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Recensioni: "Magica nostalgia" di Giulio De Monaco

 
Il Sidicino ha l'onore di ospitare per la prima volta uno scritto di S. E. Mons. Arturo Aiello con questa magistrale recensione dell'ultimo lavoro di Giulio De Monaco (Ed. Sottosopra, Torino 2006, 141 pag.)
 

Il libro di Giulio De Monaco fresco di stampa va accarezzato, sfogliato, annusato, guardato prima d'essere letto. Con i libri bisogna avere un contatto fisico prima che mentale e per questo manterranno il loro fascino per gli intenditori anche quando tutte le biblioteche saranno ridotte in file o in dischetti con percorsi e finestre da aprire e chiudere. Un libro è un amico, un messaggio sigillato in una volgare bottiglia e lasciato cadere da un naufrago in mare prima di affondare, è uno specchio in cui guardarsi per notare il primo capello bianco, un parto doloroso e fecondo che riguarda autore e lettore, un libro è una indicazione per ritrovare la strada di casa a chi abbia perso la memoria.
Molti oggi vivono con una percezione “puntuale” del tempo che è senza memoria e senza futuro, ermeticamente chiusi nell'attimo fuggente che rischia di diventare una cella di carcere senza presa d'aria. Quasi una tomba. Per i pochi che tastano e “bussano” le pietre della propria cella alla ricerca di un passaggio segreto, “Magica Nostalgia” è un prontuario di fuga, un manuale per giovani marmotte che abbiano ancora entusiasmo per la vita e voglia di volare.
Sulla carta patinata scorrono immagini e parole, antiche pietre che raccontano miserie e nobiltà, volti di familiari dell'autore e pergamene dove il latino classico sposa il volgare, vicende di ieri e di oggi, dipinti e statue che appartengono alla Teano cristiana e capitelli e scritte marmoree che profumano di fasti imperiali e di dei falsi e bugiardi. Insomma uno Zibaldone della cultura sidicina sapientemente disordinato perché l'uomo di cultura possa trovare otium e il passante disattento riceva un messaggio in codice senza accorgersene. Una regia impressionista appare tra le righe al lettore attento dove, come nella foto a pag. 13, insieme alla lastra tombale conservata nella sacrestia della Chiesa di San Francesco, viene ritratto “Carminuccio” custode e sacrista dei nostri giomi.
“Magica Nostalgia” è un brogliaccio per non perdere la memoria, il fulcro di cento libri che si possono scrivere e restano allo stato embrionale in attesa di un grembo che li accolga e li ami, una dichiarazione d'amore di Giulio De Monaco alla sua terra che mi commuove, una sorta di strano diario personale dove compaiono le foto di una scolaresca profumata di gesso e le sensazioni di un uomo che non ha smesso di divertirsi come un bambino. È un libro poliedrico, una sorta di viaggio nel tempo dove le pietre parlano e le chiese dirute invocano un protettore che le riporti all'antico splendore, un mecenate che ridia loro mormorii di preghiere e volute di incenso. Nei brevi capitoli puoi trovare versi di autori latini e battute di Totò, le foto dei primi scavi archeologici e scene di matrimoni celebrati in Pieve di Tuoro, il racconto dell'arrivo degli Alleati e il manifesto del 4° raduno nazionale delle 500 nel settembre 1994, le maioliche settecentesche delle edicole votive e foto di discariche di rifiuti.
C'è un comune denominatore che attraversa le foto, le memorie e le battute al vetriolo dell'autore in alcuni passaggi di “Magica Nostalgia” ed è l'amore alla terra. Alla sua terra sidicina che da alcuni mesi ho sposato anch'io come Vescovo della Chiesa di Teano-Calvi. Non posso che plaudere ad ogni tentativo di innalzare il livello culturale della nostra gente dando la possibilità di collegamento con le radici perché l'albero possa svettare più in alto. Più sano. Meno malato. A meno che la malattia non risponda al nome di “Nostalgia”. E che sia “Magica”!

Arturo Aiello
(da Il Sidicino - Anno III 2006 - n. 11 Novembre)