto che i migranti, in un'economia globalizzata, colmano un vuoto nel mercato del lavoro (colf, badanti, bassa manodopera, lavoro bracciantile, edile) che non sarebbe altrimenti risolto.
Senza assolutamente evidenziare che in numeri assoluti e percentuali, la presenza degli immigrati in Italia è di gran lunga inferiore a quella residente in Germania, Francia, Inghilterra, Svezia; perché l'Italia è il confine principale, lo sbocco obbligato per tutti coloro che fuggono dall'Asia e dall'Africa, ma non ne è l'approdo vagheggiato.

Martino Amendola
(da Il Sidicino - Anno XII 2015 - n. 6 Giugno)