Commento e analisi metrica a cura di Antonio Martone. La trascrizione del testo musicale è di Renato Nacca.
Commento
Significativa è già la pronuncia del nome: con la d invece che con la t, a voler sottolineare l'antichità del canto, ma non tanto, perché ancora adesso quella pronuncia resiste.
Si tratta di un canto d'amore: Antonio è lo spasimante che non si dà pace e cerca in ogni luogo la sua ragazza: passa e spassa nei pressi del palazzo dove abita l'innamorata, si accosta al portone, cerca di entrare attraverso il giardino.
Ma c'è un ostacolo, rappresentato dalla mamma… non di lei, bensì dello stesso innamorato; un elemento interessante, questo, che compare di rado nei canti popolari d'amore, l'opposizione della mamma è determinata evidentemente da quel naturale geloso amore materno che, quando il figlio prende la solita cotta per una ragazza, fa fatica ad accettare che il figlio trasferisca verso un'altra persona l'affetto che fino ad allora provava per lei. Ecco allora avanzare vari pretesti per convincere la giovane a non accettare il corteggiamento di suo figlio: quello è pazzo! è guaglione; è ancora piccolo!
Il giovane innamorato è, sì, pazzo; ma è pazzo d'amore! E alla passione di Antonio corrisponde quella, ancora più forte della innamorata che esplicitamente nel ritornello grida e chiede con ardore alla gente di andare a chiamare Antonio perché vuol fare l'amore con lui.
Nell'ultima strofa addirittura la ragazza si dichiara disposta a farsi strappare anche i capelli e a pigliarne (di percosse?), a mano che non alluda ad altro (baci?), perché il testo è forse volutamente incerto e ambiguo.
Analisi metrica
Sul piano metrico, le strofe sono formate da coppie di endecasillabi. Anche il ritornello si può ritenere una coppia di endecasillabi: nel primo, 'Ndonio è da considerare formato da tre sillabe ('Ndo - ni – o) mentre nel secondo lo stesso nome personale vale solo due sillabe ('Ndo – nio): ciò è chiaramente suggerito dal ritmo musicale; infine è da notare che il secondo endecasillabo è tronco (fa).
Il linguaggio risulta piuttosto ripetitivo con qualche necessaria variante nel passaggio da una strofa all'altra; l'ultima invece presenta una struttura diversa dalle altre perché è la ragazza ad occupare la scena, mentre nelle altre sono l'innamorato e sua madre.
Antonio Martone
(da Il Sidicino - Anno VIII 2011 - n. 7 Luglio)