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Canti popolari di Terra di Lavoro: Amore e Morte
 

Presentiamo in questo numero altri frammenti di canti popolari raccolti da Zi' Arcangelo di Pignataro: i primi tre riguardano il tema dell'amore, gli altri due quello della morte che s'intreccia con l'amore.

UN NUOVO AMORE
Oj bella, chi aspietti 'a sera? J' nun vengo,
ché me so' nnammurato 'e na cumpagna.
Me songo nnammurato re na ninna;
cienti rucati le vô ra la mamma;
cienti rucati li tene pe' róta;
cientocinquanta la sua nnummenata.

LA MAMMA DELL'INNAMORATA
Quanto le voglio bene a chella mamma,
chella che ha fatto la figlia pe' me;
me l'ha crisciuta e me l'ha fatta grande
po' me l'ha rata pe' cumpagna a me.

FINESTRA CHIUSA
Oh! quanta vote m'ê fatto venì
sott'a sta fenestrella a suspirà:
nun m'ê vuluto na vota arapì.

MORTE

Amore e morte
Ma no, i' me cuntento re murì,
Fino r'a morte m'ê fatto piglià,
e 'a nera morte m'ha ritto accussì:
“Lassa 'sta nenna, si tu vuô campà”.
Ma no, i' me cuntento re murì,
sta nenna nun la voglio abbandunà.

Tutti me ranno muorto …
Tutti me ranno muorto
ma j' nun moro;
e, pe' dispietto,
j' nun voglio murire.

TRADUZIONE
Oj bella, chi aspetti la sera? Io non vengo,
perché mi sono innamorato di una compagna.
Mi sono innamorato di una ragazza;
cento ducati le vuol dare la mamma;
cento ducati , li tiene per dote;
centocinquanta la sua nomea.

Quanto le voglio bene a quella mamma,
quella che ha fatto la figlia per me;
me l'ha cresciuta e me l'ha fatta grande
poi me l'ha data per compagna a me.

Oh! Quante volte mi hai fatto venire
Sotto a questa finestrella a sospirare:
non mi hai voluto una (sola) volta aprire.

Ma no, io mi contento di morire,
perfino dalla morte mi hai fatto pigliare
e la nera morte m'ha detto così:
“Lascia questa ragazza, se tu vuoi campare”.
Ma no, io mi contento di morire,
questa ragazza, non la voglio abbandonare.

Tutti mi danno (per) morto,
ma io non muoio;
e per dispetto,
io non voglio morire.

COMMENTO
Un nuovo amore: una sestina di endecasillabi, senza rime, né assonanze.
Quale il motivo dell'abbandono della innamorata per un'altra ragazza? Pare che il motivo dipenda da una questione economica: la dote della seconda è di gran lunga più sostanziosa: cento ducati (si tratta naturalmente di una cifra esagerata per indicare una dote molto ricca!); ma a questo motivo di ordine materiale, il giovane sembra aggiungerne un altro di carattere morale: la ragazza gode di ottima reputazione (ad indicare la quale si indica un valore di 150 ducati, ancora superiore a quello della dote materiale).
Il riferimento ai ducati (moneta usata sotto il Regno dei Borboni) è chiara testimonianza della antichità del canto.
La mamma dell'innamorata: una quartina di endecasillabi, tronchi i versi pari.
Si tratta di un amore “riflesso”: il giovane ama la ragazza e, di riflesso, ama anche la mamma di lei; si noti però l'uso diverso del verbo (voler bene): la suocera viene qui elogiata perché è colei che ha generato e cresciuto la figlia per darla in sposa al giovane innamorato.
Finestra chiusa: una terzina di endecasillabi tronchi con rima tra i versi dispari.
È uno dei motivi topici del canto d'amore popolare campano: l'innamorato si rivolge direttamente o indirettamente alla finestra che egli spera si apra perché da essa appaia la donna amata. Un tempo non era facile per gli innamorati incontrarsi; e allora ci si doveva accontentare di inviare i propri sospiri amorosi verso la fenestella. In questo caso, i numerosi tentativi dell'innamorato sono andati a vuoto; la finestrella non si è mai aperta, segno che la ragazza non gradisce il corteggiamento di lui.
Io mi contento di morire: sestina di endecasillabi tronchi con rima tra i versi dispari e tra quelli pari.
Il canto è dominato dalla immagine della nera morte e dal verbo morire; anche nel v. 4 si fa riferimento ad essa nella espressione “si tu vuô campà” , cioè “se vuoi continuare a vivere”, quindi “se non vuoi morire”; d'altra parte il v. 4 è pronunciato dalla stessa morte personificata. Insomma il tema è quello dell'amore che può portare alla morte, se si viene abbandonati: se si perde l'amore, meglio morire!
Tutti mi danno per morto: quartina di settenari (versi 1 e 4) e quinari (versi 2 e 3).
Una quartina un po' misteriosa per contenuto: anche qui domina il verbo morire; il contesto non è chiaro: perché tutti lo danno per morto? Forse per una delusione d'amore? Per essere stato abbandonato dalla donna amata?
A chi vuol fare dispetto? Probabilmente proprio a lei che lo ha respinto. In cosa consisterà il dispetto? Forse nel trovarsi un'altra donna… più bella.

Antonio Martone
(da Il Sidicino - Anno X 2013 - n. 8 Agosto)